Catania-Lecce, le pagelle. Muro Perucchini

0
263

Catania – Una partita dalle due facce permette al Lecce di conquistare il quinto pareggio consecutivo lontano dal “Via del Mare”. Lo 0-0 rimediato a Catania è dunque figlio di un match a due facce: un primo tempo giocato a mille dai ventidue in campo non basta a sbloccare il punteggio (rigore mancato e traversa per il Lecce, miracoli di Perucchini a dire no agli etnei), rinsaldatosi poi nella ripresa.

Perucchini 8: Ancora decisivo, sontuoso, prodigioso. Le due parate su Calil, straordinaria quella al 39’ per riflesso e lettura, negano la gioia del gol a un Catania generoso e pericoloso anche con i due esterni Falcone e Calderini.

Freddi 6: Ottimi anticipi nei numerosi attacchi condotti dagli avversari, macchia la partita con l’ingenuità che gli costa la presenza nel derby col Foggia.

Cosenza 6,5: A tratti disordinato nel pulire l’area dai continui attacchi avversari, è sempre e comunque efficace. Si vede la sicurezza che trasmette ai compagni anche sul piano mentale.

Legittimo 5,5: Schierato nel terzetto difensivo per contenere gli inserimenti di Calderini, interpreta male qualche traiettoria, facendosi beffare dai calciatori etnei prima degli interventi salva-risultato di Perucchini. Meglio nel secondo tempo.

Lepore 6: Sfiora il gol in avvio, porge tanti cross interessanti per Moscardelli e interpreta bene i dettami di mister Braglia. Cala un po’ nella ripresa.

Salvi 6: Alimenta tante azioni ma sbaglia anche qualche tocco facile. Tiene basso l’estroso Musacci.

Papini 6: I continui ribaltamenti di fronte della prima parte di match gli fanno transitare pochissimi palloni tra i piedi.

(5’st De Feudis 6: Ritorna nella mischia dopo tantissime partite, non va in affanno anche per i ritmi vistosamente calati.)

Liviero 5,5: Un gran contropiede illude un po’ tutti, pronti ad un’altra grande prova dopo quella col Martina. La superiorità sulle fasce mostrata dal Catania frena un po’ le sue ambizioni odierne.

Surraco 5,5: Prima a sinistra, poi a destra, poi ancora a sinistra. I continui cambi di fascia fanno perdere i riferimenti non solo ai difensori di Pancaro, ma anche agli stessi protagonisti dell’attacco.

(39’st Vécsei SV)

Moscardelli 6: Voto di fiducia per il tanto lavoro sporco messo in campo e per l’aver insistito costantemente nella ricerca del gol, fallita anche a seguito della traversa, dopo il rigore calciato male. Fa reparto da solo.

(17’st Caturano 5,5: Pochi palloni toccati, entra quando il leitmotiv della partita è già ribaltato)

Doumbia 5,5: Resta un po’ fuori dal gioco, si fa vedere solo nella costruzione di qualche trama offensiva.

All. Braglia 6: Prova a dare dinamismo al terzetto difensivo con Legittimo per Abruzzese, vista anche la corsa degli avanti rossoazzurri e azzecca parzialmente la mossa. Parzialmente, perché, soprattutto dal binario sinistro, gli etnei costruiscono molte palle gol. Disegna bene i nuovi schieramenti nella ripresa, gestendo bene le due fasi di una partita dal risultato tutto sommato giusto.

Paisemiu è una finestra che permette al lettore di affacciarsi ogni giorno sulle notizie del Salento per sapere cosa accade intorno a noi. Un web giornale che vuole rendere partecipi i propri lettori, che vuole entrare nelle loro case e chiedere loro con quali problemi devono convivere ogni giorno, quali le ingiustizie che devono ingoiare senza che nessuno dia loro voce. A questo dovrebbe servire il “quarto potere”, a dar voce a chi non ne ha, facendo da tramite tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni spesso poco attente alle esigenze della comunità. Auspichiamo quindi di diventare non solo il vostro punto di riferimento nell’informazione quotidiana ma, soprattutto, il megafono dei cittadini per rendere loro un vero e proprio servizio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleL’omossessualità non è una malattia. Si chiuda il profilo Facebook della signora Antonella Persano
Next articleLecce sit in per sostenere l’intitolazione del Teatro Apollo a Carmelo Bene