Lecce-Catanzaro: le pagelle. Doumbia instancabile, Lopez no

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EsultanzaLecce – Due punti che peseranno come un macigno nella corsa alla vetta. Il Lecce impatta per 2-2 contro il Catanzaro e vanifica la possibilità di avvicinarsi alla capolista Benevento, bloccata con lo stesso punteggio al “Torre” di Pagani. Per il secondo anno consecutivo sono i tifosi catanzaresi a festeggiare al “Via del Mare”, questa volta per un pareggio raccolto al 92′ minuto con Maiorano.

DouL’inizio è soft, con la difesa del Lecce che cincischia un po’ troppo con la sfera tra i piedi e il Catanzaro che tenta di costruire delle buone reti di passaggio per scavalcare la resistenza dei salentini. Al 4′ Daffara non riesce a stoppare un pallone sporco uscito da un rimpallo e D’Urso plasma il suo 3-5-2 con Kamarà e Maiorano che tentano di penetrare dalla trequarti prendendosi la sfera. Il Lecce tiene e, al contrario del leitmotiv di questo campionato che vede un Lecce poco cinico sottoporta, passa alla prima occasione utile: Mannini pennella un perfetto traversone per Doumbia che di piatto mette sul palo lontano. Il gol del francese cambia volto alla squadra di Lerda, più fluida nella manovra e più presente dalle parti della retroguardia catanzarese. Al 27′ Di Chiara, stantuffo della fascia sinistra calabrese, tenta il fendente, finito fuori, dal centrosinistra dell’area dopo una prima conclusione ribattuta da Pacciardi. Filipe, più presente e più tranquillo, tesse e cuce belle trame e il Lecce, anche grazie a Lopez e Lepore, regala sprazzi di buon calcio al pubblico, rimasto a bocca aperta per il 2-0, sempre a firma si Abdou Doumbia: il destro da 30 metri che centra il sette è il gol più bello del franco-maliano in giallorosso. Il secondo tempo si muove com un ritmo più lento ma è solo il Catanzaro a giocare, mosso sull’out sinistro da un Di Chiara formato-maxi. Il terzino dalla cresta bionda spadroneggia sulla propria zona di competenza, al contrario di un Lecce incapace di costruire manovre degne. Ilari al 23’ dimezza lo svantaggio premiando l’ennesima palla al centro scodellata da Di Chiara (e corretta da una sponda di Fofana) e il Lecce incassa il colpo come un pugile alle corde. Carrozza non riesce a fare il lavoro di Doumbia, Daffara sfiora il pari che viene evitato dal salvataggio di Martinez e il centrocampo padrone è quello delle Aquile. Il Lecce sembra tenere in qualche modo, anche con l’ingresso di Kevin Vinetot con conseguente passaggio al 5-3-2, ma l’eccessivo schiacciarsi nella propria area è punito al 47’: su una respinta della difesa Maiorano ha il tempo per stoppare e mirare l’angolo, centrato con un destro che tocca entrambi i montanti prima di superare docile docile la linea di porta.

Caglioni 5,5: Partita caratterizzata da incertezze per l’estremo difensore giallorosso, punito beffardamente dal colpo di biliardo di Maiorano dopo 90′ caratterizzati da due incertezze, sul tiro di Daffara al 26’ della ripresa e nel finale di match con un’uscita di pugno dove la sfera viene schiacciata involontariamente a terra.

ManniniMannini 5: Il suo proporsi sulla fascia destra è l’unica chiave di volta dell’attacco giallorosso nel primo tempo. Soffre l’assenza di un esterno naturale sulla sua corsia, ma il cross che favorisce l’1-0 di Doumbia è una sua bella invenzione. Questo primo tempo da protagonista fa però bilancia con una ripresa da fantasma, dove sulla zona di competenza Di Chiara spadroneggia senza farlo respirare in nessun modo. Peccato, sembrava l’ennesima sua bella partita.

Martinez 6: L’inizio di partita, con la difesa salentina che ha difficoltà a giocare la palla in difesa, lascia quasi presagire l’infausto finale dove la difesa del Lecce si schiaccia tutta nei propri sedici metri tanto da dare tempo e occasione per il 2-2. Qualche intervento in scioltezza, l’inzuccata che toglie la sfera dalla porta dopo la mezza incertezza di Caglioni e la marcatura attenta su Kamarà gli fanno guadagnare la sufficienza.

Abruzzese 5,5: Gli scontri aerei al limite dell’area sono spesso vinto da Fofana, attaccante vecchio stampo che rende difficile il compito al difensore andriese. Si ritrova invischiato nella pochezza tecnica che porta la partita a giocarsi quasi esclusivamente nella metà campo del Lecce, con conseguente mischione che porta al gol Ilari al 23’. Tampona finché può.

Lopez 5: Le due svirgolate all’inizio lasciano presagire la partita da flop dell’uruguagio, mai pungente coi suoi cross e irrimediabilmente nervoso per contenere l’ex Perugia Manuel Daffara, perso più volte sia in avvio sulle palle alte che nella seconda parte della ripresa. Rivedibile è dir poco.

LeporeLepore 6: Lotta e si sbatte in una zona, ripetiamo, non sua lottando contro un centrocampo più denso e mobile rispetto a quello leccese. La sua volontà meriterebbe altri sbocchi, quando si allarga sull’out destro costruisce buone trame con Mannini. Nella ripresa alza bandiera bianca anche lui, non catalizzando qualche buon contropiede.

Filipe 5,5: Dispiace vederlo ancora così spaesato e con un rendimento al 90’ ancora insufficiente per l’ennesima volta. E dire che nel primo tempo stava cominciando a girare bene, partecipando attivamente al giropalla offensivo di cristallina qualità, dopo il solito inizio con più passaggi indietro che in avanti. Nei secondi 45’ rimane negli spogliatoi e si limita a coprire la sua zona di campo assistendo alla crescita del Catanzaro prima di lasciare il posto a Papini.

(23’st Papini 5,5: Entra proprio dopo il gol dell’1-2 per scuotere una squadra che, e speriamo di no, aveva già tirato i remi in barca dando per conquistata una partita che si stava mettendo nella situazione migliore. Cerca di dare il solito schermo davanti alla difesa, ma nell’azione del pari di Maiorano forse spettava a lui uscire sul centrocampista catanzarese pronto a battere a rete.)

Sacilotto 6,5: Il motore buono ed efficiente di un centrocampo che stenta a impressionare. Vince tutti i contrasti aerei che gli capitano, s’inserisce mille volte nell’area avversaria non raccogliendo gli inviti dei compagni restii a verticalizzare. Tanta sostanza, con ottima qualità.

MoscardelliMoscardelli 5,5: Il campo umido di oggi e la riproposizione nel ruolo di attaccante destro lo limitano esponenzialmente nelle sue folate offensive, poco pericolose se innescate dalla corsia destra offensiva, con puntualmente presente la copertura di due difensori. È spesso lontano dal cuore dell’azione e non riesce a pungere in modo fatale sulle palle alte. Dopo il gol di Ilari torna encomiabilmente, come sempre, in difesa, ma il suo aiuto alla retroguardia non basta per evitare un pari che ha il sapore amaro inconfondibile della beffa.

Della Rocca 5,5: Altra partita incolore dell’attaccante brindisino, spaesato e poco servito per i suoi consueti compiti di sponda e dai-e-vai. Dovrebbe essere il terminale delle reti di passaggi che, ahinoi solo nel primo tempo, caratterizzano il gioco del Lecce ma si trova sempre lontano dalla zona calda che fa male alla difesa avversaria.

(37’st Vinetot SV)

Doumbia 7: L’unica nota lieta di una giornata da archiviare presto. Con il suo piattone mette la firma sul vantaggio alla prima occasione utile e, alla seconda, disegna un esterno destro da 30 metri che s’infila sotto la traversa. Nel secondo tempo sarebbe stato l’uomo migliore per capitalizzare i fisiologici contropiedi scaturiti dallo sbilanciamento offensivo del Catanzaro, ma Lerda lo rileva inspiegabilmente.

(16’st Carrozza 5: Il suo ingresso dovrebbe essere letale in fase di ripartenza, ma la sua verve non viene mai innescata dai compagni e la conseguenza è la peggiore: l’ex Spezia rimane ai margini di una partita caratterizzata dall’intensità e dalla tenacia delle Aquile di D’Urso.  )

All. Lerda 4,5: Paura di vincere o troppa fiducia nei propri mezzi? La gestione della ripresa del tecnico di Fossano è un coefficiente a funzione diretta di queste due variabili da evitare, specialmente se si è una grande squadra. Per la prima volta conferma lo stesso undici della partita precedente dal 1’, ma le condizioni di Lecce-Catanzaro sono ben diverse da quelle di Aversa. La sostituzione di Doumbia, l’uomo dei contropiedi ammazza-partite, sembra un cambio a dir poco avventato. Perché non irrobustire subito il centrocampo per rispondere a muso duro all’intensità catanzarese e aiutare le fasce (specialmente la destra con il debordante Di Chiara) con i raddoppi? Si sa, ai posteri è tutto più facile, ma interrompere così la serie positiva di vittorie casalinghe fa male, soprattutto alla vigilia di uno scontro campale come quello del “Vigorito” di domenica contro il Benevento. 

Gli avversari: Catanzaro

Scuffia 6

Ricci 5,5

Rigione 6,5

Ferraro 6

Daffara 6,5

Maiorano 6,5

Vacca 6,5

Pacciardi 5,5

(10’st Ilari 7)

Di Chiara 7,5

Fofana 6

Kamarà 6,5

All. D’Urso 6,5

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