Lecce, i profili dei candidati alla panchina

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Lecce – Fatta la società, si pensa all’allenatore. La prima settimana di lavoro del nuovo corso societario dell’US Lecce si sta svolgendo con il punto fisso all’ordine del giorno relativo alla designazione del nuovo allenatore, perno su cui poi costruire la rosa.

Alla scelta della nuova guida tecnica contribuirà anche la variabile ripescaggio in B, con il Lecce serio candidato al salto di categoria a seguito del fallimento del Parma, della quasi sicura retrocessione d’ufficio del Catania e dell’inchiesta che vede al centro il neopromosso Teramo. Fallita la trattativa con l’ex tecnico dell’Under 21 Devis Mangia e quantomeno lontane le suggestioni che portano ai nomi altisonanti di Serse Cosmi e Domenico Di Carlo, sul taccuino del responsabile dell’area tecnica Trinchera restano i nomi di Domenico Toscano ed Antonino Asta, affiancati nelle ultime ore da quello di Carmine Gautieri. La difficoltà della scelta dettata dalle vicende extracalcistiche che potrebbero regalare la promozione al Lecce condiziona irrimediabilmente la scelta del tecnico. Se già non è parso sicuro l’approccio da adottare al terzo livello nazionale, comunque caratterizzato da un Lecce quantomeno propositivo e battagliero per i quartieri altissimi della graduatoria, necessita di maggiori supervisioni ed accordi l’eventuale spirito tecnico, figlio ovviamente dello stile dell’allenatore, da sfoderare in caso di Serie B. Senza escludere altri probabili piste pronte ad aprirsi per la panchina del Lecce e senza entrare nel merito di eventuali scelte potenzialmente attuabili nel breve, si procederà ad una disamina dello stile dei papabili mister del Lecce, analizzandone passati e impronta data alle squadre.

Domenico Toscano – La promozione in Serie B con il Novara è solo l’ultima campagna vincente di Domenico Toscano, firmatario del salto in cadetteria anche al timone della Ternana, squadra che tutt’ora insidia l’allenatore di Reggio Calabria per la prossima stagione. I primi successi del tecnico però sono stati raggiunti nella terra natia; infatti, dopo i primi tempi alla “Berretti” del Rende, nel 2007 assunse la guida del Cosenza, portandolo in due anni dalla Serie D alla Prima Divisione gestendo poi, con un intermezzo di esonero e richiamo, la stagione nel terzo livello nazionale della compagine cosentina. Nel 2011 poi la chiamata con la Ternana e l’applicazione per vincere del suo 3-4-3, marchio di fabbrica assunto anche nell’altro campionato di Lega Pro appena concluso con il Novara. Con le Fere Toscano la spuntò all’ultimo sul Taranto (anche a causa delle pesanti penalizzazioni inflitte ai rossoblù autori di 70 punti sul campo contro i 63 finali) con 65 punti in cascina e la seconda miglior difesa insieme alla Pro Vercelli, altra neopromossa. In Serie B il credo offensivo dell’allenatore fu un po’ temperato e, grazie all’alternanza con un più abbottonato 3-5-2, la Ternana raggiunse un magistrale nono posto in campionato inanellato anche a causa di un avvio strepitoso. Punte di diamante di quella squadra erano gli uomini d’attacco Nolè e Alfageme ed i perni offensivi Litteri e Sinigaglia a loro volta sorretti dalla regia del centrocampo guidato da Ragusa e dalle intuizioni laterali dell’ex Napoli Vitale. Questa fu l’annata-top di Toscano. La stagione successiva, sempre a Terni, non fu altrettanto gloriosa: dopo 22 partite la società umbra decise infatti di sollevare dall’incarico il tecnico calabrese. Nella lettura di quest’esperienza è da evidenziale l’eterogeneità di moduli e giocatori schierati in campo. Il tanto amato modulo con la difesa a tre durò solo nelle prime quattro giornate (una vittoria, un pari e due sconfitte) e la virata verso il 4-2-3-1, mischiando decisamente carte ed interpreti, non portò grandissimi effetti alla compagine. Dieci sconfitte, sette pareggi e sole cinque vittorie persuasero la Ternana a cambiare guida tecnica. Il riscatto però è fresco. A Novara Toscano riesce a compattare bene un gruppo reduce dalla cocente retrocessione e, in volata su Bassano ed Alessandria, conquista la seconda promozione in Serie B. Come nel salto in alto di Terni, anche a Novara spicca il rendimento dei tre moschettieri offensivi Evacuo, Corazza e Gonzalez, tutti e tre in doppia cifra realizzativa rispettivamente a 14, 12 e 15 reti. Va anche a Toscano parte del merito di scommesse vinte nella città piemontese: prima su tutte il lancio del 17enne Lorenzo Dickmann, terzino dalle belle speranze divenuto una colonna del Novara, e l’assortimento difensivo di uomini importanti come Freddi e Martinelli. Modulo e credo tattico? Costante nei dogmi della difesa a tre e nell’alternanza, in base alla natura del match, del trio offensivo con il centrocampo più folto. Il risultato quest’anno, al di là della promozione raggiunta solo all’ultima giornata, è stato devastante sul piano delle statistiche: i piemontesi si sono laureati campioni del girone con il migliore attacco e la miglior difesa. 

Carmine Gautieri – Carmine Gautieri ed il Lecce. Un rapporto difficile, enigmatico, quasi tormentato. Da giocatore, il destino dell’ex attaccante esterno si stava per incrociare con quello del Lecce nella stagione sportiva 2004/2005, quella del primo glorioso Zdenek Zeman. Gautieri, scelto dal boemo per rimpolpare le fila dell’attacco leccese, lasciò anzitempo il ritiro giallorosso dopo soli tre giorni di allenamento per poi essere scambiato con Pinardi. Da allenatore, già l’anno scorso c’è stato un interessamento del Lecce, non sposato dal tecnico, prima della scelta ricaduta su Francesco Moriero. Le prime esperienze in panchina dell’ex esterno offensivo, tra le altre, di Roma, Bari e Pescara si concretizzarono a Potenza (retrocessione dopo un subentro), Olbia (salvezza tranquilla in Seconda Divisione) ed Empoli Allievi (esonero dopo poco tempo). Nell’estate del 2011 arrivò la chiamata della Virtus Lanciano in prima divisione; con la squadra frentana Gautieri conquistò la promozione in Serie B dopo i play-off battendo le due siciliane Siracusa e Trapani nel rush finale del post-season. Le costanti del vincente Lanciano di Gautieri erano il gioco offensivo ed il 4-3-3, quasi a seguire le orme di quel Zdenek Zeman che tanto lo stima. Gli schemi offensivi del tecnico risaltarono le abilità di Leonardo Pavoletti, top scorer dei frentani con 16 gol, Manuel Turchi e Cosimo Chiricò, autore forse della stagione migliore della carriera. Le garanzie di quella squadra risiedevano però qualche metro più dietro: l’ossatura costruita quell’anno sotto la gestione di Gautieri, formata da Gaetano Vastola, Antonio Aquilanti, Federico Amenta e Carlo Mammarella fa ancora le fortune della Virtus Lanciano in Serie B. Il primo anno tra i cadetti è anch’esso da ricordare: il Lanciano si salva con il diciottesimo posto ma per Gautieri è ora di cambiare: rescissione e contratto con il Bari. L’approccio in B sfoderato dal tecnico prova ad essere lo stesso della Lega Pro, e la salvezza raggiunta col 4-3-3 e la ricerca di gioco propositivo è in cascina. Con il Bari l’avventura non prenderà mai il via a causa delle dimissioni per problemi familiari presentate dopo solo un mese. Nel novembre del 2013 torna in sella ad una panchina di Serie B a Varese, subentrando a Sottili. Le due vittorie iniziali contro Cittadella e Spezia sono solamente un fuoco di paglia e dopo sette sconfitte in quindici match l’allenatore napoletano restituirà il testimone a Sottili. Dal panettone amaro fu l’ultima esperienza in quel di Livorno nella scorsa stagione. Gautieri arriva in riva al Tirreno dopo le dimissioni di Nicola e, dopo un avvio scoppiettante con otto vittorie in dodici match (marchiati sempre del 4-3-3 offensivo) la moria di vittorie costa la panchina di una squadra che lavorava al salto in Serie A.

Antonino Asta – Dal curriculum più fresco, figlio anche della gavetta giovanile, è invece la carriera di Antonino Asta, candidato outsider per la panchina del Lecce. Dopo i numerosi anni spesi nelle giovanili del Torino, squadra alla quale l’Asta calciatore ha dato tantissimo, nel 2012 arrivò la chiamata della Seconda Divisione con direzione Monza. Il dato dei punti basterebbe già a descrivere il lavoro del tecnico: senza la penalizzazione i biancorossi avrebbero vinto il campionato e l’eliminazione nei play-off in finale per mano del Venezia suona come una beffa. Nella stagione successiva, l’ultima della Seconda Divisione, basta un quarto posto ad assicurare la salvezza-promozione. Lo scorso anno il cambio di panchina: per Asta c’è l’ambizioso Bassano, squadra che diventerà la sorpresa del girone A. La matricola giallorossa passerà l’intero campionato nelle altissime piazze della classifica, perdendo la promozione a causa della sconfitta casalinga col Venezia a quattro giornate dalla fine, unico passo falso di un finale di campionato giocato con l’intensità di un rullo compressore. Il pari col Monza alla penultima poi fu la resa finale. L’ex esterno del Torino nella stagione conclusa è stato solito schierare i suoi con un 4-2-3-1 con punti focali il difensore Giusto Priola, i giovani Mattia Proietti (mediano) e Dario Toninelli (terzino destro) e lo scorer offensivo Stefano Pietribiasi, costante in area avversaria con 14 gol davanti all’esterno alto Nolè (10). 

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