L’autocertificazione, in quarantena, è ancora obbligatoria? Dubbi dai sindacati di Polizia

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Criticità e difficoltà operative per il personale addetto ai controlli su strada. Ad evidenziarlo in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e, per conoscenza, a Luciana Lamorgese e Franco Gabrielli, rispettivamente Ministro dell’Interno e Capo della Polizia, sono stati il Segretario generale di LeS (Libertà e Sicurezza), Giovanni Iacoi, ed il Segretario Generale del SIPPE (Sindacato di Polizia Penitenziaria), Alessandro De Pasquale.

Nella missiva si narra che l’art. 8 del recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri abroga, a far data dal 14 aprile 2020, tutti i precedenti decreti emessi da Conte inerenti all’emergenza Covid-19 (esattamente i DPCM del 8, 9, 11, 22 marzo e 1 aprile 2020).

In quei decreti, infatti, vi era l’obbligo per i cittadini di spostarsi dalle proprie abitazioni in possesso di autocertificazione attestante i motivi dell’uscita. Obbligo, questo, che nel decreto che reca la data del 10 aprile, verrebbe anch’esso abrogato.

“L’attuale formulazione dell’ultimo DPCM, invece – stante quanto scrivono Iacoi e De Pasquale –  sembrerebbe riservare solo a chi entri o sia in transito sul territorio nazionale l’obbligo di consegnare al vettore, all’atto dell’imbarco, una dichiarazione resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n.445″.

Sempre a tal proposito, i due sindacalisti evidenziano che “gli appartenenti alle forze di polizia rischiano di agire nella totale incertezza e che, qualora dovessero essere elevati verbali a chi circola senza giustificato motivo, questi rischierebbero di essere impugnati dinanzi ai Giudici e ciò si concretizzerebbe in un serio pregiudizio alle delicate ed importanti funzioni delle Forze di Polizia costrette a chiedere al cittadino di sottoscrivere un atto che, al vaglio di legittimità, dinanzi all’Autorità Giudiziaria, potrebbe essere dichiarato nullo, perché non più previsto dalla norma più recente, peraltro, sottraendo tempo ed impegno per altre incombenze alle forze di polizia, dovendo verificare la correttezza delle autodichiarazioni ricevute”.

A sostegno di quanto dichiarato nella notta, Iacoi e De Pasquale chiamano in causa anche la Magistratura che sul tema delle autocertificazioni si sarebbe già in larga parte espressa “ritenendo inapplicabili gli articoli del codice penale in essa indicati”. Argomentazione suffragata anche da Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, il quale considera illegittimi eventuali arresti penali per il delitto di falso, in relazione ai decreti Covid-19.

Per queste ragioni, i due segretari nazionali, hanno espressamente chiesto al Governo di esprimersi sul modus operandi con precise direttive sul comportamento da adottare d’ora innanzi con inequivocabile certezza sulla obbligatorietà o meno delle autocertificazioni fino ad oggi in uso.