I Funketti Allucinogeni, sotto l’influenza dello “zio” Bob Marley, pronti per il palco del New Sounds Music Contest

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Funketti AllucinogeniNovoli (Le) – Gabriele, Piergiulio, Augusto, Matteo: sono i Funketti Allucinogeni, sei ragazzi di Villa Castelli (BR) che giovedì si esibiranno sul palcoscenico dell’Area 51 di Novoli per conquistare uno dei tre posti in palio per le semifinali del New Sounds Music Contest. Giunto alla sua seconda edizione, il concorso organizzato dalla TKFL Records ogni giovedì proporrà una sfida fra tre gruppi inediti, che verranno sottoposti al giudizio della giuria tecnica e di quella popolare. Il vincitore assoluto del contest aprirà il concerto del Focara Festival, in programma il prossimo gennaio.

Per scoprire qualcosa in più su questo gruppo di ragazzi, appassionati di funk, reggae e ska, noi di Paise Miu li abbiamo incontrati e intervistati:

Come sono nati i Funketti Allucinogeni?
Ci conosciamo da molto tempo, eravamo piccoli e giocavamo a calcio per strada, da allora si è creata quell’inconfondibile intesa che ci contraddistingue. Molti anni dopo, quando ognuno ha iniziato a studiare il proprio strumento (tastiere, chitarra, basso, batteria), ci siamo riuniti e abbiamo iniziato a suonare insieme. Continuiamo a cercare incessantemente un sound riconoscibile all’ascoltatore, è questo il nostro obiettivo primario.

Quali sono le vostre fonti ispiratrici in ambito musicale?
Ognuno ha le sue influenze. Sicuramente c’è tanto funk, primo fra tutti il maestro Stevie Wonder. Ci piace tanto il blues, il jazz, e adoriamo mescolare più generi nelle nostre canzoni. Per esempio il reggae è per noi paradigma della tranquillità, è come un leitmotiv nei nostri inediti: rappresenta un momento di relax e pace con se stessi. Il maestro Bob Marley insegna.

Quali brani presenterete sul palco del New Sounds Music Contest?
Presenteremo brani che abbiamo registrato pochi mesi fa e altri che abbiamo definito nelle ultime settimane di “prove” (in genere ci piace chiamarle “suonate”). C’è anima, passione e tanta voglia di far gridare i nostri strumenti contro un qualcosa che non va mai come vorremmo.

Quali sono i cinque brani che hanno segnato la vostra carriera musicale?
Davvero difficile come domanda. A parte gli inediti che abbiamo scritto, ci piace riarrangiare brani di altri artisti a modo nostro. Non le definiamo cover, appunto. Sono canzoni che abbiamo assimilato e che abbiamo reso alla nostra maniera. Prima fra tutte “Another Brick in the Wall” dei Pink Floyd, canzone che abbiamo voluto rendere più “cattiva” rispetto all’originale; poi “Riders on the storm” dei Doors, nella quale mescoliamo il funky all’ambient e alle sonorità anni ’70, “One love” di Bob Marley, pezzo che terminiamo con un’improvvisazione blues, e “Superstition” di Stevie Wonder, nella versione più rock arrangiata da Ciro Manna. Se dovessimo scegliere una canzone comune a tutti che ha segnato le nostre vite sarebbe senz’altro “Waitin’ in van”, sempre dello “zio Bob”.

Perché dovreste passare il turno e accedere alle semifinali?
Speriamo di passare il turno per dimostrare che, nonostante l’età precoce, quattro ragazzi appena maggiorenni possono trasmettere rabbia e passione attraverso i loro inediti. Speriamo di poter tramandare i nostri stessi sentimenti alla giuria soprattutto al pubblico del New Sounds Music Contest!

New Sound Music Contest 2a Edizione

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