Riccardo Scamarcio in Cosimo e Nicole, un amore che dal G8 arriva al cuore della gente.

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 Il regista Francesco Amato racconta la sua pellicola in concorso per il Premio Mario Verdone

ScamarcioÈ un film che parla di responsabilità Cosimo e Nicole, ma anche di irresponsabilità. Francesco Amato, racconta al Festival del Cinema Europeo, come questa storia sia nata dall’idea di una situazione forte, violenta, piena di ideali, gli scontri del G8.

Mentre il film nasceva, si sono domandati in che modo le coppie, gli innamorati, avessero affrontato il G8. Sono andati a cercarli e li hanno trovati, ancora più innamorati, più uniti.

Perché un amore che supera il disorientamento, si ritrova sempre e ovunque.

L’autore, presentato dal critico cinematografico Massimo Causo, racconta così la nascita della sua opera seconda:

 Perché ha voluto il G8 in questa storia? 

Il G8 rappresenta per l’Italia un punto di cambiamento, è lì che gli italiani, soprattutto i giovani, hanno perso il legame con le istituzioni e con la politica. Dopotutto se oggi abbiamo Grillo, non è un caso. È in questo contesto che Cosimo e Nicole creano un  perimetro intimo intorno alle loro vite, perché non vogliono più fare parte di un mondo che non sia il loro.

Cosa ci può dire dell’affascinante Nicole?

Clara Ponsot è una delle giovani attrici più talentuose dei nostri giorni. Il caso ha voluto che fosse l’unica attrice a non presentarsi ai provini, la sua foto mi ha colpito. La sua scena prova non ha visto il grande schermo, ma è stata decisiva per la scelta di Nicole. Secondo la sceneggiatura Nicole avrebbe dovuto mangiare un panino col pomodoro, lo mangiò con una tale voracità da lasciarmi senza fiato, non mi aspettavo tutta quella femminilità, quella padronanza del corpo, in un gesto così semplice. Era lei Nicole.

Sia Riccardo Scamarcio che Clara Ponsot hanno improvvisato molto durante le scene, rendendo propria quella storia, facendo vivere la sceneggiatura.

Sullo sfondo di questa storia d’amore e di passione, si affrontano temi difficili, come immigrazione clandestina e incidenti sul lavoro. Le loro vite ruotano attorno ad un palco, quello dei concerti del G8. Il regista decide di rendere la sua pellicola ancora più personale, scegliendo la sua musica, quella che gli appartiene. Marlene Kuntz, Verdena, Afterhours, si esibiscono sul palco di Cosimo e Nicole. Noi di Paisemiu.com abbiamo chiesto al regista in che modo questi grandi artisti italiani, hanno affrontato l’esperienza cinema.

Da vere rockstar. L’hanno affrontata così. Ognuno di loro ha dato qualcosa. Dai Marlene Kuntz ho avuto complicità, dai Verdena il grunge e il loro mondo sconosciuto, di cui fanno parte solo loro. Se fossero nati a Dublino sarebbero una delle band più famose al mondo. Manuel Agnelli, beh, un emozione incredibile. Lui il palco lo fa suo come niente. In generale ho preferito non dare molta importanza ai testi presenti nel film, volevo che il pubblico si concentrasse sulla musica, sul caos. Ho voluto far ascoltare le parole solo del pezzo degli Afterhours, mi sembrava adatto.

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Attualmente il regista ha terminato le riprese di una serie di documentari slow food sull’alimentazione africana in Etiopia, Kenya e Senegal. Inoltre, sta scrivendo una commedia teatrale con protagonista uno psicanalista. Ma dopo aver visto questo film, il pubblico condivide una sensazione tra le tante: difficilmente riuscirà a separare l’immagine di Scamarcio, Cosimo, dalla sua Nicole.

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