Nuove fonti intorno alla presenza della Focara a Novoli

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Novoli (Le) – Gilberto Spagnolo, noto storico novolese, nel suo ultimo lavoro Memorie dal passato. Il diario di Salvatore Cezzi e la Focara di Novoli (1872-1874) “Superba come ogni anno”, oltre ad inaugurare la collana «Quaderni della Società Storica di Terra d’Otranto», ritorna su un tema più volte indagato e che, dalle sue stesse dichiarazioni, rappresenta un ulteriore «atto d’amore per il suo luogo natio».

L’occasione è propizia per segnalare altresì un suo precedente volume: Il fuoco sacro. Tradizione e culto di S. Antonio Abate a Novoli e nel Salento (1998), importante riferimento bibliografico ed utile per una lettura più consapevole del libro appena uscito. Ad impreziosirlo, il contributo di Mario Cazzato: Prima di Cosimo De Giorgi. Novoli e Sant’Antonio “della Focara” che introduce e apprezza la ricerca dello studioso novolese.

L’oggetto di questo volume di Spagnolo è il Diario di Salvatore Cezzi (nella pubblicazione c’è una sua foto del 9 luglio 1873), di origini magliesi che, in seguito alle nozze con la novolese Maria Francioso e alla sua integrazione nella vita del paese, ne diviene un autentico testimone. L’epigrafe, presente nella cappella della famiglia Cezzi del cimitero di Novoli e riportata nel volume, fa emergere altri dati interessanti: Gentiluomo e credente sposo e padre esemplare/di cuore amorevole e d’indole benefica/adorato dai suoi stimato e compianto da tutti/maturo di virtù e non di anni/volò in seno a Dio il 12 febbraio 1912/di anni 61.

Trattasi di un volume suddiviso per argomenti: Il Santo e la grande Pira (Storia e Documenti), Il “Diario di un uomo di campagna e di paese” e la focara di Novoli, “La Giovanna nostra” e “Lo stemma del Comune di Novoli, “Un albero di molti secoli” e Terra d’Otranto e, per concludere, Fonti bibliografiche di riferimento e Approfondimenti.

La pubblicazione è interessante anche dal punto di vista iconografico in quanto presenta immagini del Santo, alcune foto della focara, (dal 1909 fino agli anni ’30), altre che ritraggono l’arrivo delle reliquie, processioni e il Santuario di S. Antonio Abate di Novoli, testimonianze di tempi diversi che arricchiscono questo lavoro.

Non può passare inosservato un disegno che allude al mitico Orfeo con la viola da braccio, variante rispetto alla classica lira e ‘modernizzazione’ che risente del clima culturale del suo tempo, con la presenza di Amore (ricordo dell’unione di Orfeo e Euridice) che, per alcuni aspetti, rimanda al legame tra amore e poesia, ma è come se si attribuisse il ruolo di aedo al ‘superbo’ personaggio della focara.

Altro elemento significativo è lo scritto della zia Rina a Salvatore (Maglie, 12 Aprile 1872) ascrivibile ad un tipo di letteratura diaristica ove si rimanda a memorie e testimonianze personali che ancora oggi costituiscono uno strumento necessario per tessere legami di vario genere e alle quali va riconosciuto un innegabile valore storiografico:

Scrivi, scrivi tutto quello che pensi/ nel libretto che ti ho regalato. Ti farà /bene e farà bene ai tuoi figli.

Spagnolo, da studioso attento, lascia parlare le fonti dichiarando subito il suo intento: analizzare, dal punto di vista storico, il falò sia all’interno della tradizione che della storia facendolo con tale emozione e commozione tanto da riuscire a coinvolgere ogni tipologia di lettore.

Non importa essere intellettuale o tanto meno fervido credente per approcciarsi a questo tipo di lettura in quanto con il Santo (fin dal 1664 patrono di Novoli) «sembra quasi abitarci vivendo accanto alle ormai infinite generazioni dei suoi figli che lo riconoscono e lo amano davvero come un padre».

Tuttavia «le origini della focara restano ancora piuttosto oscure» anche se l’autore, citando lo studio di Giuliana Petracca (Napoli, Archivio di Stato) su un quaderno risalente al lontano 1462, ove si segnala la presenza di nomi di carbonai novolesi che rifornivano la Zecca a Lecce, afferma «la familiarità dei Novolesi con il fuoco» tanto da non escludere la costruzione di una pira di legno già nel XV secolo pur ufficializzato lo studio del culto del Santo a Novoli nel 1664.

Spagnolo, senza mai abbandonare l’abito dell’historicus, espone le sue indagini muovendosi con circospezione ma anche con esperienza attingendo alle fonti finora reperibili. L’indagine si focalizza intorno ad alcune date presenti nel Diario. Il 17 gennaio 1872 si registra la prima testimonianza del Cezzi riferendo di essere stato a Nivili (Novoli) «per la grande focara di Sant’Antonio Abate, patrono del paese» mentre il 31 gennaio 1874 definisce la focara «superba come ogni anno».

In questi anni (1874-79) la presenza di Cezzi è sempre più significativa tanto da prendere parte attivamente alla discussione sul nuovo stemma civico che nonostante le proposte del «manipolo di grano o un bell’ulivo secolare» viene scelto il grappolo d’uva, in quanto dai tralci della vite si poteva costruire la focara sostituendo così nello stemma l’effigie della Vergine di Costantinopoli.

Riguardo alle fonti, considerando che finora si attestava la presenza del falò a Novoli dal 1893, grazie alla notizia individuata da Alfredo Mangeli sulla «Gazzetta delle Puglie» e la prima foto al 1909, va da sé che con questa scoperta Spagnolo riporta indietro di 21 anni la prima notizia sull’esistenza della focara a Novoli.

Per chiudere il cerchio viene segnalata la data del 14 maggio 1868 per la delibera del Comitato preposto ai festeggiamenti del Santo anche se, secondo lo studioso, esisteva già dal 9 giugno 1849.

Invito a leggere questa interessante pubblicazione perché se Salvatore Cezzi «si porta dentro un albero di molti secoli» come scrive nel suo Diario, Gilberto Spagnolo con questo lavoro porta nuova luce nel campo della ricerca che tocca aspetti devozionali ma anche antropologici e culturali intorno a Sant’Antonio.

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