L’analisi: capoliste annebbiate ma con diversi effetti, c’è tempo per sognare?

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AnalisiLecce– Il Lecce continua a correre e lo fa in sicurezza con la vittoria casalinga contro l’ultima della classe Paganese. Il 2-0 con il quale i giallorossi hanno archiviato la pratica campana giunge in una giornata dove nei piani altissimi le battistrada Perugia e Frosinone non si sono espresse al massimo delle loro forze, ma con diversi effetti: se i ciociari sono riusciti in qualche modo ad arrivare ai tre punti, la sconfitta del Perugia (1 punto in 2 partite) fa suonare l’allarme rosso agli umbri, costretti ad inseguire il Frosinone che però deve ancora ancora scontare il turno di riposo, già smarcato dalla truppa di Camplone.

Vittoria da grande squadra– Il 2-0 con il quale i giallorossi hanno regolato la Paganese, compagine che anche al “Via del Mare” ha palesato i difetti che la rendono la “cenerentola” del campionato, ha dimostrato ancora la compattezza del gruppo coordinato da mister Franco Lerda, bravo a superare in scioltezza l’iniziale difficoltà causata dall’ingenuo “rosso” a Kevin Vinetot costruendo gioco e azzeccando tutte le mosse, a partire dal rilancio di Gilberto Martinez nel ruolo di secondo centrale al posto dell’adattato D’Ambrosio. Il tecnico azzurrostellato Belotti ha peccato di eccessiva timidezza quando, con il Lecce in dieci, ha continuato la conduzione della partita basandosi sempre sul contenimento delle folate giallorosse con almeno 9 uomini deputati maggiormente alla fase difensiva. Il maggior tasso tecnico dei ragazzi di Franco Lerda alla lunga ha portato una serie di guai alla Paganese, infatti, le occasioni sono state tutte di marca giallorossa, timbrate da Miccoli, Barraco e Lopez. L’espulsione di Palomeque, giunta alla mezz’ora del primo tempo, ha ristabilito la parità numerica in campo ed ha fatto da apripista al gol del vantaggio di Lopez, giunto su un perfetto schema orchestrato da una punizione ben battuta da Fabrizio Miccoli. La realizzazione del terzino uruguaiano ha ribaltato le sorti del match rispetto all’inizio-shock ed ha permesso un secondo tempo più tattico ed accorto al Lecce, che con Sales per Barraco si è coperto ancor di più per non rischiare nulla su eventuali folate azzurrostellate. I campani, salvo un quarto d’ora caratterizzato dall’assenza di palle buone per gli attaccanti giallorossi, non hanno però mai trovato lo specchio della porta di Filippo Perucchini, in giornata di semi-riposo ieri, salvo il disimpegno dell’ordinaria amministrazione con due buone uscite. Laurent Lanterì a tratti ha acceso il suo talento ma non è stato supportato dai suoi compagni e non è stata giornata ieri per gli attaccanti De Sena e Novothny, incapaci di collezionare delle buone palle gol. L’attacco del Lecce non ha beneficiato di una buona prestazione del suo capitano Fabrizio Miccoli, ancora a secco in fase realizzativa al “Via del Mare”, ma sempre pericoloso nella veste di suggeritore per l’altra punta “Jack” Beretta, elemento eclettico, completo e fisicamente straripante, come nell’azione che ha portato alla seconda espulsione azzurrostellata ed al gol del 2-0, firmato da Adriano Ferreira Pinto dagli undici metri.

È crisi Grifo?- La giornata di campionato disputatasi ieri ha creato molti spunti di riflessione, rappresentati principalmente dalla sconfitta dell’ex capolista Perugia e dalla vittoria di misura della nuova battistrada Frosinone. La squadra di Camplone è stata sconfitta dal Pisa per 2-1 dopo un primo tempo horror del reparto arretrato umbro, costellato da tanti errori grossolani della coppia centrale perugina che hanno favorito lo scatto del Pisa, bravo a portarsi sul 2-0 con Napoli e Arma; al primo tempo da censura per il pacchetto arretrato umbro è seguita una ripresa dove il Perugia ha costruito molto ma senza il dovuto cinismo sottoporta, e neanche il 2-1 regalato da Provedel a Mazzeo ha scosso gli avanti perugini, imprecisi sottoporta con Eusepi e Fabinho. Il Frosinone ringrazia e stacca il Perugia grazie al 2-1 maturato contro l’Esperia Viareggio. I ciociari si sono imposti di misura in una partita brutta e piena di errori sottoporta; a recriminare sono ancora le “Zebrette” di Cristiano Lucarelli, capaci di recuperare il vantaggio di Curiale (“cucchiaio” dagli undici metri) con la sassata di Piana e di sfiorare per più di un’occasione il 2-1 prima dell’inesorabile nuovo vantaggio gialloblù arrivato con Carlini. Al quarto posto si ripresenta il Benevento, confermandosi sempre più implacabile tra le mura amiche del “Vigorito”: a farne le spese della furia degli Stregoni  è il Gubbio, prossimo avversario del Lecce, sconfitto con un inesorabile 3-0 caratterizzato dalle reti di Mengoni, Signorini e dell’ex Lecce Melara. L’Aquila allenta la morsa sulle zone altissime della classifica e cede il passo alle ambizioni playoff del Grosseto, ottavo a quota 31 assieme alla Salernitana, che si impone nella sfida dello “Zecchini” grazie al gol, giunto a quattro minuti dalla fine, di Matteo Legittimo; gli abruzzesi hanno anche fallito un calcio di rigore con De Sousa. Il Catanzaro si assesta al settimo posto grazie al 3-0 a tavolino contro la Nocerina e la Salernitana si conferma in coda al treno playoff ed in leggera risalita dopo il 2-1 dell’”Arechi” contro l’Ascoli: scatto granata nella ripresa con Mendicino e Gustavo e gol della bandiera ascolano sancito dall’autorete di Pestrin (passato nel calciomercato di gennaio proprio dal Picchio alla Salernitana). A ridosso della zona playoff risorge il Prato, tornato alla vittoria dopo ben 8 partite; i Lanieri gioiscono davanti al proprio pubblico del “Lungobisenzio” e battono Pontedera con un sonoro 2-4: 2-0 pratese con Romanò e Cavagna, vantaggio dimezzato dal bomber Arrighini, 3-1 di Magnaghi, gol della speranza pontederese di Pera e segnatura scaccia-fantasmi di Corvesi.   

 

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