La crisi taglia la vacanza, non quella salentina però!

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L’Editoriale

Crisi vacanzeAnche se le temperature rendono ancora sopportabile la vita in città, l’estate è ormai alle porte. Si, effettivamente l’estate non è ancora arrivata ma noi salentini, abituati come siamo ai 40 gradi di Maggio, siamo già arrabbiati perché un mese estivo è già passato e le t-shirt sono ancora in naftalina.

Ma chissà che, allo scadere della mezzanotte del 21 Giugno, l’estate arrivi prepotente, tanto che l’afa ci farà rimpiangere il bel clima primaverile in cui siamo.

D’estate, si sa, è anche tempo di vacanze, almeno per chi può permetterselo. In tempo di crisi, infatti, il superfluo è la prima cosa che viene tagliata, ma è davvero poi così superflua la vacanza? Forse no, visto che non esiste ormai uomo sulla faccia della terra che non abbia sofferto, almeno una volta nella vita, di una delle tante e innumerevoli dermatiti da stress!

Eppure di anno in anno i dati non ci raccontano nulla di buono. Cinque milioni in più rispetto allo scorso anno, sarà il numero di coloro che dovranno rinunciare alla vacanza. Se a quelli che la crisi costringerà a stare a casa si aggiungono i poco più di 4 milioni di italiani che di solito non vanno in vacanza in estate, allora il dato sale a 18 milioni. Invece, in 25,7 milioni non rinunceranno allo svago. Lo dice la Confesercenti dopo il sondaggio condotto per suo conto dalla Swg. Tutto questa crea non pochi danni alle già scarse infrastrutture alberghiere, le quali sono costrette ad investire meno nel lavoro. Se diminuiscono i vacanzieri infatti, diminuisce anche il numero dei lavoratori nel settore, stagionali e non.

Altri sondaggi, però, sembrano confortare noi salentini: il Salento sembrerebbe il territorio “più amato dagli Italiani”, è quanto emerge da una indagine condotta da Italia Touristica alla vigilia dell’apertura della Bit, la Borsa internazionale del turismo a Milano, per offrire agli operatori nazionali ed esteri uno spaccato delle sensazioni espresse dagli italiani.

Subito dopo il Salento, si piazzano le Cinque terre, la Costiera Amalfitana, il Chianti e la Versilia. Pare che a mare, cordialità, enogastronomia, ospitalità, barocco, olio, musica, uliveti e tradizioni, non ci batta nessuno e, onestamente e per fortuna, è difficile.

Non ci mancherebbe niente, ma proprio niente, se solo in passato amministratori e imprenditori fossero stati più lungimiranti. Se avessero visto nelle dune una risorsa piuttosto che un ostacolo, se si fossero resi conto che le “stradine di campagna” che portano al mare andavano bene secoli fa, se solo avessero compreso che cementare è si più facile e veloce ma poco dinamico, se avessimo incentivato chi costruiva per tutti e non solo per se stesso, di sicuro non avremmo eguali.

Tali recensioni inorgogliscono certo, ma ai veri amanti della propria terra, lasciano anche tanto amare in bocca. Nonostante tutto gli altri ci amano e amano la nostra Terra, gli altri però! Noi la divoriamo e la usurpiamo. Quante risorse avremmo ora tra le mani: occupazione specializzata, fama, capitali da investire. E invece no! Quello che alla Bit di Milano (forse) non sanno, è che qui combattiamo ancora con il lido abusivo, con la spiaggia pubblica sporca fin oltre ferragosto, col parcheggio selvaggio, con il cemento sulla spiaggia. Però se è vero che il passato serve per affrontare meglio il presente, è questa l’ora di svoltare. Gli Italiani ci amano e amano la nostra Terra, sarebbe bello farli tornare ogni anno e sbalordirli sempre di più….in meglio, però!

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