Lecce-Pontedera: le pagelle. Caglioni uomo-match, giù Amodio

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Pagelle 2Lecce – 8-7 dopo la roulette russa dei calci di rigore. Il Lecce accede alle semifinali in una partita non adatta ai deboli di cuore. I giallorossi, orfani di Miccoli, resistono fino al 120′ contro un Pontedera ben messo in campo ed a tratti nettamente superiore e conquistano il pass che permette ancora un sogno chiamato cadetteria. La squadra di mister Indiani, più leggera di testa e di gambe rispetto al Lecce, ha meritato di più ma il computo favorevole ai toscani rimane soltanto quello delle occasioni da rete: 7 contro 2 leccesi (Bogliacino al e Salvi al 120′); delle sette palle-gol pontederesi le ultime due, all’87’ ed al 91′ a firma di Arrighini, sono state le piu eclatanti, con Nicolas Caglioni eroe di giornata grazie alle pronte risposte alle occasioni del centravanti toscano. Il ragazzi di Franco Lerda hanno sfoderato una prestazione di grande sacrificio, hanno dato fondo a tutte le risorse disponibili e, nonostante la difficoltà patita nella costruzione di gioco, hanno beneficiato del muro eretto da Nicolas Caglioni, eroico in almeno quattro occasioni. La lotteria dei rigori è finita 8-7 per il Lecce dopo la trasformazione vincente di Giuseppe Abruzzese, seguita all’incredibile errore di Pastore, reo di aver calibrato malamente un “cucchiaio” sopra la traversa; l’errore dell’esterno sinistro del Pontedera ha interrotto una perfezione dal dischetto che perdurava sin dal primo penalty.

Caglioni 7,5: E’ senza dubbio l’eroe di giornata. Se il Lecce è riuscito ad accedere alle semifinali una buona fetta di merito è sua. Il portierone di Seriate mantiene a galla il bastimento leccese con quattro parate pazzesche: bello il tuffo sulla sassata di Caponi al 1’, fulmineo nel riflesso a terra su Arrighini al 7’ ed eroico nell’occasione occorsa a Grassi al 91’; la parata sulla punta pontederese ha un peso triplo sia per la fase più che concitata del match, sia perché un minuto prima Caglioni aveva disinnescato con qualche incertezza un’altra bordata da fuori di Caponi. Non riesce a far cantare i presenti del “Via del Mare” con parate sui rigori, ma rimane l’uomo-partita.

Diniz 6: Continua a giocare nel ruolo di terzino (destro nei tempi regolamentari e sinistro nei tempi supplementari) nonostante la sua condizione non tocchi certamente il cento percento. È scolastico ed efficacissimo nella marcatura su Regoli prima e sul più fresco Pastore poi. Arriva raramente in zona cross ma quando riesce a far partire qualche buon traversone la contraerea toscana riesce a ovviare in qualche modo. Nei tempi supplementari sale in cattedra conquistando tantissimi palloni utili a far respirare e ripartire la manovra. Freddissimo nel calciare un rigore da “dentro o fuori” come il quinto.

Martinez 6: La sua partita è una corrente alternata a ritmi continui: tappa tantissime falle aperte dai compagni della mediana arretrata ma ogni tanto compie qualche leggerezza di troppo in fase di disimpegno, svirgolando qualche pallone di troppo che, soprattutto nei momenti thrilling dei tempi supplementari, fanno trattenere il fiato ai tifosi. Da manuale la sua trasformazione dal dischetto.

Abruzzese 5,5: L’inizio choc della retroguardia giallorossa, tenuta a galla da Caglioni, lo travolge, specialmente nel suo difficile compito di marcatura ad Arrighini, una punta che tende a svariare su tutti i lati dell’attacco. Sbaglia molti lanci all’indirizzo di Zigoni, ma la moria di soluzioni offensive, specialmente con il pallone per terra, lo costringono a continuare ad impostare. Si riscatta parzialmente con il rigore-vittoria.

Lopez 4,5: Non è al meglio dopo l’infortunio occorso durante la vittoria contro il Frosinone e si vede. Un incoraggiante inizio viene seguito da una serie infinita di cross sparacchiati male ed imprendibili per Gianmarco Zigoni e compagni. La sua scarsa propensione a far male è aggravata anche dalla frequente scelta per difficili cross dalla trequarti, preferiti alle soluzioni dal fondo. È parzialmente giustificato dalla condizione precaria ma il Lecce ha bisogno di lui.

(93’ Sales 5,5: Entra per dare quella freschezza in più durante i tempi supplementari, ma non riesce ad andare al di là del compitino.)

Amodio 4,5: Soffre tantissimo nel cuore della zona mediana del campo. Si trova spesso ad inseguire il duo di mezzali Di Noia e Bartolomei, elementi dotati di più gamba rispetto all’uruguagio. Il troppo lavoro di contenimento pregiudica poi fisiologicamente il suo apporto in zona offensiva, infatti l’ex Napoli oggi con la palla tra i piedi ha rallentato spesso la già farraginosa manovra leccese. 

Salvi 5: Cerca di ovviare ad un inizio horror, fatto di frequenti ed evitabili errori in appoggio, con la solita intensità e l’infinito spirito di sacrificio. Il “gladiatore” romano, forse stimolato dalla scelta di Lerda di far scaldare De Rose sin dalle prime battute del match, piano piano risale la china, ma non riesce a dare quella sicurezza vista in altre occasioni. Cerca il jolly da fuori al 120’ ma il suo tiro finisce alto.

Bellazzini 5,5: La sua presenza sulla fascia destra è importante per tenere basso Regoli; l’esterno alto ex Cittadella impensierisce la retroguardia toscana, tanto da costringere Indiani alla gabbia su di lui con Verruschi e Di Noia pronti sempre a dare una mano a Regoli. Dà sempre l’impressione di poter trovare il varco vincente, ma non riesce quasi mai a creare quella superiorità numerica in avanti, letale per le difese avversarie.

Bogliacino 5: L’assenza di Miccoli gli consegna letteralmente le chiavi della squadra. Mariano però non coglie bene l’occasione e non riesce ad esaltarsi a dovere. Bella l’intuizione con il tiro a giro al 20’ che fa la barba al palo (unica occasione giallorossa dei tempi regolamentari), ma unico spunto in mezzo a tanta pochezza. Cerca di sopperire a qualche mancanza con una buona dose di sacrificio nei tempi supplementari e con il perfetto rigore (il primo della serie) insaccato alla destra di Ricci.

Doumbia 5: Giornata no. Ritrova il compagno di asse Walter Lopez, ma dalle loro parti non nascono pericoli per la porta pontederese. In alcune fasi di gioco sembra fuori dal match, in quanto non riesce ad arrivare puntuale sugli inviti, in verità anche un po’ fuori misura, proposti dai compagni. Chiede il cambio al 79’ e Lerda lo accontenta nonostante ci fosse già in difficoltà Tommaso Bellazzini sull’altra fascia.

(66’ Beretta 5,5: Dà un apporto diverso al match rispetto a Doumbia, ma non riesce a capitalizzare la maggiore lucidità mostrata rispetto al francese. Bravo nel prendersi i soliti mille falli e freddo dal dischetto.)

Zigoni 4,5: Vaga senza gloria e senza profitto su tutti i versanti dell’attacco leccese, non riuscendo a tenere molti palloni. La difesa di Indiani lo tiene spesso lontano dalla zona calda, ma nell’unica buona occasione capitatagli tra i piedi lascia partire un tiro debole e telefonato. Battaglia quasi sempre con due difensori sulle palle alte, ma, specialmente su queste soluzioni, da lui ci si aspettava di più.

All. Lerda 5: Opta per Zigoni e Bogliacino immaginandosi un Pontedera chiuso a riccio nella propria trequarti, ma l’atteggiamento sfacciato dei ragazzi di Indiani lo coglie un po’ in contropiede. Gestisce male la situazione del cambio di Beretta per Doumbia, con il claudicante Bellazzini che anch’esso reclamava la sostituzione, ma si rivela coraggioso nella scelta di bruciare l’ultimo cambio con Sales, più fresco in difesa, per Lopez. La sua voglia di far bene, trasmessa con l’immenso nervosismo visto durante i calci di rigore, però è necessaria per il morale del Lecce.

Gli avversari: Pontedera

Ricci 6
Gonnelli 5,5
(113’ Pera SV)
Vettori 6,5
Verruschi 6,5
Pezzi 6
Bartolomei 6,5
Caponi 6,5
Di Noia 5,5
(74’ Settembrini 6)
Regoli 6
(79’ Pastore 4)
Grassi 7
Arrighini 6,5
All. Indiani 7

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