Roberto Ottaviano & Pinturas presentano “A che punto è la notte”

0
62

Prosegue la collaborazione tra l’etichetta discografica salentina Dodicilune e il sassofonista barese Roberto Ottaviano. Dopo “Un Dio Clandestino” (2008), “Arcthetics. Soffio Primitivo” (2013), “Forgotten Matches. The Worlds of Steve Lacy” (2014), “Astrolabio” (2015), “Eternal Love” (2018), i due dischi dell’anno per Top Jazz (referendum indetto dalla rivista Musica Jazz) “Sideralis” (2017) e “Resonance & Rhapsodies” (2020) e il più recente

“Charlie’s Blue Skylight” (2022), venerdì 30 giugno esce “A che punto è la notte”. Nel nuovo progetto discografico, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe Digital e prodotto nella programmazione Puglia Sounds Records 2023 della Regione Puglia, il musicista e compositore torna con un progetto tutto pugliese: Roberto Ottaviano & Pinturas. Il quartetto guidato dal sassofono di Ottaviano è completato dalla chitarra di Nando di Modugno, dal contrabbasso di Giorgio Vendola e dalla batteria e dalle percussioni di Pippo D’Ambrosio.

«Dopo anni di progetti realizzati insieme ad artisti provenienti da varie parti del nostro pianeta, non è un caso se una quindicina di anni fa questo nuovo quartetto è nato nella mia terra. Il jazz diventa qui il “pennello” veloce con cui rappresentare paesaggi e storie immaginarie, i colori sono una infinita tavolozza costituita da tutte le musiche che amiamo profondamente e che rappresentano ancora oggi, e nonostante tutto, l’idea di un messaggio nella bottiglia. Ecco come si compone Pinturas, un affresco dinamico e proiettato verso il futuro ma tuttavia profondamente radicato nell’archetipo del Sud».

Il disco propone otto composizioni originali firmate dai tre musicisti – “The Moon is Hiding Beyond Your Mouth”, “Boo”, “You and the Night and the Words (Like Clouds)”, “Like Tears From The Sky (to Rino Arbore)” di Ottaviano, “Hermes” di D’Ambrosio, “Pinturas” di Vendola e “Notturno Indiano” firmata da Di Modugno –  e le riletture, che aprono e chiudono il disco, di “O Silencio das Estrellas” della cantante e compositrice brasiliana Fatima Guedes e “Avalanche”, brano del cantautore canadese Leonard Cohen, inserito nell’album “Songs of love and hate” del 1971. Il disco è dedicato alla memoria del chitarrista e compositore pugliese Rino Arbore, “la cui trasparenza ha rischiarato molte notti altrui ma che per una beffa del destino non e riuscito da illuminare la sua”.

Ha studiato Lettere moderne presso l’Università del Salento ed è stata allieva della Scuola Superiore Isufi. Attualmente, svolge un dottorato di ricerca in “Langue, Culture et Civilisation Italiennes” presso l’Université Côte d’Azur di Nizza, in co-tutela con l’Università L’Orientale di Napoli (dipartimento di Studi Internazionali). Le sue principali ricerche riguardano lo sviluppo dell’identità maschile nel mondo militare dell’Italia contemporanea, a metà tra la storia sociale, la storia della medicina e la storia giuridica. I suoi interessi l’hanno condotta a Dijon, presso l’Université de Bourgogne, dove ha trascorso un semestre di studio, e presso l’École française de Rome, dove ha svolto un periodo di ricerca. Tra gli altri interessi, annovera il giornalismo impegnato, la musica d’autore e il cinema indipendente.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleAdams e Durante, Pagliara e Muci, in un omaggio a Battiato con Simone Perrone e Danilo Cacciatore: dal 30 giugno a Corigliano d’Otranto
Next articleIl 30 giugno al Parco del Rauccio appuntamento con “The night wake – verso la notte dei poeti”