Auto-stimiamoci

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“So di non sapere” è il paradosso di Socrate, tra i più grandi filosofi di tutti i tempi. Ciò spiega che la consapevolezza della propria “ignoranza” conduce alla saggezza. E’ un passo verso il “conosci te stesso”, massima dello stesso filosofo, assetato di verità e conoscenza, che apre lo squarcio alla mente umana.

La parola chiave per entrare in noi stessi e registrare le espressioni dei nostri tumulti dell’anima è condensata nel termine “autostima”, di cui si parla molto “oggi”. Fondamentalmente essa è il nostro modo di vedere se stessi nelle relazioni con gli altri. Il feedback, cioè la risposta dell’ambiente dà una sottolineatura alle nostre convinzioni. Abbiamo dunque un’autostima alta quando siamo consapevoli dei nostri limiti, ma non ci lasciamo abbattere dagli insuccessi. Ne sono un esempio illuminante gli artisti che si mettono alla prova e riprovano fino a raggiungere spesso il successo condiviso con i propri fan, anche i quali lo collegano a momenti importanti della propria vita.

Invece l’autostima bassa è quella tipica delle persone che nel valutarsi scelgono modelli di riferimento che sono campioni del tutto non rappresentativi, è il caso della donna che non si considera bella perché confronta le proprie forme corporee con quelle delle top model.

E, cosa ancora più grave e da tener presente, che la bassa autostima induce ad essere ansiosi e talvolta a questo seguono gli attacchi di panico. Quindi, attenzione alle “spie” che svelano questi timori. In taluni casi, difatti, la bassa autostima produce senso di impotenza e depressione. Ciò che avverte dentro chi ne è colpito è che c’è qualcosa di sbagliato in ciò che è. Ma vi sono delle sfumature nell’analisi che una persona con questo problema fa di se stessa. Chi ha scarso senso di autoefficacia è incline a questo ragionamento ”questa cosa non la so fare perché non sono competente”. Invece colui o colei che dimostra poca auto stima se ne fa una ragione e pensa di non valere abbastanza. E così si inoltra in un’escalation che va a coinvolgere il pensiero in toto, soprattutto nella capacità di proiettarsi nel futuro prossimo. E’ bene conoscere una realtà basilare che decondiziona il pensiero negativo,  scardinando la tendenza all’”onnipotenza”, causa di impotenza, scusando il gioco di parole, presente nei più: “La nostra ansia non viene dal pensare al futuro ma dal volerlo controllare” (Khalil Gilbran)