L’omertà sul Divo

0
548

Il punto di vista

Giulio AndreottiQualche giorno fa se ne è andato Giulio Andreotti. È stato di sicuro uno dei simboli della cosiddetta Prima Repubblica, di quell’oscuro periodo di segreti di Stato, e proiettile, ed esplosioni. È stato il nostro periodo più tenebroso, senza dubbio. E tante volte, in tanti processi e da tanti pentiti, è stato fatto il suo nome.

Con la sua morte, tutti i suoi colleghi politici si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni ai microfoni di fronte a telecamere o taccuini. E quel che è sconvolgente è che quasi tutti sembravano aver paura di dire qualcosa di troppo male. Tanti ne parlavano pure bene, descrivendolo come grande statista, un uomo onesto e probo in un periodo di tensioni interne ed esterne (non dimentichiamo che era stata proprio la Guerra Fredda a dividere il mondo e le nazioni, Italia compresa, in una contrapposizione tra i blocchi filo-sovietici e filo-americani).

Ma tutti questi elogi non sono arrivati solo da Casini, il quale presiede il partito che è l’erede naturale della vecchia DC, ma anche da rappresentanti di altri partiti. Tranne poche voci fuori dal coro, la dichiarazione più forte che si è sentita è stata “sarà la storia a giudicarlo”.

È comprensibile e condivisibile il rispetto verso chi non può più rispondere, ma sembra aver dimenticato che Andreotti è stato riconosciuto in tribunale come colluso con Cosa Nostra. E per molti anni oltretutto. Sembrano tutti essersi dimenticati che i contatti coi boss mafiosi sono stati accertati, come la sua concussione fino almeno al 1980. Sembrano essersi dimenticati di persone come Piersanti Mattarella e tutti coloro che, contro la mafia, hanno combattuto, e spesso hanno pagato a caro prezzo questa battaglia.

Ma perché tutti cercano di dire il minor male su Andreotti? Perché il suo nome, anche ora che non c’è più, continua a far paura e a mettere in soggezione? Perché il modo andreottiano di procurarsi voti è valido ancora per molti politici? Perché, per cristiana carità, nel momento della morte non si dovrebbe parlare male di nessuno, a prescindere da ciò che ha commesso in vita?

Ma se fosse davvero l’ultima delle ipotesi quella reale, cioè quel tacito revisionismo che serve a far passare il momento senza doversi esporre troppo, non è un’offesa tremenda a chi di mafia c’è morto, e continua a morirci anche ora? 

{loadposition addthis}

Paisemiu è una finestra che permette al lettore di affacciarsi ogni giorno sulle notizie del Salento per sapere cosa accade intorno a noi. Un web giornale che vuole rendere partecipi i propri lettori, che vuole entrare nelle loro case e chiedere loro con quali problemi devono convivere ogni giorno, quali le ingiustizie che devono ingoiare senza che nessuno dia loro voce. A questo dovrebbe servire il “quarto potere”, a dar voce a chi non ne ha, facendo da tramite tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni spesso poco attente alle esigenze della comunità. Auspichiamo quindi di diventare non solo il vostro punto di riferimento nell’informazione quotidiana ma, soprattutto, il megafono dei cittadini per rendere loro un vero e proprio servizio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleIl Lecce “Reclama” contro l’ingiusta ammenda
Next articleLecce: l’ultima battaglia