Riflessioni a fuoco spento

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Quando la pira smette di bruciare è ormai tempo di bilanci. Per i novolesi DOC la festa di Sant’Antonio Abate è l’evento più atteso, ma quanto è rimasto davvero dei festeggiamenti in onore del Santo? Qualcuno potrebbe pensare che di anno in anno la festa cresce e che le critiche arrivino dai soliti quattro conservatori dediti al contraddittorio. Forse. Forse agli italiani non piace “cambiare”. Le “feste di paese”, le sagre sono diventati eventi culturali ma quanto c’è di vero?

Un vecchio detto popolare, dato che siamo in tema, recita: “per andare avanti bisogna tornare indietro” e, vedendo quei numeri bruciare una frase banale, detta e ridetta diventa realtà.

Guardiamoci intorno; finita l’era del progresso ad ogni costo, dell’industrializzazione, della caccia all’oro nero, del cibo surgelato, i ricercatori di questo secolo, gli ingegneri studiano le fonti alternative come sole e vento (che son lì da prima che l’uomo fosse anche solo nei disegni di Dio) per darci l’energia. E allora il dubbio sorge: ma era davvero necessario correre così tanto, fare le cose così in grande se poi il futuro, la salvezza si ritrova nella scoperta delle cose naturali e semplici che la natura ci ha dato? Già, perché ciò che rende l’uomo diverso dagli animali è l’intelligenza …

Davvero? E allora perché l’animale non inquina, non distrugge e non commette reati che vanno aldilà di ogni logica? Per stupidità forse? No … Ciò che rende l’uomo diverso dagli animali è il pollice opponibile, forse se non avessimo avuto lo strumento che ci permette di avere in mano il mondo, questo sarebbe salvo.

Vedi i numeri sulla focara e pensi a tutto questo. Perché spendere tanti soldi per due numeri che bruciano? Lo splendore della focara sta nella sua messa in opera, lo splendore della focara sta negli uomini che settimane prima fanno a gara  a chi porta il fascio di legna più grossa, solo per devozione al Santo. La bellezza della focara sta nel vedere una pila di uomini arrampicati su una scaletta che con abilità, maestria e con i trucchi imparati dal nonno, costruiscono una torre stupenda che porta verso il cielo. Ma di tutto questo nessun giornale parla. Nessuna TV si affanna per aggiudicarsi la diretta dei giorni prima della festa. Prima c’è solo un inutile chiacchiericcio su chi canterà, su quanto si è speso e sui battibecchi dei politicanti. Allora guardi quei numeri e pensi quanto siano brutti,  anche fossero state lettere, cavalli o scimmie urlatrici. Perché poi arriva il fuoco e porta via tutto, arriva Sant’Antonio e nessuno se ne accorge.

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