Brazzo, il rapper “orgogliosamente” sordo

0
206

Grande successo di pubblico e di critica per il 1° Festival degli artisti sordi, che si è svolto al Teatro Paisiello a Lecce, nei giorni 16, 17 e 18 Dicembre ’22. Tutti artisti davvero talentuosi ed un pubblico finalmente eterogeneo, che ha applaudito ma anche alzato le braccia e ruotato le mani, proprio come si fa nella lingua dei segni. Tra questi abbiamo riconosciuto il rapper Brazzo, noto anche grazie alla sua esibizione a – Italia’s Got Talent – del 2020 su Tv8. Brazzo, al secolo Francesco Brizio, nasce a Taranto il 14 Marzo 1987. È un  cantante sordo, molto apprezzato tra i giovani e i cultori di questo genere musicale, non solo per la sua bravura e spontaneità ma anche per il suo attivismo, che esplica attraverso una costante opera di sensibilizzazione sul tema “sordità”, riuscendo, il più delle volte, a far comprendere il vero significato del termine “inclusione” attraverso l’uso di testi, di cui è autore, che senza filtri veicolano chiari messaggi, evidenziando consolidati preconcetti sulla Comunità sorda e sulla sordità, che è bene ormai sfatare.

Chi è Brazzo e quando nasce la sua passione per il genere rap?

Inizio col dire “Orgogliosamente” che sono nato sordo, in una famiglia di sordi, da tre generazioni. Sono cresciuto in entrambi i mondi, quello dei sordi, rappresentato dalla mia famiglia e il mondo degli udenti, vissuto all’esterno di essa, dalle scuole, alle attività sportive, dal lavoro alla vita quotidiana. Sono entrato nel mondo del rap esattamente sei anni fa. La passione per il canto l’ho avuta fin da bambino, però come sappiamo, i nostri desideri a volte li teniamo chiusi nel cassetto, per poi tirarli fuori dopo un certo tempo. Io l’ho fatto qualche tempo fa, grazie a una mia carissima amica: Francesca, che ora vive in Spagna. Lei mi diceva sempre, che poiché parlavo così bene, dovevo provare a realizzare la registrazione di un brano, desiderio questo, che mi portavo dentro fin da bambino. Così ho registrato il brano dal titolo “Sono sordo mica scemo” ed è stato un immediato successo a livello nazionale.

Di cosa parlano i suoi testi?

Finora ho scritto dieci brani. I miei testi sono una vera e propria “denuncia sociale”. Come sappiamo il 19 Maggio 2021, il Parlamento ha approvato l’articolo 34-ter del Decreto Sostegni con il quale “La Repubblica riconosce, promuove e tutela la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST)”. L’Italia resta uno degli ultimi Paesi d’Europa ad averla riconosciuta… I miei testi servono proprio a far conoscere la nostra cultura, le nostre difficoltà sia a livello sociale che politico, a evidenziare la mancanza di accessibilità, tanto nei luoghi pubblici che nelle scuole e a far capire a tutti, l’importanza della nostra Lingua dei Segni.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Il mio progetto futuro è incidere un album che è in fase di lavorazione, successivamente, mi piacerebbe fare un tour in tutta Italia. Vorrei portare tutti i miei brani incisi per diffondere, sempre di più, la Lingua dei Segni e rivelare i nostri disagi sociali. Inoltre, mi auguro di far presto parte di una casa discografica. Attualmente mi avvalgo della preziosa collaborazione di un musicista – Lorenzo – che compone le basi musicali e mi assiste fino al mixaggio finale. Infine, lavoro con due “metronomi” di nome Veronica e Eugenia, che mi danno il tempo e il ritmo quando sono sul palco.