Cessione U.S. Lecce: l’ora della svolta

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Lecce – Sembra arrivata alla svolta finale la querelle relativa alla cessione del pacchetto azionario di maggioranza dell’Unione Sportiva Lecce che per mesi ha tenuto con il fiato sospeso l’intera tifoseria giallorossa. 

Era il 12 febbraio quando Savino Tesoro annunciò il disimpegno suo e della sua famiglia dal Lecce Calcio ed allora a creare preoccupazione fu, per lo più, l’ipotesi paventata e poi smentita dallo stesso presidente di una iscrizione della squadra nel campionato di Promozione nel caso in cui nessun imprenditore si fosse interessato alle sorti del club giallorosso. Solo una provocazione, evidentemente, ma anche l’alternativa di un campionato low profile in Lega Pro non era certo ciò di cui una tifoseria ancora ferita da quattro anni di delusioni poteva accontentarsi. Da quel giorno ad oggi, tanti sono stati i nomi più o meno credibili di persone interessate all’acquisto del Lecce, decisamente meno sono stati gli uomini d’affari che hanno posto basi solide per una trattativa reale e concreta. Alla fine, le uniche ipotesi arrivate fino in fondo sono state quelle che per mesi hanno seguito la via del silenzio perché, se è vero che i tifosi hanno il diritto di essere sempre informati sul futuro della loro squadra del cuore, è anche vero che in affari (visto che di affari si tratta per chi compra e per chi vende) generalmente è il silenzio assoluto l’arma vincente. Ed ecco che a giocarsi l’ingresso in società sono rimasti l’avvocato Saverio Sticchi Damiani, vicino alla società giallorossa già da quando a guidarla c’era la famiglia Semeraro, e Giancarlo Mazzotta, imprenditore nel settore turistico e sindaco di Carmiano interessato ad affiancare e non sostituire Savino Tesoro.

Alla fine, a spuntarla pare esser stato l’avvocato Saverio Sticchi Damiani in rappresentanza di una cordata di imprenditori laziali la cui composizione è ancora top secret. Alcuni dei nomi trapelati sono quelli di Massimo Pessina, imprenditore edile milanese, e Vincenzo Onorato, armatore proprietario di Tirrenia. Si parla anche di un eventuale coinvolgimento di Pantaleo Corvino che però, già attivissimo in sede di calciomercato, è legato per un altro anno al Bologna neo-promosso in Serie A e in caso di ritorno nel Salento potrebbe portare con sé Claudio Fenucci ricostituendo così un’organizzazione societaria più articolata che tanto è stata richiesta a Tesoro negli ultimi anni da più parti. Tutte queste, però, sono voci e niente più e quindi, per avere certezze, si dovrà aspettare l’ufficialità della firma e la presentazione della nuova società. L’unica cosa sicura, infatti, è che Savino Tesoro in queste ore si trova a Roma dove dovrebbe firmare a breve presso lo studio romano del professionista leccese, il contratto preliminare di vendita della società che sarà seguito dalla firma del contratto vero e proprio di fronte al notaio.

Salvo clamorosi colpi di scena, quindi, giunge così al termine l’esperienza della famiglia Tesoro alla guida del Lecce durata tre anni.