Allarmanti dipendenze tecnologiche, a Cavallino si aprono le porte del nuovo centro Di.Te

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Cavallino (Le) – Quante volte abbiamo sentito parlare di dipendenza dall’alcool, dalle droghe, dal gioco d’azzardo? Le dipendenze prendono sempre più piede e, negli ultimi tempi, oltre a quelle “tradizionali” la fanno da padrone quelle legate alle tecnologie, ai contesti dell’età contemporanea: gioco, internet, social-network, shopping compulsivo.

In virtù di questa nuova realtà, lo Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (Lecce) inaugura, Sabato 16 Ottobre, la nuova Sede Provinciale dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP, Cyberbullismo Di.Te. Durante l’incontro si rifletterà sulla diffusione del web e sulle patologie a esso correlate e il Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te., Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e docente universitario, presenterà il suo ultimo libro “Voglio il cellulare”, una guida per genitori e figli per educare ad una consapevolezza digitale.

Di.Te è un’organizzazione di volontariato che si avvale di un team di esperti psicologi, psicoterapeuti ed educatori formati sul tema delle dipendenze tecnologiche.In particolare, l’Associazione sostiene che il continuo diffondersi ed evolversi delle nuove tecnologie sta definendo l’emergere di nuove sindromi comportamentali e vissuti emotivi. Difatti, l’avanzamento tecnologico ha aspetti positivi, ma comporta delle criticità se non si utilizzano le nuove opportunità con il senso della misura e con equilibrio.

L’obiettivo dell’organizzazione è di indagare i temi sempre più diffusi delle nuove dipendenze, oltre che attivarsi concretamente con azioni formative, di sensibilizzazione e di prevenzione su tutto il territorio nazionale. L’Associazione si occupa del trattamento delle dipendenze tecnologiche, del gioco d’azzardo patologico (GAP) e dei fenomeni internet correlati, come il cyberbullismo, dimostrando che dietro a un accogliente schermo si possono celare le trappole della dipendenza patologica, soprattutto nell’età evolutiva più delicata del bambino e dell’adolescente. Secondo un’indagine condotta dal Ministero della Salute, sarebbero proprio bambini e giovani, in una fascia di età compresa tra i 10 e i 20 anni, i più colpiti da questi fenomeni.

I responsabili del centro Di.Te affermano che “La grande rete che connette ed avvicina riesce anche talvolta a modificare lo stile di vita, il modo di pensare ed influenza le scelte dei singoli e della collettività. Di fronte, infatti, alle consistenti risorse e potenzialità che il mezzo tecnologico comporta, è necessario considerare che il rapporto con il dispositivo tecnologico potrebbe sfociare, in alcune occasioni ed in determinate personalità,  in condotte disfunzionali, additive e compulsive.

In alcuni casi, troviamo un coinvolgimento totale della vita, specialmente tra i più giovani: i ragazzi che tramite lo smartphone non telefonano, ma aggiornano continuamente i vari profili Social, visionano video e postano foto, e sono totalmente immersi nella realtà virtuale, quasi come se il loro vero “essere” coincidesse in pratica, con l’essere on line.”

Si tratta quindi di fenomeni estremamente pericolosi e dannosi per la salute mentale. Gli studi, anche italiani, riconoscono vari comportamenti osservabili che rivelano l’esistenza di una dipendenza tecnologica: quantità significativa di ore trascorsa in rete, connessioni notturne prolungate e problemi con il sonno, evitamento del contatto visivo con i familiari, scarsa partecipazione ad eventi sociali, rinuncia o disinteresse per attività non collegate alla rete. Ogni sintomo deve ovviamente essere indagato nel contesto della persona e nello specifico momento evolutivo della sua vita, possibilmente avvalendosi dell’aiuto di un esperto.

Inoltre, i responsabili dell’Associazione Di.Te segnalano il fenomeno allarmante degli hikikomori, che porta a un pericoloso isolamento sociale, realizzato anche attraverso le nuove tecnologie.

Avere un quadro chiaro e completo di come e quanto si stiano diffondendo tali atteggiamenti è fondamentale per comprendere il contesto e le modalità utili per intervenire efficacemente. La tecnologia è ormai parte integrante delle nostre vite e il suo scopo è quello di rendere le nostre giornate più smart, di agevolare le nostre routine quotidiane, eppure i dati attuali mostrano la tendenza che hanno le persone ad esserne assoggettate. La tecnologia dovrebbe essere uno strumento a favore dell’uomo e non viceversa. Pertanto, solo familiarizzando con queste nuove problematiche che, sfortunatamente, fanno parte della nostra società, si può essere d’aiuto a quanti risultano coinvolti in una vera e propria dipendenza.

Diplomata presso il Liceo Classico "Virgilio-Redi" a Lecce ora è iscritta al corso di corso di Lingue, Letterature e Culture moderne presso l'Università del Salento

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