“Sulla buona strada”, al via la nuova campagna sulla sicurezza stradale

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Incidente“Sulla buona strada” è lo slogan scelto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti per dare il via, il prossimo 18 novembre, alla nuova campagna di sensibilizzazione per la sicurezza sulle strade e la prevenzione degli incidenti. Come affermato dal sottosegretario, Erasmo D’Angelis, ” … la sicurezza è l’infrastruttura fondamentale per fermare le stragi sulle nostre strade”.

Nonostante il trend positivo di diminuzione degli incidenti, negli ultimi 12 anni, in Italia, sono stati oltre 63.000 i morti e oltre 4 milioni fra feriti ed invalidi con costi umani, sociali e sanitari elevatissimi. La sola provincia di Lecce, nel 2012, “vanta” il triste primato dei morti sulle strade pugliesi: 76 (contro i 38 del 2011): un aumento pari al 100%. Ci consola, per usare un eufemismo, il dato numerico relativo al numero degli incidenti e dei feriti, sensibilmente diminuito rispetto al 2011. 

Il problema fondamentale è la causa di queste tragedie: il mancato rispetto della segnaletica stradale e la velocità di auto e motoveicoli.

Abbiamo voluto approfondire la tematica con il tenente Raffaele Paladini, attualmente al Comando della Polizia Locale presso il Comune di Novoli e da oltre 30 anni in servizio presso il Corpo di Polizia Municipale ed esperto in materia di Educazione Stradale

Paladini“Bisogna dare atto – riferisce Paladini – che mai, come in questo momento, si parla di sicurezza stradale, nonostante l’introduzione, già nell’ormai lontano 2003, della patente a punti: gli italiani al volante continuano imperterriti ad assumere comportamenti scorretti e pericolosi per la propria ed altrui incolumità. Non v’è dubbio che molti incidenti potrebbero evitarsi se solo ci fosse maggiore rispetto delle regole. L’incidente non è una fatalità, non si verifica per sfortuna. I giovani sottovalutano rischi e pericoli, soprattutto quando sopravvalutano le loro capacità pretendendo di saper e poter guidare usando incautamente il cellulare, ignorando le cinture di sicurezza, il casco o abusando di sostanze non consentite.
Occorre cominciare ad educare le giovani generazioni sin dai loro primi anni di vita ponendo in essere tutte le condizioni opportune perché sviluppino quelle necessarie potenzialità ricettive imparando a camminare per strada in modo consapevole, acquisendo la responsabilità necessaria a svolgere il ruolo di pedone e conducente. 
Per far questo bisognerebbe  intensificare i corsi di educazione stradale per i giovani nelle scuole e per gli anziani nei centri di aggregazione sociale utilizzando i moderni mezzi di comunicazione di massa e sollecitando i media affinché si promuova ed intensifichi una maggiore e corretta informazione su un fenomeno, quello degli incidenti stradali, cui non è possibile non prestare la massima attenzione”.

Tuttavia sarebbe un ragionamento abbastanza generalizzato se attribuissimo la paternità dei sinistri ad automobilisti indisciplinati e privi di coscienza civica. Sovente, infatti, si tralascia l’analisi delle concause. Almeno il 50% degli incidenti sarebbe da attribuire all’infrastruttura stradale: tanto, sicuramente, è stato fatto ma molto ancora resta da fare per migliorare la viabilità stradale. Il numero dei veicoli circolanti, negli ultimi 20 anni, sarebbe cresciuto di oltre il 50%; di contro, la rete viaria, è rimasta pressoché inalterata. Di conseguenza, poco si parla dei guardrail rugginosi e affilati spesso sottodimensionati, segnaletica orizzontale e verticale obsoleta, spesso quasi invisibile e, il più delle volte, anche contraddittoria.

“Occorre rivedere la larghezza delle strade – sostiene il comandante Paladini -, la loro geometria, l’asfalto deteriorato, deformato, spesso tappezzato o ricostruito strato su strato, o le immancabili buche. Di fondamentale importanza, poi, l’ampiezza delle banchine laterali, in particolar modo nelle nostre strade a due corsie ed a doppio senso di circolazione, spesso strette e piene di ostacoli di qualsiasi tipo (pali in ferro per l’illuminazione o cartelli pubblicitari); oramai continuano a nascere rotatorie lì dove non sono necessarie mentre alcuni incroci pericolosi restano privi di sicurezza”.

Ridurre le stragi sulle nostre strade è un dovere morale, ancor prima che politico. La campagna “Sulla buona strada” parte a pochi giorni dall’inizio in Parlamento dell’iter di riforma del Codice della Strada.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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