Flashmob: parla la danza con i suoi gesti [VIDEO]

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Lecce – Si è svolto sabato 15 u.s. alle 22 e ripetuto domenica 16, nel centro storico di Lecce, il Flashmob organizzato dai Cantieri Teatrali Koreja, in collaborazione con la nota ballerina e coreografa Rita Petrone.

“L’idea, come ha sottolineato Salvatore Tramacere, Presidente dei C.T.K., è nata dall’esigenza di essere presenti nella città di Lecce, visto che il nostro Teatro è ubicato in periferia, necessaria pertanto, una connessione con la città e i suoi abitanti, anche attraverso una piccola creazione. Quale miglior luogo per farlo, se non via Trinchese, vicino l’area antistante lo splendido Teatro Apollo?”.

Le persone presenti hanno potuto ritirare all’Edicola di Giornali il Catalogo “Strade Maestre 2022-2023” XXVI Edizione, dal titolo: “(…) e darà nuovi canti questo amore”, verso tratto da una poesia di Vittore Fiore, e conoscere tutti i programmi della stagione teatrale, compreso quello dedicato ai più piccoli con il Teatro in Tasca. La breve esibizione è stata preceduta da un piccolo gruppo di “banditori”, che lungo la via hanno scandito i passi in otto movimenti, e letteralmente urlato improbabili vocalizzi, destando curiosità e catalizzando l’attenzione dei passanti.

Il gruppo: Miryam, Alessandra, Claudia C., Simona, Melania, Eduardo, Riccardo, Alessandro, Anna, Ludovica, Annarita, Daniela, Gabriella, Patrizia, Leo, Veronica, Claudia P., Rosanna, composto da danzatori/danzatrici non professionisti/e, scelti/e tra i/le più assidui/e frequentatori/frequentatrici del Teatro, si è reso disponibile alla partecipazione, ed è stato fortemente incentivato dalla professionalità di Rita Petrone. Tale collaborazione continuerà nei prossimi mesi, perché condurrà un laboratorio sempre destinato a danzatori e danzatrici/spettatori e spettatrici non professionisti/e over 40. Il flashmob ha visto i/le partecipanti riprodurre piccoli e semplici gesti, sul Brano di Sting, nella versione cantata dai – Neri per caso – “Englishman in New York”, alieni legali, che, come lascia comprendere la canzone (scritta da Sting nel 1987 per Quentin Crisp, icona gay), desiderano combattere i pregiudizi e gli stereotipi e lottare contro gli oppressori della democrazia e della libertà di parola.

La particolare sensibilità del gruppo ha permesso ad ogni singolo elemento di entrare in connessione con l’altro/a, riproducendo gesti che a volerli tradurre a grandi linee, rappresentavano un uomo/donna moderno/a che pensa, si confronta con l’altro/a, fa tanti mestieri e cammina nel mondo fiero/a, di essere ciò che è. La performance, portando avanti una comunione d’intenti, un “Io” che diventa “Noi” nel semplice incontro con l’altro essere umano, si è conclusa replicando in segno di solidarietà e con teatrale lentezza, il taglio di una ciocca di capelli. Perché… anche questo è il Teatro, quello dallo sguardo che attraversa il mondo, quello che fa sì che la Danza si faccia sentire con il silenzio dei suoi gesti.