Punto di vista – Frati Cappuccini a San Giovanni Rotondo: “imprenditori” attorno a Padre Pio?

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“Pax et bonum” ovvero pace e bene, questo è uno dei leit motiv dei frati minori cappuccini, ordine nato intorno al 1525 dal frate francescano Matteo da Bascio, convinto che lo stile di vita dei suoi confratelli di allora non corrispondesse a quello voluto dal padre fondatore Francesco di Assisi: carità, solitudine e penitenza. Ad oggi, purtroppo, anche questo ordine ha perso un po’ la strada maestra, basta recarsi, infatti, a San Giovanni Rotondo per rendersi conto dello sfarzo e della speculazione che ruota attorno al povero San Pio.

Uno dei problemi che qui poniamo all’attenzione del lettore non riguarda i commercianti “al di fuori del Tempio”, ma quelli al suo interno; non si può infatti fare a meno di notare, dopo la conclusione della visita alle spoglie del Santo, un piccolo chiosco all’interno della struttura che vende (anche a prezzi piuttosto elevati) ogni genere di oggettistica con sopra stampata l’immagine del frate. Ma quello che più ci ha turbati, durante la visita al Santo, nella chiesa nuova (ricordiamo che l’inverno il corpo viene spostato nel luogo originario ovvero la chiesa antica, mentre l’estate nella chiesa nuova), è una certa superficialità con cui viene gestito il flusso dei pellegrini e l’atteggiamento poco rispettoso dei curiosi (perché molti sono curiosi e non fedeli). Gente che urla per accaparrarsi un posto in prima fila, ride e “starnazza” come se si trovasse in un bar, senza nessun tipo di rispetto del luogo; la beffa però avviene nel momento in cui questi curiosi si trovano davanti al Santo: pregano? No. Chiedono perdono per le loro manchevolezze? No. Contemplano pensando al modo per cambiare la propria vita da peccatori? Neanche. Loro fanno foto, un mucchio di omuncoli che si spintonano bloccando la fila, con il solo obiettivo di fare una foto al volto del povero fraticello, una foto che verrà pubblicata sui social, simbolo del decadimento di una società orami senza speranza.

Ci piacerebbe chiedere a tutti questi fotografi improvvisati, come si sentirebbero se qualcuno fotografasse la salma di un loro parente da poco defunto, quale sarebbe la reazione? La prenderebbero di certo come una mancanza di rispetto. Tutto ciò per un credente è davvero inaccettabile, anche perché in molti musei d’Italia, è vietato fare fotografie a dipinti o reperti antichi, perché allora non vietarle, a maggior ragione, al nostro Santo da Pietrelcina? In questo modo, si limiterebbe la sosta davanti alla salma per motivi futili, si penserebbe di più a pregare e soprattutto si avrebbe rispetto per una delle figure più importanti del ‘900.

Noi facciamo appello al buon senso dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo e chiediamo di gestire diversamente questo scempio mercatale che si è creato attorno alla figura di Padre Pio, domandandosi, soprattutto, se davvero il nostro amato fraticello avrebbe voluto tutto questo e non un riposo “tranquillo”.

Classe ‘86, vive a Squinzano, piccolo paese della provincia di Lecce. Fin da adolescente manifesta una forte passione per la scrittura, percepita come insostituibile mezzo di espressione personale e di comunicazione diretta al cuore delle persone. Appassionato di arte, storia ed archeologia, cresce nel quartiere di Sant’Elia, luogo ancora ricco di mistero, dove conduce ricerche e studi su un convento del 1500, effettuando numerose e importanti scoperte archeologiche che gettano nuova luce sul complesso monastico. Scrive su diversi blog e giornali come “Salento Vivo”, “Spazio Aperto Salento”, “L’ORticA”, “Il Trepuzzino”. È in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di scritti con Aletti Editore.

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