L’analisi: Lecce comunque fantastico, giù le mani da questo gruppo

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AnalisiLecce – L’impronosticabile non è successo. La sconfitta dello stadio “Arena Garibaldi” di Pisa ha rappresentato la fine delle già improbabili alla vigilia ambizioni di promozione diretta; il salto diretto in B, comunque, sarebbe stato vanificato già ieri anche in caso di successo del Lecce, in quanto la vittoria del Frosinone contro L’Aquila ed il pari del Perugia a Salerno hanno creato un quadro che, con lo scontro diretto Perugia-Frosinone all’ultima giornata, premierebbe il Grifo in caso di vittoria e pareggio, e i ciociari in caso di vittoria esterna in quel del capoluogo umbro. Le contestazioni, partite sul web dopo la sconfitta in terra toscana, si rivelano però profondamente ingenerose vista la massiccia mole di una rimonta che in pochi si aspettavano, pronosticando al massimo un facile ingresso nella zona playoff.

Partita stonata – I 90’ dell’Arena sono stati a tinte neroazzurre: il Pisa di Menichini ha giocato meglio del Lecce, dominando per lunghi tratti del primo tempo e applicando una rocciosissima difesa nella ripresa. I neroazzurri, capaci di cominciare il match con la quarta marcia innestata, hanno subito messo alle corde la retroguardia leccese e, soprattutto sull’out sinistro con le continue percussioni di Napoli e Giovinco, hanno aperto una breccia che ha portato prima all’occasione da gol di Giovinco e poi al vantaggio, in verità giunto anche per un errore di marcatura di Martinez, dello stesso attaccante pisano, fratello del Sebastian Giovinco juventino. Il (meritato) vantaggio pisano non ha poi scosso il Lecce, sempre imballato e farraginoso in fase di costruzione della manovra. Sulla trequarti offensiva Bogliacino è stato il fantasma di giornata e Abdou Doumbia non ha avuto mai spazio sufficiente per partire con i suoi proverbiali sprint. La pochezza mostrata, in verità più per ampi meriti del Pisa che per demeriti giallorossi, ha fisiologicamente ridotto allo strenuo la quantità di palle-gol capitate alla coppia d’attacco Miccoli-Beretta. Il capitano giallorosso, in giornata no, ha comunque sprecato due occasioni, al 45’ con un contropiede mal sfruttato e in apertura di secondo con una palla clamorosamente calciata alta dall’area piccola. Franco Lerda ha provato ad invertire la rotta con l’ingresso del ritrovato Tommaso Bellazzini, ma, al di là di qualche fiammata iniziale, l’ex Cittadella è stato contenuto dai raddoppi della retroguardia toscana, bravissima ed efficiente nel ridurre ai minimi termini le occasioni offensive del Lecce, quasi nulle in un finale che normalmente s’immagina sempre concitato e intriso di palle-gol per la squadra che insegue il pari.

Tutto nell’ultima partita – Perugia-Frosinone di domenica prossima sarà il match che deciderà la vincitrice di questo tiratissimo campionato. Gli umbri, forti di due risultati su tre e del vantaggio delle mura amiche, si presenteranno al match che vale una stagione dopo il pari per 2-2 in quel di Salerno. In terra campana il Perugia prima passa in vantaggio con Mazzeo, si fa recuperare e superare dalla Salernitana coi gol di Mendicino e Perpetuini, riesce a riacciuffare il pari all’11’ della ripresa con Moscati e beneficia di una svista dell’arbitro Ros, in quanto il fischietto di Pordenone grazia per due volte Comotto: prima per un’opposizione a dir poco furba su Mendicino lanciato a rete e poi per una respinta di mano nel cuore dell’area su di una rovesciata di Ciro Ginestra. Il Frosinone non stecca l’appuntamento casalingo con L’Aquila e si concede l’ultima chance di promozione diretta da giocarsi tra sette giorni: tra le mura amiche del “Matusa” i ciociari regolano L’Aquila con un 3-0 senza repliche aperto da Gucher, continuato da Curiale su rigore e concluso con una ribattuta vincente di Paganini. In zona playoff il Catanzaro consolida la quarta piazza del campionato grazie ad un rotondo 3-0 inflitto al fanalino di coda Paganese: di Fioretti, Germinale e Martignago le reti delle Aquile calabresi. Dietro all’Aquila quinta non perde terreno il Benevento, impostosi con qualche patema al “Vigorito”  grazie alle reti di Melara, Mancosu e Campagnacci contro l’Esperia Viareggio, alla quale non è bastata una doppietta di Matteini per tornare in Versilia con qualche punto. La Salernitana, grazie al pari contro il Perugia, aggancia il Pontedera (a riposo ieri) e ringrazia il Prato che, imponendosi allo “Zecchini” di Grosseto per 3-1 con gol di Malomo, De Agostini e Corvesi, distrugge le ambizioni playoff della compagine maremmana, illusa soltanto dal temporaneo pari di Marotta. Nella partita senza velleità di classifica infine il Gubbio regola con un 1-0 l’Ascoli. 
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