Troppo basso il voto in pagella, madre aggredisce insegnante: il fenomeno dei “genitori elicottero”

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Castrignano del Capo (Le) – “Troppo basso il voto in pagella del figlio, madre aggredisce la prof di Storia” sembra quasi l’incipit di un film comico, invece no, è quanto accadde a Castrignano del Capo nel sud Salento,  l’8 Aprile 2019, durante un incontro scuola-famiglia. Nel corso del colloquio l’insegnante di Storia lamentò la scarsa applicazione dello studente nell’ultimo periodo: “Vostro figlio non studia e, chiamato diverse volte per essere interrogato, si è rifiutato di rispondere. In più si lascia andare ad un comportamento maleducato”, affermazioni fuori luogo e sconcertanti per quei genitori il cui figlio si era sempre contraddistinto per il suo percorso scolastico e per i brillanti risultati ottenuti. Proprio questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La coppia, con tono sempre più arrogante, avrebbe preteso di prendere visione dei registri scolastici, fino a quando, in preda all’ira, la madre avrebbe cominciato a sbattere violentemente le mani sulla cattedra, per poi sferrare dei pugni sulla spalla destra dell’insegnante. A scuola accorsero i carabinieri della stazione locale che raccolsero le testimonianze e la denuncia dell’insegnante, accompagnata subito all’ospedale di Tricase per una contusione tra la scapola e l’omero con un prognosi di cinque giorni.

Ma non è tutto. I genitori dello studente, consapevoli di aver oltrepassato il limite e di poter essere puniti, tentarono di cambiare le carte in tavola, formalizzando una denuncia contro la prof per diffamazione, calunnia e maltrattamenti verso fanciulli. Rincararono la dose, affermando che il figlio avesse avuto una crisi di pianto in seguito alle affermazioni della docente, accusata inoltre di aver rivolto offese e insulti allo studente davanti ai compagni di classe.  Insomma, oltre al danno, la beffa!

Basandosi sulle testimonianze acquisite, l’allora PM, Maria Rosaria Micucci, chiese l’archiviazione del procedimento perché, stando alle sue parole “l’accusa non appariva sostenibile in giudizio, posto che la versione dei fatti fornita dai genitori non ha trovato riscontro in atti alla luce anche delle affermazioni fatte dal dirigente scolastico oltre che della versione fornita dalla indagata”. Nel frattempo, anche la GIP, Cinzia Vergine, ha archiviato il procedimento a carico della prof dopo la denuncia dei genitori dello studente, grazie a una memoria difensiva depositata dall’avvocato Vito Lisi il quale, in un passaggio, sottolineava che “l’indagata, in qualità di professoressa, si è limitata (esercitando il proprio dovere professionale) a riferire ai genitori dello studente l’andamento scolastico, comprese le valutazioni negative. Le dichiarazioni sull’andamento scolastico dello studente hanno trovato riscontro documentale e non si sono palesate in false e diffamanti invettive idonee a screditare la reputazione personale del ragazzo nei confronti di più persone”.

Pochi giorni fa, il Procuratore aggiunto, Elsa Valeria Mignone, ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei riguardi della 47enne madre dello studente, che dovrà affrontare un processo davanti alla Giudice di Pace, Anna Maria Cosi, a partire dal 10 giugno 2021.

Siamo di fronte all’ennesimo caso di “genitori elicottero”, così chiamati perché, proprio come elicotteri, girano sempre attorno ai loro figli, atterrano in qualsiasi momento per aiutarli e che, di fronte ai loro comportamenti negativi, tendono a dar loro sempre ragione, colpevolizzando gli altri fino a diventare aggressivi. Il fenomeno è diffuso soprattutto in ambito scolastico, come nel caso di ciò che è accaduto a Castrignano del Capo. Il problema di fondo risiede nella  considerazione sbagliata della scuola, oggi non riconosciuta come un’istituzione, e dei docenti, il cui ruolo viene messo sempre più in secondo piano; se essi vengono considerati nemici dai genitori, se la loro autorevolezza e il loro ruolo educativo non vengono riconosciuti neppure dalle famiglie degli studenti, stare in classe diventa sempre più difficile. Molti genitori cercano spasmodicamente l’affermazione dei propri figli, non riconoscono un ruolo educativo all’insegnante, non accettano le regole e si sentono autorizzati a intervenire, nonostante il proprio pargolo sia in torto.

Assistiamo quotidianamente a questo “conflitto permanente” che sta lacerando il rapporto tra le famiglie e la scuola e che sta destabilizzando l’educazione delle giovani generazioni. Fin dalla notte dei tempi, la scuola ha il compito di formare gli studenti, sia culturalmente che umanamente. Fondamentale in questo percorso è il ruolo dell’insegnante, che deve guidare i suoi allievi e aiutarli a coltivare le proprie passioni. ma anche riprenderli quando commettono errori. Certo, essere genitori non è facile e nella maggior parte dei casi, si tende a giustificare le azioni sbagliate del proprio figlio perché non gli si vuole dare un dispiacere e, per questo, lo si trasforma in “una vittima”. Tuttavia, questo comportamento, a lungo andare, porta il bambino o l’adolescente a non comprendere i suoi comportamenti sbagliati e a pensare che il problema non sia lui ma gli altri e non c’è poi da meravigliarsi se le nuove generazioni  rivendicano una tavola lunghissima di diritti e una cortissima di doveri, se fanno appello alla responsabilità degli altri, dello Stato, ma tendono a non esercitare la propria.

Oggigiorno, viviamo in una società che pone troppo spesso l’accento sul risultato: ci si preoccupa di ottenere sempre buone prestazioni e si è disposti a far di tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, dimenticandosi di quanto, invece, anche imparare a riconoscere i propri errori sia importante per crescere ed è proprio qui che la figura del genitore dovrebbe giocare un ruolo importante, anche se spesso, ahimè, sono proprio i genitori a non voler veder franare le grandi aspettative che ripongono sui propri figli e a fare di tutto pur di mascherare un loro errore.