Fernando Seclì, “La mia Tebaide”, l’emozione silente dell’ascolto

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La mia tebaideNovoli (Le) – Emozioni semplici ma profonde in memoria di un uomo speciale che il 7 novembre ha lasciato questa vita; al Teatro Comunale è stato presentato il libro sulla vita di Sant’Antonio Abate, scritto da don Fernando Seclì e pubblicato postumo a causa della sua prematura scomparsa.

La “Bomboniera” di Novoli era piena in ogni ordine di posto; amici di sempre, amanti della letteratura e del Santo, hanno reso omaggio a quell’uomo che è morto mentre le bozze del suo “scritto ultimo” venivano lavorate per diventare libro.

Un racconto particolare, scritto in prima persona. L’autore è riuscito nel difficilissimo compito di narrare come se lui fosse Sant’Antonio. Chi scrive, sa quanto è difficile immedesimarsi nei panni di un personaggio, assumendone le sembianze. Lui c’è riuscito e ha regalato “La mia Tebaide” alla comunità novolese e agli archivi storiografici della letteratura mondiale.

L’evento, organizzato con il Patrocinio del Comune di Novoli, della Fondazione Fòcara e con la collaborazione di Paisemiu.com, ha visto la presenza sul palco di Monsignor Fernando Filograna, Vescovo di Nardò-Gallipoli, del Prof. Fabio Scrimitore, vice Presidente della Fondazione Fòcara, del Sindaco di Novoli e Presidente della Fondazione Fòcara, il dottor Oscar Marzo Vetrugno, della dott.ssa Simonetta Pensa, in veste di editore (Pensa Multimedia) e di Mimma Seclì, figlia dell’indimenticabile Diacono e scrittore; a moderare la redattrice di Paisemiu.com Marcella Negro.

La serata è stata aperta e chiusa dal coro “Mater Dei” di Villa Baldassare che, diretto dal Professor Tonio Calabrese, ha eseguito due versioni dell’inno a Sant’Antonio Abate.

Il primo intervento è stato quello di Oscar Marzo Vetrugno che ha salutato e ringraziato i presenti, abbracciando in modo particolare la famiglia di don Fernando Seclì, poi ha chiosato: “Questo è l’appuntamento più importante degli eventi culturali nel cartello, di quest’anno, delle festività in onore del Santo Patrono”.

Toccante la testimonianza del Vescovo di Nardò-Gallipoli, Monsignor Fernando Filograna, grande amico e Padre Spirituale dell’indimenticabile concittadino: “Lui amava lavorare in silenzio, coltivava molto la dimensione spirituale del suo essere uomo e diacono della Chiesa di Dio. Conciliava il lavoro con la sua fede. Ha vissuto la sua fedeltà a Dio sempre con umiltà. Aveva una ricchezza interiore che ha regalato a tutti noi con la scrittura. Il suo è uno stile letterario nuovo, diverso da quello a cui siamo abituati noi uomini di chiesa; lui è quello che adesso la gente vorrebbe per riavvicinarsi a Dio. La sua scrittura è descrittiva, semplice ma profonda e riesce a toccare le corde dell’anima. Per me era un fratello, un amico e un diacono”.

Il professor Scrimitore subito dopo è entrato nel vivo dell’opera: “Fernando era una persona con una maturità piena, geniale. La sua intelligenza era potente, con una capacità logica, interpretativa ed espressiva fuori dal normale. La sua creazione poetica l’ha aiutato a calarsi nei panni del Santo e, con umiltà, a descriverne la vita in prima persona. Una grande capacità di immedesimazione. Fernando era proprio tanto in tutto”.

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L’intervento di Simonetta Pensa ha regalato un sorriso intriso di malinconia pura: “Mi piace pensare che lui sia tra noi, e in modo sornione, è contento di questa serata e veglia su di noi”.

Per ultima ha preso la parola la figlia Mimma. Emozionatissima, con voce tremante ha ringraziato tutti e poi ha letto essere un testamento spirituale di suo padre, desunto dall’ultimo capitolo del libro e che da lì a poco sarebbe partito per il suo ultimo viaggio.
Dopo un minuto di silenzio, nel buio d’una sala in cui solo una luce si è accesa, quella sul quadro del protagonista principale che non c’era ma c’era, è stato eseguito l’inno a Sant’Antonio che ha accompagnato il sipario a chiudersi sull’interessante incontro. I presenti sicuramente ricorderanno a lungo la serata per l’intensità dei contenuti e la profondità dei sentimenti che si sono respirati in sala.

Qualcuno ha fatto notare al vicino di poltrona qualche assenza ingiustificata, ma di fronte a tanta gente importante (per quello che ha costruito nella vita e ha dato alla comunità), gli assenti hanno sempre torto.

La vita è un lungo viaggio attraverso l’umiltà e la conoscenza di se stessi: questo è uno dei messaggi più veri che questa serata ha trasmesso ai partecipanti.

Il libro “La mia Tebaide” edito da Pensa Multimedia attende soltanto di essere letto e approfondito.

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