Costa neretina ignorata da AMP nella richiesta dei finanziamenti. La “denuncia” del coordinatore del Parco di Portoselvaggio Mino Natalizio

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Nardò (Le) – “Dispiace dover constatare come la parte di costa neritina rientrante nella perimetrazione dell’Area Marina Protetta, sia stata ignorata nella richiesta di interventi di cui al Piano Operativo Ambientale a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2014 – 2020. Così proprio non va!”

Il coordinatore del Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano Mino Natalizio critica la decisione dell’Area Marina Protetta di non inserire il territorio di Nardò nella progettazione comunitaria, che riguarda invece il solo territorio di Porto Cesareo che ha ottenuto finanziamenti per quasi 900 mila euro.

“I progetti presentati – ricorda – sono relativi a un percorso pedociclabile di collegamento fra Porto Cesareo e la punta della penisola della Strea con riqualificazione del water front della zona residenziale e creazione di un percorso ecologico attrezzato (500 mila euro) e ad un intervento di contrasto dell’erosione eolica lungo il litorale sabbioso di Torre Lapillo attraverso la chiusura delle intersezioni tra la viabilità pubblica e la spiaggia emersa (400 mila euro). Si tratta di decisioni da stigmatizzare, anche perché Nardò in questi anni ha sempre dimostrato lealtà non solo verso l’AMP, ma anche verso il Comune di Porto Cesareo. Basti pensare alla questione della gestione dei reflui o ai finanziamenti ottenuti attraverso il SAC Arneo – Costa dei Ginepri (di cui Nardò era Comune capofila), che hanno visto il territorio di Porto Cesareo ben rappresentato. È naturale che Porto Cesareo ottenga di più, vista la maggiore estensione di territorio ricompreso nell’area marina, ma si sarebbe potuto continuare a condividere le richieste di finanziamento, così come avvenuto con il progetto “Torri Costiere Sentinelle di Legalità” o con altre forme di interventi che hanno visto interessati S. Isidoro e Torre Squillace e naturalmente aree costiere di Porto Cesareo.

L’AMP – conclude Natalizio – ha bisogno di una gestione condivisa che faccia raggiungere le finalità istitutive non solo a Porto Cesareo, ma anche a Nardò. In quest’ottica, bisogna procedere spediti anche nella richiesta di ampliamento dell’area al tratto di mare prospiciente il Parco a terra di Portoselvaggio – Palude del Capitano, magari prima di presentare il nuovo Regolamento dopo la bocciatura di quello vigente da parte del Consiglio di Stato”.