La politica italiana cambia passo

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La situazione politica italiana, come è facile capire, si sta rapidamente modificando nelle sue strutture portanti. E si stanno registrando dinamiche accelerate di un cambiamento epocale e che, forse in ottobre, mostrerà tutta la sua reale portata. Tutto ciò si sta proiettando verso una contrazione degli scambi con l’esterno. Tendenza che si pone in netto contrasto con la grande apertura che negli ultimi trent’anni l’ha fatta da padrona. Ciò in armonia con quanto si sta registrando nel resto del mondo Occidentale negli ultimi due anni, sulla scorta anche delle politiche adottate da Trump.

Che cosa sta dunque succedendo in un’Italia sempre più centrata su se stessa? Nel mondo politico che pare abbia completamente cambiato la sua morfologia?

A destra troviamo, in fase calante e priva di idee al passo con i nuovi tempi, gli schieramenti partitocratrici, con in testa Forza Italia. Pare che il loro appeal sia ormai fuori dagli schemi correnti degli italiani: la gente si è fortemente disaffezionata alle icone partitocratiche tradizionali. Sempre a destra, ma in forte controtendenza si colloca Salvini e la Lega, con i suoi motivi etici, tratti tutti dal sentire popolare. In effetti, questo populismo di destra nei suoi tratti più noti non pare una novità in Italia e, nell’attuale contesto socio-economico sta riscuotendo grande successo. Ma c’è di più. Un successo che pare inarrestabile e in fortissima ascesa. Il tutto fondato sulle spinte conservatrici al caos etico in cui versa il sentire popolare.

E a sinistra? Il PD pare alle battute finali, per rientrare in una minoranza conservatrice di sinistra, legata all’affaristica della Seconda Repubblica e rispondente ad esigenze politiche di supporto e di pochi. Anche qui la partitocrazia non si presenta più funzionale ai nuovi tempi, alla conformazione della democrazia italiana. E ciò al contrario dei Pentastellati sempre più agguerriti ed in linea con molte delle aspettative popolari. Si tratta di un populismo, quello di sinistra, dei Pentastellati, che ha portato alla rottura definitiva col vecchio sistema politico. Anche qui il motivo etico è fondante.

In tutto questo, la vera battaglia non sembra porsi tra destra e sinistra, ma pare essere tra populismo e partitocrazia: la prima retta dal popolo e che nel popolo trova spunti e soluzioni; la seconda sorretta dal sistema bancario, a corto però di nuove idee e risposte al sentire della gente, malgrado gli sforzi di un’intellighenzia dotata di grande esperienza, che tuttavia pare completamente senza armi.

Sicché il populismo di destra e di sinistra sembra non avere reali nemici e destinato ad occupare, in un tempo ragionevolmente breve, tutti gli spazi di potere. E ciò anche per la sua posizione di governo che sulla scorta di motivi etici pare acquisire sempre più consenso, mentre i partiti non riescono a fare che un’opposizione talmente blanda, che pare inesistente.

Così, la lotta alle posizioni di rendita e parassitarie degli statali, dei pensionati e dei parlamentari, la famiglia, la patria, il contenimento dell’immigrazione anteposta all’interessi degli italiani stanno riscuotendo il consenso di un popolo stanco delle grandi politiche capitalistiche e ideologiche della Seconda Repubblica, che lo considerava oggetto dei loro progetti anziché soggetto.

Sicuramente, però, una conferma del nuovo corso politico, che vede ridotta ai margini la partitocrazia, si avrà in ottobre, in genere mese in cui molti dei nodi difficili di questo mondo vengono al pettine. Tutto, in ogni caso, lascia intravedere un successo schiacciante delle formazioni populistiche, ma la vera novità potrebbe essere la nascita di nuovi aggregati in tale direzione.