«Di doman non c’è certezza», ovvero la preoccupazione per la «Gazzetta del Mezzogiorno»

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Il 31 luglio scorso un appello del dott. Michele Partipilo, direttore de «La Gazzetta del Mezzogiorno», sull’omonima testata, mi ha lasciato sgomento. Già il titolo Da domani la Gazzetta si ferma annuncia una notizia molto triste in quanto, in particolare per la Puglia e la Basilicata, si interrompe il diritto ad un’informazione corretta oltre a quel rapporto di fiducia tra il giornale e il lettore.

Ecco allora che urge una certezza per tutti: riconoscere pari diritto d’informazione ai cittadini, senza distinzione geografica.

Come ricorda Partipilo, non si possono cancellare 134 anni di storia dell’informazione né tanto meno interrompere l’attivismo dei lettori che, grazie a varie sollecitazioni del giornale, sono portati a riflettere e comprendere ogni evento che fa acquisire maggiore consapevolezza e partecipazione.

Caro direttore, condivido che in questo momento «non servono inutili dichiarazioni di solidarietà in una passerella delle vanità buona solo a tacitare la coscienza» ma opere concrete, responsabilità e soluzioni immediate affinché i giornalisti e i dipendenti possano continuare a portare a casa il frutto del loro lavoro e mantenere le loro famiglie. Tuttavia, è anche vero che per quanti sono cresciuti leggendo la «Gazzetta», la brutta notizia non può colpire solo i lavoratori (alcuni dei valenti giornalisti sono anche miei amici) che in questo momento stanno subendo la situazione, ma può essere condivisa perché il problema investe il territorio, l’informazione, la cultura, l’educazione alla lettura, l’identità territoriale e, dulcis in fundo, i sentimenti.

Penso a quanti come me nella loro adolescenza ritagliavano e conservavano alcune pagine del giornale (spesso quelle culturali) per rileggerle e approfondirle, convinti della loro utilità. La lettura del giornale era un rituale: si trascorrevano intere ore (magari mangiando un gelato o sorseggiando un caffè) “divorando” e commentando qualsiasi notizia; poi rientrando nel mondo casalingo, con le proprie abitudini e occupazioni, si era comunque consapevoli di sentirci partecipi e cittadini del mondo.

Allora, accanto all’appello del direttore Partipilo, si unisce questa voce, una delle tante fuori dal coro, per chiedere ad un ipotetico “Magnifico” (riferendoci a Lorenzo de’ Medici, autore della citazione nel titolo), a tutti  coloro che credono nei valori dell’informazione, ad un ipotetico politico, mecenate, uomo di cultura,  di restituire la «Gazzetta» ai lavoratori, ai cittadini e ad un territorio che non può continuare a vivere di incertezze, convinti che un giornale serio educa alla comprensione dei fatti, alla pluralità delle idee e a far sentire più liberi.

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Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

1 COMMENTO

  1. Per anni mi è stata di aiuto per dare voce ai cittadini nella cronaca cittadina di Lecce. Essere accolto e ascoltato da giornalisti in modo particolare della Gazzetta è per me un onore.

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