Luoghi silenti e strabilianti: il cimitero monumentale di Lecce

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Lecce – Bastano pochi passi a partire dalla chiesa di S.Nicolò e Cataldo per entrare in un’altra dimensione, che non è quella dell’aldilà ma di un di qua che merita attenzione e memoria, il giardino funebre conosciuto come cimitero monumentale.

La prima tomba che incontreremo è quella del ben celebre tenore Tito Schipa, conosciuto come usignolo d’Italia. Anche se ricordato quotidianamente a mezzogiorno in piazza S.Oronzo, con la sua voce che si diffonde nell’aria a memoria della sua grandezza e bravura, qui al cimitero non merita tanta attenzione, con fiori rinsecchiti in qualunque momento dell’anno, spesso polvere ed incuria attorno alla sua casa eterna. Stessa sorte per tutti i meravigliosi monumenti funebri, statue, decori in pietra, cappelle, mausolei che occupano un spazio considerevole ricco di storia e bellezza, tra simboli misteriosi e racconti d’oltre mondo.
Teschi, compassi, elementi egizi a decoro e raccordo, epitaffi e colonne, pinnacoli e guglie neogotiche, rosoni e archi si presentano in tutta la loro maestosità a raccontarci un’altra epoca, tra metà ottocento e novecento.

Che gran peccato camminare tra vialetti sconnessi immersi tra cipressi e oleandri, eucalipti ed abeti, e vedere pezzi che cadono, metalli in rovinoso stato di corrosione, sepolcri che necessitano restauro. Un luogo certamente singolare, già osservato e fotografato dall’artista Caterina Gerardi che meglio di chiunque altro è riuscita a fermare momenti e scorci fatti di poesia e solitudine, visibili nella pubblicazione ”La Città ultima, storie e immagini del cimitero di Lecce”, per Besa editore . Chissà cosa direbbe il grande poeta Vittorio Bodini che qui riposa, traslato dal cimitero del Verano di Roma nel 2010.

…“Quando tornai al mio paese nel Sud,
dove ogni cosa, ogni attimo del passato
somiglia a quei terribili polsi dei morti
che ogni volta rispuntano dalle zolle
e stancano le pale eternamente implacati,
compresi allora perché ti dovevo perdere:

qui s’era fatto il mio volto, lontano da te,
e il tuo, in altri paesi a cui non posso pensare.
Quando tornai al mio paese nel Sud
Io mi sentivo morire.”…