La presenza di Sant’Antonio Abate e da Padova a Scanno

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Statua di Sant’Antonio Abate nell’omonima chiesa

Nella piccola località di Scanno (AQ), immersa nel verde del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise oltre a colpire la presenza di un lago a forma di cuore, incuriosisce il cospicuo numero di luoghi sacri, palazzi con relativi portali, scalinate, viuzze, piazze, due fontane, archi e quant’altro che impreziosiscono la cittadina anche dal punto di vista storico, architettonico e artistico.

A dire il vero per il turista che arriva per la prima volta, predisponendosi alla bellezza, non ha nemmeno bisogno di una guida perché nella centralissima piazza, alle spalle della Chiesa di Santa Maria della Valle e adiacente a via Henry Mancini (già via Roma), una donna, vestita con abiti tradizionali, è pronta a dare il benvenuto e a fare da cicerone. Trattasi in realtà di una statua in bronzo che, pur nel silenzio, comunica a curiosi e sensibili un passato affascinante.

Statua realizzata dall’artista scannese Alessandro D’Antonio

Ritornando ai luoghi di fede, partendo dai più distanti, se l’Eremo di Sant’Egidio e la Chiesa della Madonna del Lago esprimono un fascino particolare, all’interno delle mura si possono ammirare altre chiese tra cui Santa Maria della Valle, riconoscibile dal suo campanile alto 35 metri e visibile da vari punti del paese, Sant’Eustachio (santo patrono festeggiato il 20 settembre), San Rocco, Santa Maria di Costantinopoli e ancora  quelle di San Giovanni Battista, di Santa Maria delle Grazie  e di San Liborio.

Merita un’attenzione particolare la presenza insolita nel medesimo borgo di una chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate (detta anche la chiesa del Barone perché la statua del Santo apparteneva ai baroni del luogo) ed un’altra a Sant’Antonio da Padova.  Quella dedicata al santo del fuoco e protettore degli animali è una delle chiese più piccole e si trova in Strada Ciorla, su una salita impegnativa venendo dal centro, tanto che la presenza di un fontanino e di una panchina esterna sembra quasi offrire un piccolo ristoro alla fatica del turista. A parte l’incerta ipotesi sulla sua fondazione (l’epigrafe all’interno indica che sia stata eretta da Ettore Ciorla nel 1569) è curioso quanto accade nei giorni della festa, ovvero il 16 e 17 gennaio. La sera della vigilia, dopo la Messa, fuori della chiesa si accende il falò e si distribuisce ai fedeli un panino con la porchetta; il giorno successivo, a conclusione della messa vengono benedette le «sagne con la ricotta», destinate una volta ai cittadini meno abbienti. Si tratta di un’antica tradizione (XIV-XV secolo), recuperata nella seconda metà del XIX secolo dalla famiglia Di Rienzo (importanti possessori di greggi che praticavano la transumanza in Puglia), che ancora oggi imprime un forte significato alle tradizioni popolari.

Chiesa di Sant’Antonio da Padova

L’altra chiesa, invece, è più grande, adiacente al Convento dei Frati Minori Riformati (entrambi della fine del XVI sec.), ed è situata tra via degli Alpini e via dei Fotografi. La facciata ricorda quella di Santa Maria della Valle, gli interni si caratterizzano per stucchi dorati, tele e soprattutto per uno sfarzosissimo barocco che sembra rimandare ad alcune chiese del Salento tanto da non stupire se tra gli altari, oltre a quello dedicato a Sant’Antonio da Padova e a San Francesco d’Assisi, ce n’è uno a San Giuseppe da Copertino.

L’altro aspetto da ricordare è legato alla Festa del Santo coincidente in tempi passati al rientro delle greggi dalla Puglia. Si può assistere alla tradizionale “processione dei muli e delle travi” (legna poi benedetta) ove sono coinvolti muli e buoi che trascinano tronchi; al corteo si aggiungono le donne con le caratteristiche ceste in testa piene di pagnottelle mentre il rientro della statua del Santo suggella la conclusione della festa.  Corre l’obbligo sottolineare come alcuni riti della tradizione, legati ai due santi, si trovano anche nella Festa di Sant’Antonio Abate che si svolge negli stessi giorni a Novoli (Lecce).

In sostanza la singolare presenza dei due Santi a Scanno ricorda la venerazione degli stessi a Rimini, come si può vedere anche attraverso la tela di Giovan Francesco Nagli (il Centino), Santi Antonio Abate e Antonio da Padova in adorazione del Gesù Bambino.

Pensando alle analogie tra i due Santi mi limito a ricordare che la devozione di Sant’Antonio da Padova a Rimini è associata alla predica ai pesci e all’altro miracolo della mula inginocchiata davanti al Santissimo Sacramento, come testimoniato dal Tempietto riminese situato in piazza Tre Martiri.

Ecco allora che visitare o ritornare a Scanno, per la presenza di entrambi i Santi Antonio (compreso San Francesco d’Assisi), significa anche potersi immergere in quel rapporto di armonia autentica tra uomo, animali, natura che troviamo nella vita dei santi, autentica bellezza del creato.

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Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

1 COMMENTO

  1. Il maestro Dell’Atti fa rievocare, agli amanti di Scanno, le bellezze di questa cittadina ricca di tradizioni, arte e natura, oltre che di tradizioni culinarie.
    Come turista estivo in fuga dalla città, abituata da anni, ad una visita estiva in questa cittadina, non posso che apprezzare la ineccepibile descrizione dell’atmosfera e dei luoghi sacri così come riportata dal maestro Dell’Atti che ringrazio nel rimpianto delle vacanze ormai finite.
    Silvana Meliambro

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