Otto marzo, diversamente festa!

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8-marzo-filmEd eccolo qui, puntuale come Natale e Pasqua, come tutte le feste comandate che si rispettino, è arrivato il giorno della donna.  Finito il mese di febbraio e archiviata con quello la festa degli innamorati, l’otto marzo sembra occhieggiare carico di aspettative lì in alto sul calendario nella prima settimana di marzo.

Ed è tutto un fiorire di mimose. Piazzate in ogni posto strategico spuntano come funghi le bancarelle, più o meno abusive, stracariche di mazzolini di mimose di ogni foggia e dimensione. Perché, come un ramoscello di pace, tutte hanno diritto a riceverne uno, sia pure striminzito, sia pure virtuale. Perché ovviamente anche il web trabocca di immagini con tralci del famoso fiore accompagnate da frasi di tutti i tipi e per tutte le occasioni. E qua le cose si complicano, le opinioni si scontrano, le categorie si dividono, le filosofie di pensiero si sovrappongono. Facciamo un po’ di ordine. Festa di tutte le donne, ma le donne non sono mica tutte uguali! Partiamo con la categoria “donne romantiche”. Rassegnatevi, le mimose se l’aspettano eccome e magari non solo quelle. Fidanzati, mariti e, perché no?, amanti siete avvisati! Se siete braccino corto, almeno i fiori dovete regalarli per forza per non incorrere negli sguardi inceneritori delle vostre lei. Se poi volete strafare e diventare principi per un giorno, non indugiate e accompagnate l’omaggio floreale con qualche altro regalo di maggior valore, a buon intenditor…

Entriamo nel vivo della questione con la categoria “donne disinibite”. Le donne che rientrano in questa categoria già da settimane stanno programmando una serata “brava” con le amiche per festeggiare insieme in qualche locale dove ci sarà il classico spogliarello maschile e, complice le nuove tendenze sdoganate dal famoso “Cinquanta sfumature di grigio”,  è praticamente certo che troveranno un modo alternativo, originale e un po’ piccante per festeggiare. Uomini, qui i giochi li stabiliscono loro, a voi non resta che adeguarvi.

Arriviamo infine alla categoria “donne impegnate”. Ed è subito un continuo rinnegare questa “famigerata” festa commerciale per proporre modi culturalmente elevati con cui celebrare questa ricorrenza. Via libera quindi a incontri, dibattiti, mostre, concerti, seminari, forum e chi più ne ha più ne metta. Risultato? Potrebbe scappare qua e là qualche sbadiglio, nascosto da un tempestivo colpo di tosse. E per evitare disastrosi colpi di sonno c’è chi chatta con nonchalance o controlla i propri account social con il cellulare. E intanto, mentre tutti sembrano presi dai discorsi, dagli interventi, dalle testimonianze già si pensa a quel bel pezzo di torta mimosa che è avanzato a pranzo e che ci aspetta invitante in frigo.

E poi? Poi vorrei ricordare che in Italia una donna su tre è stata vittima nella sua vita dell’aggressività di un uomo. Che sono milioni le donne che hanno subito violenza psicologica, fisica e sessuale e che troppo spesso le donne vengono uccise nel nostro civilissimo paese non solo da aggressori occasionali ma soprattutto dal marito, dal fidanzato o da un ex. Vorrei ricordare che, sempre in Italia, le donne non solo trovano occupazione più difficilmente rispetto agli uomini, ma sono anche meno retribuite; che troppo spesso il corpo delle donne diventa merce da usare e abusare. Vorrei dire che per la donna l’uguaglianza di genere, tra discriminazione e diritti negati, è una strada ancora lunga da percorrere. Questo non è vittimismo, questi sono dati concreti! Innegabili!

E infine ci sono io, una donna, che l’albero della mimosa ce l’ha piantato in giardino e che ogni anno di questo periodo lo deve difendere dagli attacchi dei romantici squattrinati che cercano di saccheggiarlo per farsi belli agli occhi della ragazza di turno. Concludo dicendo che, se proprio volete farci un regalo, regalateci il vostro rispetto, non solo oggi ma tutti i giorni dell’anno. Buon otto marzo, andiamo avanti.

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