L’artificio della droga e “1984” di George Orwell

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“A volte, basta aprire un libro per isolarsi dalla realtà ed entrare in contatto con quei paradisi artificiali che molti usano raggiungere attraverso la droga”.

Uno dei peggiori malanni del nostro periodo storico, forse ad oggi fuori controllo, è la droga; naturalmente non parliamo delle droghe ricreative, delle così dette “canne” i cui effetti sono molto più blandi rispetto ad alcool e altre sostanze chiamate stupefacenti, ma parliamo di cocaina, eroina, MDMA, chetamina, speed e tutte le altre mille droghe sintetiche uscite sul mercato negli ultimi 20 anni. Un mercato sempre “in via di sviluppo” che si arricchisce ogni anno di più a causa della forte richiesta che imperversa tra giovani e meno giovani, schiavi di un modello di vita artificiale, basato sul raggiungimento di stati alterati facilmente raggiungibile, in realtà, attraverso mezzi sicuramente più sani.

Fatta questa premessa, proviamo ad immaginare cosa si cela nella mente dei ragazzi che si abbandonano a questi “Baccanali”, inconsapevoli di ciò che potrebbe succedere. Scorgiamo da lontano un giovane ragazzo di circa 25 anni, un po’ punk ma molto sveglio.

Immaginiamo ora di infilarci nella sua testa come un pensiero, ed ascoltare la sua mente.

“Che darei per avere un’altra dose di quel meraviglioso cristallo di MDMA provato ieri sera, era così forte, mi sentivo attivo e ubriaco nello stesso tempo, che sensazione meravigliosa lasciare tutti i problemi nell’imbuto della vita, che bello volare al di sopra dell’esistenza e immergersi in quella spensieratezza senza eguali; quando prendo quelle robe non penso più agli esami, alle rotture di casa, alla mia ex, ai pochi soldi che mi girano a causa del mancato lavoro e a tutto quello che mi rende nervoso. Odio questa società fatta da finti perbenisti mascherati da buone intenzioni, sono tutti così falsi, così impostati, non si godono realmente la vita, non amano la semplicità, sono assorbiti da tutti quei social, tanto da vivere in funzione di essi; foto, video e tutto quello che si può mostrare pur di non far percepire agli altri, la loro misera vita per certi versi simile alla mia. Quanta ipocrisia! Io invece sono diverso, apprezzo le cose semplici, prendo un po’ di MDMA e mi lascio trasportare perdendomi nei meandri della città, vagando e apprezzando ciò che mi sta attorno, osservando il mondo da un punto di vista diverso grazie all’effetto di quella roba meravigliosa.

Oh, ma guarda te, proprio ieri son passato da qui, ricordo quel negozietto di libri ma non avevo notato che fosse proprio vicino all’università, pensavo di aver fatto più strada, invece mi sa che ho girato solo attorno alla struttura ahahahahah, povero me, pensavo di essere andato chissà dove, mi sembrava tutto così diverso, così bello, così… Artificiale! Comunque, meglio non pensarci, entrerò in quella libreria, non leggo un libro da tempo e non ho molti soldi per comprare la ‘roba’, mi chiuderò in casa a leggere finché non mi daranno la paghetta.

Mmm George Orwell “1984”, ne avevo già sentito parlare, sembra interessante e costa anche poco, ok lo prendo e me ne torno subito a casa.

Il “Grande Fratello”, il governo totalitario, i teleschermi che controllano i cittadini, che mondo triste in questo libro, tutti schiavi inconsapevole di un mondo artificiale… Mondo artificiale… Schiavo di un mondo artificiale… Sembro io sotto effetto della “roba”, sono schiavo di un mondo artificiale, sono schiavo di quella merda che non mi ha fatto neanche allontanare dall’università, pensando di aver visitato luoghi fantastici; io sono un altro schiavo, uno dei tanti che non riesce ad uscire da quel mondo fatto solo di convinzioni e non di bellezza; No! Non la voglio più quella merda! Voglio essere libero, libero di vivere la realtà. Vado a comprare un altro libro”

Così si conclude questo monologo di uno dei tanti ragazzi che arrivati ad un certo punto, non riescono più a scindere la realtà dall’artificiale, inconsapevoli che la loro presunta libertà è solo una maschera portata sul “viso” dalla schiavitù di quelle sostanze che incatenano la mente in un mondo statico, dove il viaggio è solo un artefatto del cervello che non risolve i problemi ma li mette solo da parte, perché una volta finiti gli effetti, tutto ritorna così com’era, incasinato. Si dovrebbe invece leggere un buon libro, che rilassa il corpo e non da effetti collaterali, fa viaggiare in luoghi fantastici e soprattutto insegna spesso a come risolvere i problemi che la vita ci pone davanti… La lettura rende liberi.

Classe ‘86, vive a Squinzano, piccolo paese della provincia di Lecce. Fin da adolescente manifesta una forte passione per la scrittura, percepita come insostituibile mezzo di espressione personale e di comunicazione diretta al cuore delle persone. Appassionato di arte, storia ed archeologia, cresce nel quartiere di Sant’Elia, luogo ancora ricco di mistero, dove conduce ricerche e studi su un convento del 1500, effettuando numerose e importanti scoperte archeologiche che gettano nuova luce sul complesso monastico. Scrive su diversi blog e giornali come “Salento Vivo”, “Spazio Aperto Salento”, “L’ORticA”, “Il Trepuzzino”. È in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di scritti con Aletti Editore.

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