Arriva la TARES, la famigerata e temuta tassa del 2013

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Con il decreto n. 201/11 denominato  “Salva Italia” approvato dal Governo Monti viene introdotta dal 1 gennaio 2013 la TARES o Tassa sui Rifiuti e sui Servizi che sostituirà la Tarsu (Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani) e la Tia (Tassa di Igiene Ambientale), e non si tratta di un provvedimento indolore, in quanto la TARES peserà di più sulle tasche dei cittadini.

La nuova tassa sui rifiuti e sui servizi viene introdotta per accorpare in un’unica imposta diverse tipologie di servizi pubblici.  Infatti servirà anche per finanziare i cosiddetti “servizi indivisibili” prestati dagli Enti Locali, vale a dire quei servizi comunali di cui beneficia l’intera collettività ma per i quali non è possibile effettuare una suddivisione in base all’effettiva percentuale di utilizzo individuale.

Un esempio di servizio indivisibile è rappresentato dall’illuminazione pubblica o dalla manutenzione delle strade pubbliche. Servizi di cui indubbiamente beneficiamo tutti, ma per i quali non si può quantificare il maggiore o minore beneficio tra un cittadino ed un altro.

Inoltre la nuova tassa andrà a finanziarie sia il prelievo previsto per il servizio di smaltimento dei rifiuti  svolti dai singoli comuni sia all’amministrazione centrale  così come originariamente previsto dal decreto sul federalismo municipale. In tal modo avremo un’unica tassa sia per le gestione, sia per la raccolta e per lo smaltimento, che abbraccerà persone fisiche ed esercizi commerciali. Ma tale imposta, purtroppo, graverà sulle tasche dei cittadini con il 30% di aumento per ogni famiglia

I destinatari sono  coloro i quali hanno possesso a qualsiasi titolo di beni immobili  case, locali commerciali e non, aree coperte e scoperte e qualsiasi unità locale e non, in grado di generare rifiuti solidi urbani. Mentre le categorie che sono esenti, e non dovranno versare tale imposta, secondo la tipologie di esenzione dal tributo già visto con Tarsu o Tia, si rivolgono solo alle aree scoperte pertinenziali delle persone fisiche mentre nel caso delle imprese, società e persone giuridiche che provvedono allo smaltimento diretto dei rifiuti speciali. Oltre a tutte le categorie di persone che possono essere esentate dai singoli regolamenti comunali adottati da ogni Ente.

Il calcolo della Tares avviene con le medesime modalità della vecchia Tarsu, cioè in base alla superficie catastale dell’immobile. Per stabilire maggiorazioni o agevolazioni, a seconda delle determinazioni dei consigli comunali, bisogna considerare la tipologia dell’immobile, e anche la zona censuaria in cui è situata l’area o l’unità locale. All’inizio l’applicazione della Tares si baserà sulle superfici dichiarate ai fini Tarsu/Tia, in attesa che l’Agenzia del Territorio trasferisca i dati catastali alle amministrazioni comunali.

Vista la novità del tributo, vale la pena soffermarsi un istante per chiarire in che modo la nuova Tares graverà sul bilancio familiare di ogni singolo cittadino.

Una persona che vive da sola in 300 metri quadrati pagherà di più di quindici persone che vivono in un terzo dello spazio, laddove è evidente che i secondi produrranno assai più rifiuti (i rifiuti di ciascuno di loro varranno il 2.3% di quelli del singolo individuo).

Poi, è d’obbligo chiarire subito che sarà sicuramente più onerosa della vecchia Tarsu e della Tia, poiché dovrà assolvere ad una triplice funzione. Infatti, oltre a coprire l’importo delle attuali tasse per i rifiuti, la Tares dovrà:

  • garantire la totale copertura dell’onere sostenuto per l’annesso servizio;
  • assicurare un introito aggiuntivo pari a 30 centesimi a metro quadrato per finanziare i servizi indivisibili.

Per quest’ultimo aspetto, si deve precisare che l’incremento dei 30 centesimi potrà essere innalzato dai comuni fino a 10 centesimi in più, sul modello applicato di recente per l’IMU.

Analizzandolo attentamente, infatti, ci si rende conto che quest’ultimo ricorda molto il procedimento operativo attuato per l’Imu e, come vedremo prossimamente non è l’unico punto in comune che la Tares condivide con l’ormai ben nota imposta.

Le quattro rate  previste per il pagamento della Tares sono gennaio (ma nel 2013 la prima rata slitta secondo quanto stabilito da un emendamento alla legge di stabilità del governo Monti) aprile, luglio e dicembre di ciascun anno. Il pagamento potrà essere effettuato con bollettino postale o tramite modello F/24 (scaricalo qui) che permette anche di compensare la Tares con eventuali crediti fiscali, come succede attualmente per il pagamento dell’IMU.

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