Mala tempora currunt, ovvero quando la natura può essere “sufficientemente incredibile”

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Si parla sempre più spesso, riferendoci alla terra, di casa comune, definita da San Francesco «sora nostra madre Terra la quale ne sustenta e governa, / e produce diversi frutti con coloriti flori et herba». Il tema rimanda al rapporto uomo e ambiente che, per la sua importanza e urgenza, in tempi più recenti, è presente nella lettera enciclica Laudato si’ del Santo Padre richiamando al senso di responsabilità e di attenzione allo stesso modo di «come si cura una madre o come si cura una sorella, cioè con responsabilità, con tenerezza e con la pace».

Tuttavia bisogna ricordare quanto la terra, intesa in senso lato come natura, non abbia mai smesso di produrre disastri e, di conseguenza, vittime, tanto da interrogarsi se è amica o meno dell’uomo. Pensiamo, per esempio, all’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., oppure, al terremoto del 28 dicembre 1908 (a Messina e Reggio Calabria) ove si registrarono oltre 100.000 vittime, oppure al violentissimo nubifragio (25-26 ottobre 1954) nella regione Campania, con circa 318 vittime. L’elenco, anche in anni recenti, è lunghissimo e le notizie di questi ultimi giorni continuano a parlare di catastrofi, disastri, ingenti danni e vittime.

Le previsioni metereologiche di buona parte del nostro paese allertano la popolazione per rischi di abbondanti piogge con bombe d’acqua, trombe d’aria, alluvioni, ecc., tanto che il buon senso suggerisce di uscire di casa soltanto per andare a lavorare e/o per necessità.

Le preoccupazioni aumentano di ora in ora e, in aggiunta alla situazione disastrosa e molto critica di Venezia, si annoverano altre città colpite da nubifragi e venti forti, con alberi caduti, allagamenti di sottopassi, ecc. È delle ultime ore la notizia dell’Arno in piena, a Firenze e in altre province toscane, con il triste ricordo dell’alluvione del 4 novembre 1966.

Nel sud vi sono state trombe d’arie, allagamenti vari come le stesse immagini dei media continuano a trasmettere. Pensiamo alla grande voragine apertasi a Napoli, al fiume d’acqua che ha travolto i sassi di Matera e i disastri registrati anche nel Salento con i gravi danni a Porto Cesareo, Gallipoli e un po’ovunque. Può sembrare assurdo ma, citando Oscar Wilde, le notizie e le immagini diffuse fanno credere a tutto «purché sia sufficientemente incredibile».

Difficile individuare le cause, o meglio, attribuire le stesse per quanto sta accadendo in Italia poiché il territorio in sé è fragile con alti rischi geologici. La mancanza di attenzione e/o un rispetto superficiale verso la natura contribuisce ulteriormente a rendere l’ecosistema fragile e quindi più esposto ai vari rischi.  Pur con iterati allarmi e diagnosi degli scienziati sulla salute della terra, qualcuno non si è ancora accorto o non vuole prendere coscienza della nostra convivenza sotto lo stesso tetto. Ogni comportamento sbagliato può compromettere l’equilibrio necessario ad una relazione positiva uomo-natura. Inoltre non si può ignorare l’obbligo morale di consegnare alle generazioni future un mondo pulito, sano e bello, convinti che, per il destino comune, pur godendo del creato, nulla ci appartiene. Pertanto, una conoscenza reale dei problemi impone un profondo senso di responsabilità ed un’educazione al vivere corretto.

Concludo con le parole del fisico Antonino Zichichi le quali, per la loro profondità, aprono al grande mistero, ammettendo: «la Scienza è l’unico strumento che l’uomo possiede per dimostrare, con i fatti, che la Natura è un libro scritto seguendo un preciso disegno».

Ancora una volta ritorna quel «purché sia sufficientemente incredibile» di Wilde a farci «Credere in Dio è più logico e scientifico che credere nel nulla» (Zichichi).

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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