Melfi-Lecce: le pagelle. Meglio Lopez, calo Doumbia

0
492

Melfi (Pz) – Il solito, maledetto, Lecce da trasferta segna ancora il passo in una stagione che rischia seriamente di sfuggire di mano, con una corsa play-off che sta assumendo sempre più le sembianze di una volata ciclistica. Allo stadio “Arturo Valerio” di Melfi sono i padroni di casa a festeggiare clamosamente una vittoria, raggiunta dopo un intero tempo in inferiorità numerica per l’espulsione di Gallo (somma di gialli), che pone la parola fine sul discorso-salvezza della compagine lucana; di Caturano, uomo-simbolo dell’undici di Bitetto con 16 gol stagionali, il gol vittoria, raccolto al 90’ su un calcio d’angolo regalato maldestramente da Kevin Vinetot.

Quello di oggi è stato un Lecce abulico, spento e poco creativo. Davanti si sono fisiologicamente riavvertiti i segnali già mostrati col il Benevento: senza Moscardelli si fa una fatica abnorme a produrre palle-gol degne di questo nome anche in inferiorità numerica. Una nota a margine la merita Paride Pinna, migliore in campo nel soleggiato pomeriggio melfitano: scartato dal Lecce dopo il provino successivo alla vittoria del concorso “Samsung premia il talento”, proprio a Melfi si è costruito la stagione della maturità a 22 anni. 

Scuffia 6: Attento nel primo tempo, su un’uscita alta da calcio d’angolo e quando deve aggirare Caturano che cerca il penalty. Nella ripresa salva momentaneamente le sorti del Lecce con un colpo di reni al 62’ su Tortori. Capitola nel modo più brutto sul crepuscolo del match: una leggera deviazione sull’ultimo corner della partita forse lo mette fuori causa, non permettendogli la migliore respinta possibile e aprendo la via al gol dell’impresa lucana.
Diniz 6: Dalle sue parti non arrivano pericoli. Cerca di contribuire in fase di costruzione con qualche sventagliata in più ma senza profitto.
Abruzzese 5,5: L’andazzo della partita, Lecce deputato a condurre il gioco e Melfi guardingo nel colpire in ripartenza, lo costringe alla massima concentrazione ed attenzione data l’assenza nelle fasi più concitate. Segna con una bella girata, poi annullata per un precedente tocco di mano. Sulle palle alte, sia sulla paratissima di scuffia sia sul gol-vittoria di Caturano, forse sarebbe un po’ da registrare, assieme all’intero blocco difensivo.
Vinetot 5: Quel calcio d’angolo regalato all’89’ pesa come un macigno sulla sua partita, inizialmente positiva ma poi pian piano divenuta nervosa e disordinata fino al punto di flesso dell’ammonizione che lo terrà lontano nel derby di domenica col Foggia. In questo momento della stagione ogni punto pesa, e se già sarebbe stato un insuccesso uscire dal “Valerio” con un solo punto, figurarsi senza…
Beduschi 6: Sulla destra alimenta molte azioni di un primo tempo dove il Lecce non ha fatica ad arrivare sulla trequarti offensiva. L’ex Monza mette delle buone palle al centro non sfruttate dal leggero attacco giallorosso di giornata. Esce con il Melfi in dieci per far posto a Miccoli.
(16’ st Miccoli 5: Fa male vedere un capitano così poco decisivo, soprattutto in una partita così bloccata. Anche oggi Bollini gli consegna tanta libertà d’azione, finita purtroppo in un trotterellare improduttivo sul manto erboso del “Valerio” nell’improduttiva ricerca del pallone giusto per esplodere il destro. Ha una sola palla buona a nove minuti dalla fine, ma Di Filippo s’immola e salva. La freschezza della gioventù gialloverde, parametrata alla difficoltà ormai cronica di questa stagione avvertita dal Romario del Salento fa riflettere.)
Salvi 6: La partita bloccata del primo tempo di certo non lo aiuta a rompere gli indugi. Ci prova con una sassata da fuori al 10’, ma Perina ci mette il guanto.
(1’ st Sacilotto 5: Entra per dare ordine e geometrie ad un centrocampo arruffone ma finisce nel baratro della mediocrità di giornata. Gestisce poco e male, e al 76’, su cross di Lopez, cicca da ottima posizione un buon pallone che avrebbe potuto regalare il vantaggio.)
Papini 5,5: La gioventù e il dinamismo del centrocampo melfitano fanno pensare ben poco i portatori di palla del Lecce, il Papo in primis. Archiviato un primo tempo farraginoso, bloccato, ispido su ogni pallone, mai tenuto dalla stessa squadra per più di quattro passaggi consecutivi, segue una ripresa dove l’errore non è totalmente giustificato dalla bella partita di Agnello e compagni.
Bogliacino 5,5: Quando sul campo regnano i muscoli e i chilometri percorsi da entrambe le parti, da lui ci si aspetta l’intuizione vincente, l’imbucata giusta per i due corridori offensivi Gustavo e Doumbia. Vuoi per la prova massiccia dell’intero pacchetto difensivo melfitano, vuoi per una mancanza di gioco corale offensivo nel reparto mediano, non entra mai con la giusta prepotenza nelle azioni leccesi. Due tiri da fuori non nello specchio, una punizione e un buon assist scodellato a Doumbia. Poco, forse.
Lopez 6,5: Ha il merito di rompere ogni iniziativa melfitana, anche abbozzata, sulla fascia sinistra. Fisicamente sembra molto in forma, copre la fascia per infinitesime volte alla velocità della luce e quando si tratta di suggerire ai compagni l’errore è ridotto al minimo. Peccato che la sua buona giornata non sia stata utile ad un risultato positivo per un Lecce che dell’incostanza ormai ha fatto il suo elemento principale.
Doumbia 5: Partita sintomatica dell’annata quantomeno turbolenta del Lecce. Comincia bene, ogniqualvolta parte palla al piede dà quell’impressione di poter tagliare a fette la difesa avversaria, ma si scioglie come un ghiacciolo al sole negli ultimi sedici metri. Lodevole nelle sua iniziative, spesso avviate sulla linea difensiva dei venti metri. Se a questo quadro poi si aggiunge il calo verticale nella ripresa, con solo il buon assist per Miccoli a denotare la sua presenza proficua in campo, la similitudine è pronta.
Gustavo 5,5: A testa bassa contro il muro di gomma eretto da Leonardo Bitetto, che lo tiene a debita distanza dalla zona calda. Quando cerca di invertire il leitmotiv, con un magistrale stop a seguire in conclusione di primo tempo, Perina gli chiude puntualmente lo specchio in uscita. Fantasma nella ripresa.
(33’ st Manconi SV: Al primo pallone toccato confeziona uno slalom interrotto sul più bello dalla chiusura di Di Filippo. Unico spunto degno di nota in un finale che rimarrà nella memoria solo per l’harakiri finale.)
All. Bollini 5,5: Si ritrova a riproporre una ricetta adatta ai ristoranti di lusso (big-match con il Benevento) in una trattoria dove per vincere sarebbe servito il calcio pane e salame. Proseguendo la metafora culinaria, c’è da dire che lo chef, pardon, l’allenatore mantovano non ha a disposizione gli ingredienti giusti per sottoporre all’impegno odierno una diversa pietanza per replicare l’efficacia e l’efficienza della partita contro i sanniti. Incassato il colpo odierno, la corsa non è però finita. Prossima tappa il Foggia.

Gli avversari: Melfi

Perina 6,5
Annoni 6
Dermaku 6,5
Di Filippo 5,5
Pinna 7
Agnello 6
Spezzani 6
Gallo 4,5
Tortori 6
(45’ st Colella SV)
Caturano 5,5
Fella 6
(38’ st Giacomarro SV)

All. Bitetto 6,5