Salento, ulivi infetti: un ricercatore americano studia il caso

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UlivoDopo il punteruolo rosso, che ha divorato le palme ed ha portato al cambiamento paesaggistico di molti comuni (basti pensare al lungomare di Porto Cesareo, rimasto orfano delle sue palme decennali), ora un altro parassita minaccia la specie arborea più comune nel Salento: l’ulivo.

Esso è il simbolo della nostra terra, le nostre campagne sono piene di ulivi secolari, che assumono forme strane, sembianze scultoree, quasi mostruose, e che fanno da sfondo a foto e quadri d’autore.

Ma l’ulivo è soprattutto l’albero che dà vita al frutto più importante dell’economia pugliese, l’oliva, dalla cui lavorazione si ottiene l’olio extra vergine, esportato all’estero e protagonista indiscusso del panorama enogastronomico regionale.

Da qualche mese un batterio killer ha preso di mira gli ulivi e li sta danneggiando con rapidità, mettendo a rischio una intera filiera. La malattia è la cosiddettaxylella fastidiosa che causa il disseccamento rapido della pianta, per disidratazione. Il batterio della xylella è solo uno dei componenti della malattia, di estesa portata infettiva. La sintomatologia è rappresentata da: ingiallimento delle chiome, imbrunimenti interni del legno, foglie accartocciate.
In questi giorni è arrivato in Puglia, Rodrigo Almeida, ricercatore americano, professore a Berkeley, per fare luce sulla vicenda e trovare una soluzione.

È stato accertato che, se quest’anno le piante colpite hanno potuto produrre olio, probabilmente l’anno prossimo non sarà possibile e la produzione calerà drasticamente, poiché sono coinvolti circa 6 mila alberi.

Al momento la zona interessata è circoscritta al gallipolino, ma si stanno monitorando altre zone, per comprendere il possibile raggio d’azione del virus. L’unica nota positiva è che non ci sono pericoli per i consumatori dell’olio d’oliva, poiché il batterio crea danni alla pianta ma non al prodotto finito.

Del caso se ne stanno occupando i ricercatori del CNR e dell’Università di Bari, che ritengono lunghi i tempi per la individuazione delle caratteristiche genetiche del batterio e quindi per la soluzione che riesca a distruggerlo.

Al momento, l’altro problema da affrontare riguarda il varo di interventi d’aiuto economico per gli olivicoltori che, già duramente colpiti dalla crisi del settore, sperano di non dover soccombere davanti a questo ulteriore ostacolo, nei confronti del quale sono effettivamente impotenti.

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