L’analisi: un pomeriggio non adatto ai deboli di cuore. Ora il Benevento

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Lecce PontederaLecce – Altalena di emozioni, inferno per lunghissimi tratti, film drammatico con happy-ending finale. I paragoni, più o meno arditi, sul canovaccio di Lecce-Pontedera di ieri si sprecano, ma l’unica, e più importante, cosa da raccogliere dopo i tantissimi brividi di ieri è il vitale passaggio alle semifinali. “La più brutta prestazione della mia squadra”. Così Franco Lerda, accorso in conferenza stampa dopo il tripudio finale seguito al rigore vincente di Giuseppe Abruzzese, ha sintetizzato la partita dei suoi ragazzi, spesso messi all’angolo da un Pontedera venuto a Lecce senza nessun timore reverenziale e senza nessun patema d’animo, forte della bella stagione regalata al suo pubblico. Una buona fetta di merito per l’accesso alle semifinali va a Nicolas Caglioni: il portiere bergamasco ha salvato il Lecce in almeno quattro nitide occasioni. Le due parate dell’estremo difensore giallorosso al 90’ su Caponi e al 91’ su Grassi rimarranno forse indelebili nella memoria dei tifosi del Pontedera, pronti ad esplodere di gioia per un (più che meritato) vantaggio a pochi secondi dalla fine.

Più Pontedera che Lecce – La squadra toscana, guidata dall’esperto mister Indiani, ricorderà per molto tempo la partita di ieri: i granata, padroni del campo per lunghi tratti e molto più pericolosi del Lecce in zona gol, non sono riusciti a capitalizzare la superiorità mostrata sul terreno di gioco. Indiani ha messo in scacco il Lecce con un atteggiamento spigliato e propositivo, totalmente differente dalla ferrea difesa sulla propria trequarti che si aspettavano i giallorossi alla vigilia dell’importantissima partita. “L’apriscatole” del Pontedera è stato Luigi Grassi, seconda punta che ieri è partita tra le linee difensive del Lecce qualche metro dietro alla prima punta Arrighini. Il calciatore di Castelnuovo, con 15 reti all’attivo nella regular season, ha sfruttato il punto debole del Lecce visto ieri: Grassi ha agito in una zona, quella tra difesa e centrocampo, dove i giallorossi hanno sofferto tantissimo l’assenza di Romeo Papini, uomo-ovunque del centrocampo e imprescindibile collante tra i reparti. Amodio e Salvi hanno sofferto la maggiore mobilità del centrocampo pontederese e, specialmente l’ex Treviso, sono stati autori di un inizio choc fatto di soli inseguimenti agli avversari e di errori, anche elementari, in fase di appoggio. La mancanza d’idee in fase offensiva non ha investito solo il centro del campo: a sinistra non è bastato il rientro di Lopez per alzare i ritmi della fascia sinistra. L’uruguagio, forse non recuperato appieno dopo la sosta forzata di un mese e mezzo, non è stato la solita spina nel fianco degli schieramenti avversari e non è riuscito a tagliare gli stretti reparti della difesa di mister Indiani. Davanti Mariano Bogliacino, autore di un buon inizio con l’occasione dal gol al 20’, e Gianmarco Zigoni non hanno impressionato e si sono trovati spesso in difficoltà nel passare le maglie della retroguardia toscana. Le note liete della partita, a parte l’eroica prestazione di Nicolas Caglioni salvatore della baracca in più episodi, sono arrivate da Marcus Diniz e da Gilberto Martinez. I due difensori, reduci della scorsa stagione, hanno realizzato una bellissima prestazione per intensità. Il loro lavoro si è evidenziato soprattutto nella mezzora di tempi supplementari, quando sia il costaricano che il brasiliano hanno chiuso senza repliche tante percussioni degli avanti granata, soprattutto a firma di Pera, elemento inserito in campo nel cuore dei tempi supplementari proprio per cercare di scardinare la difesa grazie alla freschezza. La roulette russa dei calci di rigore è stata poi caratterizzata dall’errore, all’ottavo penalty dopo sette realizzazioni dal dischetto, di Pastore: il classe 1994 del Pontedera ha preteso troppo dalla sua freddezza ed ha sparato alto il suo “cucchiaio”. L’errore dell’esterno sinistro del Pontedera è stato seguito dal rigore decisivo di Giuseppe Abruzzese, implacabile anche lui come i suoi compagni nel battere Ricci nel duello dagli undici metri.

Ora il Benevento, Catanzaro out – Il Lecce, archiviata con infiniti affanni la pratica Pontedera, affronterà in semifinale il Benevento di Fabio Brini, allenatore di quel Carpi che tanto male ha fatto l’anno scorso. La gara d’andata di domenica prossima al “Vigorito” si disputerà domenica alle h.21.00 con diretta su Raisport1 ed il ritorno del 25 maggio al “Via del Mare” alle ore 16.00, con eventuale copertura radio-televisiva da definire. Gli Stregoni hanno conquistato il pass per il turno successivo grazie ad un’insperata vittoria in trasferta al “Ceravolo” di Catanzaro: in terra calabrese i locali hanno subito un prorompente scatto iniziale da parte dei sanniti, passati in vantaggio al 15’ con uno splendido diagonale di Melara ben servito da Evacuo. Alle Aquile non è però bastato il pari di Germinale al 37’, giunto con un delizioso tocco in mischia, perché un inserimento di Padella al 27’ della ripresa ha riportato avanti i campani in modo irreversibile. Dall’altra parte del tabellone non stecca l’appuntamento il Frosinone: tra le mura amiche del “Matusa” la Salernitana è poca cosa per i ragazzi di Stellone, che in verità portano fin troppo il match per le lunghe raggiungendo il vantaggio soltanto al 70’ con un colpo di testa da due passi di Paganini poi contornato dal 2-0 finale raccolto all’84’ da un tap-in di Carlini dopo una respinta di Gori su Curiale. Il Frosinone, nell’altra semifinale, affronterà un Pisa che si è dimostrato corsaro in quel dell’Aquila imponendosi per 0-1. Al “Fattori”, in una gara molto fisica, gli abruzzesi sprecano innumerevoli occasioni da gol con Pià, De Sousa e Frediani ed il Pisa deve ergere una statua al suo giovane portiere Provedel, decisivo nel disinnescare tutte le azioni offensive aquilane. La porta chiusa dal portiere pisano ha portato poi alla vittoria, raccolta definitivamente grazie ad un colpo di testa di Goldaniga a tre minuti dalla fine.

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