Casertana-Lecce: le pagelle. Diniz baluardo, Caglioni in ritardo

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BolliniCaserta – Il Lecce fallisce l’importante crash test di Caserta e cede il passo ai falchetti che s’impongono per 1-0 in una partita equilibrata, tattica e combattuta in ogni porzione del campo; a decretare la vittoria dei padroni di casa ci pensa Karamoko Cissè, caparbio nello sfruttare l’incertezza di Nicolas Caglioni, restio a lasciare i pali in tempo a beneficio dell’attaccante ex Albinoleffe, lesto nell’anticiparlo nell’area piccola con un tocco beffardo.

La sconfitta di oggi rappresenta tre passi indietro sul piano del rendimento: i giallorossi, fallito il vantaggio in avvio con una traversa di Embalo, non hanno proposto delle interessanti trame offensive, mettendo alla prova i riflessi di Fumagalli solo con qualche tiro da fuori, disinnescato dall’estremo avversario, salvo il guizzo di Sacilotto a metà ripresa, dove però ancora il portiere ex Melfi ha risposto da campione. La vittoria della Juve Stabia allontana il terzo posto di 3 punti, con il Lecce, agganciato dalla Casertana a quota 48, invischiato in una lotta a quattro per la quarta piazza che vede coinvolte, oltre alla formazione di Campilongo, anche le redivive Foggia e Matera, riaffacciatesi nei quartieri altissimi della classifica dopo i successi su Ischia e Reggina, due squadre che a Lecce evocano strani ricordi.

CaglioniCaglioni 5: L’errore al 57’, quando Rajcic lancia per Cissè, pesa tantissimo nell’economia di una partita ad alta tensione, data anche l’alta posta in palio. Rimanere tra i pali su quello spiovente indirizzato al lato lungo dell’area piccola ha permesso l’anticipo al veloce attaccante rossoblù che, concretizzato lo scatto, ha spiazzato il portiere mandandolo dall’altra parte. Decisamente in ritardo.

Mannini 6: Gioca meglio rispetto a sette giorni fa, sbarrando bene le iniziative di Diakitè prima e Cunzi poi. Nella ripresa si stacca più volte in avanti, ma raggiunto il fondo non riesce mai a mettere quel pallone decisivo per i compagni piazzati in area. Gioca a testa alta, almeno sul piano dell’intensità dà sempre la sensazione di voler incidere; peccato che oggi non basti per gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Diniz 6,5: Intavola un duello senza esclusione di colpi con Cissè e, nonostante il gol-vittoria del guineano, ne esce sommariamente vincitore. Una sua chiusura sul centravanti avversario, al minuto 57, ha il peso specifico di un gol. Negli uno contro uno non lascia mai spazio vitale, non permettendo mai la conclusione lucida verso la porta. Senza Abruzzese, contro la Juve Stabia sarà lui il condottiero della difesa.

Abruzzese 6: La partita, giocata a fasi alterne soprattutto nei primi 45’, non gli porta mai momenti d’affanno. All’inizio della ripresa si becca il “giallo” che lo costringerà a saltare il match di venerdì. Assenza pesante.

Lopez 5,5: Dalle sue parti agisce Mancino, elemento più insidioso negli scambi che nelle penetrazioni sulle fasce a cercare il fondo. Cerca di fare il compitino ma, incassato il gol del vantaggio avversario, gioca troppo a testa bassa, scagliando alla disperata qualche pallone che magari poteva essere gestito meglio intavolando delle azioni manovrate.

Salvi 6: La partita è giocata molto nel cuore del campo, a mantenere alta la tensione su ogni pallone giocabile specialmente nel confronto tra i due terzetti. L’ex Treviso non riesce a imporsi, lottando comunque su ogni pallone e, di conseguenza, mancando di presenza nei sedici metri avversari. Bollini, una volta incassato il gol del vantaggio, lo sacrifica per inserire Manconi.

(23’st Manconi 5: Della sua presenza in campo ne rimarrà traccia solo nei tabellini. Entra per dare brio alle azioni offensive del Lecce, ma, anche per colpe non sue, si ritrova a macinare chilometri quasi sempre senza palla. Quando riceve la sfera inciampa quasi sempre nella gabbia difensiva disposta da Campilongo. Finisce da centravanti ma il risultato non cambia.)

Papini 6: Il motore del centrocampo salentino cerca di censire il traffico in entrata ed in uscita dalle sue parti, assicurando un efficiente filtro per la “pulitura dei palloni sporchi”; cerca il guizzo da lontano, non trovando il sette della porta difesa da Fumagalli. All’inizio della ripresa esce dal campo malconcio, portato via dalla barella, dopo un duro scontro di gioco; tutti sperano in un suo pronto recupero. Sopperire all’assenza di uno come lui non sarebbe facile per gli equilibri di questo Lecce.

(9’st Filipe 5: Entra per dare ordine alla manovra ma si ritrova in un frullatore a tratti incontrollabile per i suoi tempi di gioco nella posizione di mezzo destro. Quando riesce a calarsi nel match, recita il suo ruolo scomodo nel gol del vantaggio casertano: Rajcic lo dribbla troppo facilmente prima di mettere in moto Cissè.)

Sacilotto 6: Utile tatticamente, sbaglia il meno possibile su ogni tocco. Come col Messina, comincia sul centrodestra e finisce da play. Peccato per quel colpo di testa, raccolto con un movimento perfetto tra i due centrali Mattera e Rainone.

Embalo 5: Comincia benissimo, da solo mette seriamente alla prova l’intero quartetto difensivo, sfiorando il gol in solitaria con una percussione al 7’ conclusa con una sassata che si stampa sulla traversa. Ha tanta voglia di emergere, ma le sue giocate riflettono ancora il talento a tratti acerbo qual è, come un recupero al 25’ su una palla quasi persa che per poco non crea grossi grattacapi a Fumagalli. “Diamante grezzo” nel primo tempo, pietra priva di valore nella ripresa: nella seconda parte di match trotterella tra fascia destra e fascia sinistra rimanendo ai margini.

MoscardelliMoscardelli 6: Prosegue nel suo periodo di sommaria sufficienza senza grossi acuti. Si sobbarca come sempre il peso dell’attacco giallorosso, sportellando coi centrali avversari ed aprendo vie agli esterni offensivi, ma le sue giocate personali, per lo più punizioni e tiri da fuori scagliati appena possibile, non trovano il bersaglio grosso. È protagonista degli attacchi fallendo spesso il secondo dribbling. Il reparto offensivo del Lecce è ancora Moscardelli-dipendente?

(34’ Miccoli SV: L’avvicendamento con Moscardelli, discutibile per il suo contenuto dato il risultato della partita, lo porta quasi ad entrare in un meccanismo “non suo”. Perché il Lecce prosegue a giocare con lanci lunghi e cross invece di servirlo per aprire eventuali squarci nelle mura difensive casertane? Vederlo così ai margini, a vagare senza successo prima al centro dell’attacco e poi sul versante destro, fa male.)

Gustavo 5,5: Ogni suo veloce movimento a cercare la superiorità numerica viene braccato dai frequenti raddoppi casertani. Male nei cross verso il fulcro del gioco Moscardelli, non riesce ancora ad andare oltre la prestazione incolore. Anche lui perso nei meandri del “Pinto” nella ripresa.

All. Bollini 5: Il passaggio a vuoto nel primo match del trio infernale non può che far registrare qualche allarme nel suo Lecce. S’approccia bene alla partita, cercando di fare imporre il gioco ai suoi ma, una volta chiuse le fonti di gioco, fatica a trovare nuove buone idee e, giocoforza, il leitmotiv tattico degli undici in maglia bianca si riduce a lunghe ed improduttive sventagliate in avanti. Il cambio obbligato di Romeo Papini lo obbliga a rivedere i piani offensivi per centrare un’ipotetica vittoria nei secondi 45’. Per non “tradire” il suo credo rinuncia all’assedio finale a trazione totalmente offensiva e, per far entrare Fabrizio Miccoli, toglie dal campo Davide Moscardelli, potenziale beneficiario delle intuizioni del Romario del Salento; così facendo aiuta il compito del quartetto difensivo rossoblù, mai in affanno salvo una disordinata mischia nel finale dove Abruzzese controlla male il pallone. Con i (forse) quattro indisponibili venerdì, sarà dura affrontare la Juve Stabia.

Gli avversari: Casertana

Fumagalli 6,5

Idda 6

Rainone 6

Mattera 6,5

Tito 6

Marano 6

Rajcic 6,5

De Marco 6

Diakitè 6

(45’ Cunzi 5,5)

Cissè 7

(39’st Ricciardo SV )

Mancino 6,5

(31’st Kolawole SV)

All. Campilongo 7

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