Squinzano (Le) – La Cooperativa Agricola Squinzanese, nella giornata di ieri, è stata teatro di un consiglio comunale straordinario e monotematico convocato per affrontare l’argomento della ricaduta negativa, sia in campo economico, sia paesaggistico, dovuta al proliferare della xylella fastidiosa, il batterio killer che ha colpito gli ulivi millenari del Salento.
Durante il consiglio è intervenuto il presidente della Cooperativa Agricola Squinzanese Antonio Capone, il quale ha dichiarato: “Sull’argomento a mio parere c’è una confusione generale; per prima cosa bisognerebbe mettere ordine al flusso di informazioni che in questo ultimo periodo ci ha investito. Questa iniziativa, da noi proposta ed accolta dall’amministrazione, è un primo passo verso un serio e auspicabile processo di chiarimento del problema”.
Di seguito l’intervento del dott. Antonio Arnò che ha illustrato i meccanismi che hanno portato alla stesura della proposta di delibera dell’assessorato alle attività produttive, che sarebbe dovuta essere approvata dal Consiglio. Abbiamo interpellato alcuni esponenti della maggioranza, tra cui il sindaco Mino Miccoli ed il vicepresidente del Consiglio comunale Cosimo Solazzo, i quali sostanzialmente hanno affermato che l’obiettivo principale che l’amministrazione si è posto consiste nel favorire il dialogo tra le istituzioni e gli agricoltori portando loro a conoscenza delle future richieste che saranno formulate alla Regione Puglia ed al Governo centrale.
Tante le tematiche affrontate nel corso del dibattito: dai disagi degli olivicoltori, ai rimedi imposti, alle ripercussioni economiche di tutto il comparto agricolo pugliese e non solo. Si sarebbe dovuto deliberare sulla richiesta del governo regionale di inserire le fitopatie nell’elenco del decreto 102/2004 in tema di “Esoneri per calamità alle aziende agricole”, al fine di incentivare gli agricoltori che si vedono costretti ad affrontare disagi economici oltre alla perdita delle proprie piante. Inoltre è stato fatto il punto della situazione sulle conseguenze dell’eradicazione, disposta dal Commissario Delegato Silletti, e sull’uso di pesticidi che, in quantità elevata, diventano dannosi sia per la salute dell’uomo, sia per l’ambiente.
Tutto ciò finalizzato a trovare nuove soluzioni anche con il contributo di istituzioni tecniche quali l’Università e il CNR, presenti sul territorio. Si è cercato di capire, attraverso l’intervento di autorevoli tecnici, se il Piano di risanamento possa essere integrato con la sperimentazione di nuove tecnologie. A questa domanda si è tentato di dare risposte concrete a cui, si spera, seguiranno azioni che limiteranno lo scempio in atto.
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Questo di cui abbiamo parlato finora erano i buoni propositi di partenza del Consiglio straordinario che sarebbero dovuti sfociare in una delibera unitaria; poi, come spesso succede nell’assise cittadina, nonostante le buone intenzioni non si è approdato a nulla. L’opposizione ha lanciato accuse di scarsa collegialità da parte della maggioranza, tra le cui fila vi erano numerose assenze; infatti il numero legale per la seduta era garantito dall’opposizione che, visto l’atteggiamento della controparte, ad un certo punto ha abbandonato l’aula, sancendo così il fallimento della seduta per mancanza del numero legale. Tralasciamo il racconto di alcuni incresciosi episodi di intolleranza, verificatisi durante lo svolgimento del dibattito, che hanno dato un’immagine a dir poco sconsolante della classe politica locale. Secondo il sindaco Mino Miccoli l’opposizione ha dato prova di scarsa collaborazione, vanificando con l’abbandono dell’aula gli sforzi fatti per parlare, al di là delle appartenenze politiche, di un argomento che coinvolge tutti.
Questa invece la dichiarazione di Mimina Maniglio, capogruppo del PD, riguardo il consiglio di ieri:“Anche oggi l’amministrazione squinzanese di centrodestra ha dimostrato di muoversi con approssimazione, improvvisazione e arroganza. Il problema del Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo non riguarda maggioranza o opposizione, riguarda tutti noi, riguarda il futuro della nostra terra. Non è un tema sul quale dividersi. È colpa dell’approssimazione con cui è stato organizzato il Consiglio Comunale monotematico, se ad un certo punto della discussione tutto è degenerato ed è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Avevo in più occasioni chiesto al Presidente del Consiglio e Assessore alle Attività produttive di sapere qual era la scaletta degli interventi previsti e in quale modo si intendeva procedere, considerando che non si trattava di un consiglio comunale aperto.
Ma, a pochi minuti dall’inizio del consiglio, ancora non era chiaro chi erano gli invitati autorizzati ad intervenire, né quando lo avrebbero fatto. Meglio sarebbe stato organizzare tutto in due tempi: un convegno con dibattito e un consiglio comunale che, facendo proprie le istanze risultanti dal convegno, avrebbe potuto deliberare, ripeto, all’unanimità.
Ma alla cattiva organizzazione, l’Amministrazione ha aggiunto l’arroganza, cercando il muro contro muro, d’altra parte la nostra richiesta era, direi elementare: dopo l’illustrazione della delibera proposta dalla maggioranza volevamo illustrare gli emendamenti della minoranza. Questo perché il dibattito fosse il più completo ed esaustivo possibile. Mi piace sottolineare a tal proposito che erano emendamenti che puntavano ad integrare, migliorare la proposta, nello spirito della condivisione che il tema all’odg richiedeva. Vorrei ricordare anche che, senza la minoranza in aula, la maggioranza ieri non aveva il numero legale. Con senso di responsabilità e per rispetto ai concittadini-operatori agricoli e tecnici presenti, che meritavano tutti di essere ascoltati, non ho lasciato l’aula prima della fine del dibattito, a cui confesso avrei avuto piacere a dare il mio modestissimo contributo. Ma nel momento in cui si è passati alla discussione della delibera, abbiamo tutti insieme, componenti di minoranza, deciso di abbandonare l’aula e mostrare come questa amministrazione “del fare”, non è stata capace di garantire il numero legale, neanche in una giornata in cui si discuteva un tema così importante”.
Gli fa eco il vicesindaco Andrea Pulli il quale ha ribadito: “Il consiglio comunale di ieri ha certificato che l’unico obiettivo dell’opposizione è quello di avvelenare il clima politico Squinzanese, strumentalizzando con demagogia ogni argomento. Questi atteggiamenti denotano irresponsabilità e scarsità di idee. Dai banchi dell’opposizione arrivano solo insulti, provocazioni e falsità di ogni genere, finalizzati solo ad aizzare gli animi di qualcuno. Mai critiche costruttive e/o proposte migliorative rispetto alle scelte che questa Amministrazione mette in campo. Prova ne sia che anche ieri, nonostante l’importanza dell’argomento posto all’ordine del giorno, la partecipazione di tecnici relatori di primissimo piano e l’ospitalità della cooperativa Squinzanese, c’è chi ha preferito esibirsi in sceneggiate napoletane piuttosto che dare il proprio contributo rispetto al tema trattato”.
L’Ulivo, simbolo della pace per eccellenza, divide l’opinione pubblica come non mai, determina embarghi, contamina altre specie di piante, cattura l’attenzione a livello europeo nonostante il suo essere presente da secoli nella storia. L’origine dell’oro verde della Puglia e dell’Italia va salvaguardata non solo per motivi economici o paesaggistici, ma anche affettivi: tramandate da generazioni a generazioni le venerande piante d’ulivo sono testimoni del tempo che passa inesorabile a dispetto di qualsiasi Xylella fastidiosa. Ci sarebbe da meditare tutti insieme su una questione così importante, tralasciando per una volta paure ed interessi di parte a favore del tanto decantato bene comune.