Melfi-Lecce: l’analisi. Errori e crocevia

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melfilecce2Lecce – Il destino è ora inesorabilmente legato a quello delle altre. La sconfitta di Melfi consegna questa inappellabile sentenza al Lecce, condannato già alla vigilia a dover vincere per marciare con meno preoccupazioni verso un obiettivo, quello dei play-off, ora un po’ più difficile da raggiungere. Il dato della classifica ora vede, dietro alle battistrada Salernitana e Benevento, la Juve Stabia terza a 63 punti ed il Matera quarto a 60; fuori dal treno, insieme al Lecce, c’è il Foggia a 57 e la Casertana a 56.

Il quadro però è ancor più complicato se si tiene conto che i Falchetti hanno ancora da recuperare l’impegno del “Tursi” di Martina, previsto per il 22 aprile. Paradossalmente, in caso di vittoria casertana in Valle d’Itria, i giallorossi si troverebbero ad inseguire sia i rossoblù sia il Matera, tornato in auge grazie allo 0-1, raccolto proprio a Martina Franca, deciso nel finale da Diop. La prossima giornata, turno in cui spiccano gli incroci di vertice Salernitana-Juve Stabia e Benevento-Matera, lo scontro tra Lecce-Foggia è classificabile come un crocevia dove, in caso di punti incamerati da terza e quarta, soltanto una delle due pugliesi sopravvivrebbe alla corsa play-off.

Quantità e corsa – L’approccio alla partita che è risultato perfetto contro il Benevento non ha trovato la gloria allo stadio “Arturo Valerio” di Melfi. Il Lecce “spuntato” senza Moscardelli si è trovato sin da subito intrappolato nella tela tesa da Leonardo Bitetto e dalla sua giovane banda, raggiante per un risultato che la proietta verso la salvezza. La quantità del Lecce, arma giocoforza scelta da Bollini, ha avuto vita dura contro la corsa del Melfi, squadra tosta e compatta che proprio dalla gioventù trae la sua freschezza nell’arco dei 90’. Chiuso ogni potenziale varco, il Lecce ha provato a sfruttare le palle inattive, ma prima il gol di Abruzzese è stato annullato e poi nessuna torre giallorossa è riuscita a rompere la marcatura con la mossa giusta. Stessa sorte per i tiri da fuori, mai prepotentemente pericolosi per il bravo Perina.

melfilecceDalla cintola in su – L’1-0 ha premiato, in verità largamente, il Melfi, capace di resistere per ben 35’ in dieci contro undici dopo l’espulsione di Gallo. Proprio in superiorità numerica il Lecce non è riuscito a far capitalizzare la propria superiorità tecnica; senza ripetere a cantilena i guai che questa squadra soffre a causa dell’assenza di un vero e proprio ariete d’area sono da evidenziare due aspetti del non-assalto alla porta di Perina dopo l’espulsione del centrocampista lucano. Primo su tutti, il centrocampo. La mediana giallorossa, efficiente quando si è trattato di raccordare le fasi iniziali dell’azione, ha collezionato una massiccia quantità di errori quando si trattava di scodellare la palla in avanti; non si è vista, infatti, nessuna azione manovrata che non partisse da una folata di Doumbia o da un lancio dalla retroguardia. Bogliacino ha timbrato il gettone di presenza solo con qualche soluzione da fuori, non accendendo mai la luce e Papini e Sacilotto sono incappati in una giornata così e così. In seconda istanza, è stata rivedibile anche la partita di Fabrizio Miccoli, apparso ancora una volta fuori dalle idee tattiche di Bollini e lanciato in campo per “salvare la patria” con le sue giocate. Il capitano giallorosso, schierato sulla trequarti con ampia libertà di movimento, ha gestito pochi palloni, soffrendo fisiologicamente anche a causa dell’apatico centrocampo odierno. 

Frittata finale? – Il colpo di grazia della partita è stato ovviamente la rete di Salvatore Caturano, scorer per la sedicesima volta quest’anno, caparbio nello sfruttare una serie di infortuni difensivi incappati decisamente nel momento peggiore per fare gli errori. Il corner che ha partorito la rete è stato un letterale regalo di Kevin Vinetot, autore di un appoggio dozzinale finito dopo la linea di fondo a pochi minuti dal termine. Sulla parabola calciata da Agnello poi Scuffia, perfetto mezz’ora prima nel salvare il risultato con un colpo di reni su Tortori, ha cincischiato non controllando la sfera, forse ingannato da un tocco beffardo. Al di là della “straordinarietà” dell’errore, la dinamica della partita non può che riflettere l’andamento stagionale, con un Lecce sin troppo singhiozzante lontano dal “Via del Mare” che rischia seriamente di perdere il treno per i play-off, ormai non solamente dipendente dal destino della compagine giallorossa. Domenica col Foggia l’ennesimo spartiacque di una stagione dove i termini “ultima spiaggia” e “crocevia” sono ormai diventati una costante. Il cerchio si stringe, il destino è tutto da scrivere.