Elogio ai BAR

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Il BAR, luogo ambiguo che raccoglie le genti di tutte le classi sociali, forse l’unico luogo oltre la chiesa che dà equilibrio a quelle disparità esistenti nel nostro mondo. Nell’immaginario comune, è sempre stato discriminato; spesso viene considerato un luogo dove birbanti, ladri e gentaglia va a bestemmiare, bere e parlare male del governo e della società che li circonda.

Ma sarà vero?

Noi non la pensiamo in questo modo; il BAR è un luogo di incontro fantastico, un po’ come un internet virtuale, dove la saggezza popolare la fa da padrona, saggezza fatta non di libri né di studi, ma di esperienza, fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi cosa; avete mai visto il film “Le regole della casa del sidro?” Il dr. Wilbur insegna ad un ragazzino orfano, (Tobey Maguire) il mestiere del medico, che crescendo, diventa piuttosto bravo, al di là degli studi che erano più o meno assenti. Naturalmente parliamo di un film, ma non si allontana molto da quello che, in periodi passati, accadeva in alcune realtà.

Voi vi chiederete cosa centra tutto questo? Beh, Il BAR è la memoria umana di tutte le esperienze, esperienze che non aspettano altro di essere tramandate. Quanto è bello parlare con un contadino che ti insegna come si coltivano i frutti della terra; o con un muratore che ti “educa” su come costruire un muro ben solido; o ancora, qualsiasi anziano che sorseggiando una birra, racconta la storia del nostro territorio. Tutte queste,  sono esperienze preziose che solo davanti ad un bicchiere di fernet, un caffè o di qualsiasi altra bevanda, possono insegnare quella praticità della vita che difficilmente si può apprendere in altri luoghi. Entrando in un bar, i problemi si abbandonano momentaneamente fuori dalla sua porta, è un po’ come se il mondo cambiasse e il tempo si annullasse, i discorsi tra la gente fluiscono liberamente simili a libri già scritti, aiutati da quelle che sono le circostanze. Tutti coloro che noi consideriamo “birbanti” o “fannulloni”, non sono altro che preziosi conoscitori pratici della vita. Una sigaretta, un whisky e le parole, fanno da base a quella conoscenza non libraria, una voce culturale che sa di popolo.

Il BAR è una scuola senza interrogazioni, si impara e si ascolta, senza essere mai messi alla prova di nulla, senza sentirsi davvero in difficoltà; non è un esame, anzi, ci si sente in dovere di imparare ciò che ci raccontano, un’ università popolare che forse insegna più della scolastica odierna. Oscar Wilde diceva: “L’istruzione è una cosa ammirevole, ma è bene ricordare di tanto in tanto che nulla cui vale la pena conoscere può essere insegnato.” Ognuno di noi può interpretare la conoscenza con la massima libertà, quella libertà che spesso dà la vita, quella libertà che cerchiamo ogni giorno, nel lavoro e nella realtà quotidiana che sempre più spesso, ritroviamo in un semplice sperduto BAR di paese.

Classe ‘86, vive a Squinzano, piccolo paese della provincia di Lecce. Fin da adolescente manifesta una forte passione per la scrittura, percepita come insostituibile mezzo di espressione personale e di comunicazione diretta al cuore delle persone. Appassionato di arte, storia ed archeologia, cresce nel quartiere di Sant’Elia, luogo ancora ricco di mistero, dove conduce ricerche e studi su un convento del 1500, effettuando numerose e importanti scoperte archeologiche che gettano nuova luce sul complesso monastico. Scrive su diversi blog e giornali come “Salento Vivo”, “Spazio Aperto Salento”, “L’ORticA”, “Il Trepuzzino”. È in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di scritti con Aletti Editore.

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