Squinzano, secondo l’Assessore Claudio Taurino, “meglio un mafioso che un comunista”.

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Squinzano (Le) – “Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! “. Queste parole sono tratte da un discorso di Peppino Impastato ucciso dalla mafia nella notte fra l’otto ed il nove maggio 1978. Ma Peppino era un comunista, quindi, meglio un comunista morto che un mafioso; il mafioso può redimersi un comunista no.

Il ragionamento testé enucleato era presente giorni fa su Facebook e ad esporlo non era una persona qualunque ma un amministratore comunale, un amministratore di peso nella Giunta presieduta da Cosimo Miccoli. Più precisamente, l’assessore al Bilancio, Claudio Taurino.

Ma andiamo con ordine. Il 23 giugno scorso, abbiamo letto un post del sig. Antonello Quarta che lamentava di essere stato cancellato da un gruppo del più famoso social network, perché resosi reo di una critica all’amministrazione. Naturalmente, come quasi sempre succede, i commenti, numerosi, non sono tardati ad arrivare, alcuni oculati, altri beceri, ma tutti formulati da gente qualunque; in mezzo a questi non sono mancati quelli dell’Assessore Taurino. 

Uno, in particolare, ha destato non poco scalpore: “Si vede semplicemente che sono molto più a dx di quelli che sono entrati … ora capisco perché la sx darà mai nulla a questo paese … vedi caro Antoni a me bastano i D’Alema, i Fassina, i Diliberto, i Vendola per giustificare la mia posizione senza scomodare assassini vigliacchi tipo Br, centri sociali o fallimentari pdiup, pdiup, etc. Non mi sforzo nemmeno di trovare avvilente aggettivi per me la sx è semplicemente un male perché nasce dall’olio, dall’altro invidia e dal senso di vendetta e rivincita..è semplicemente la negazione di sé stessi…quindi caro Antonio meglio un mafioso che un comunista … tutto qui … il mafioso può essere anche redento e pentirsi… Il comunista no…”

“Antoni” presumibilmente indicava Antonello Quarta. Ora, partendo dal presupposto che la libertà individuale è sacrosanta, quando un responsabile della cosa pubblica, per giustificare la sua faziosità politica, afferma che preferirebbe un mafioso ad un comunista, la cosa fa leggermente accapponare la pelle. Giusto per fare qualche nome vorremmo ricordare al nostro assessore di peso, le figure di Don Pino Puglisi ucciso dalla mafia, Don Giuseppe Diana ucciso dal clan dei Casalesi, Paolo Borsellino che di sicuro non era un comunista, Giovanni Falcone …  L’elenco dei morti ammazzati da mafia, camorra e da tutte le criminalità organizzate nei vari territori, potrebbe durare all’infinito, quindi secondo il teorema del carismatico assessore meglio Toto Riina dietro la porta, e tanto per fare un nome, Massimo D’Alema al camposanto.

In tutto questo, visto l’assordante silenzio, una domanda come diceva qualcuno, nasce spontanea: ma la Sinistra a Squinzano dov’è? Si può disquisire sul fascismo e sul comunismo che nelle loro aberrazioni sono stati negazione delle libertà, ma oltre a chi ha vissuto le proprie idee in maniera criminale, vi è anche chi ha cercato di viverle in maniera pulita. Qual è l’ideale che spinge un mafioso a delinquere? Ecco proprio in forza di questa domanda non si può ammettere che un delegato alla gestione della cosa pubblica possa fare simili affermazioni. Sono questi i valori e gli esempi da non seguire.

Sottovalutare, sorridere, bollare queste affermazioni come estemporanee o legate al folklore politico significa denigrare gli sforzi che si compiono per favorire e promuovere la legalità anziché combattere la connivenza con chi vuole ridurre consapevolmente o inconsapevolmente il nostro territorio a cosa sua.

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