Fabrizio Fontana continua a giocare ma questa volta fa sul serio

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Nardò (Le) – Dal 29 settembre al 12 Ottobre il Project Space di Nardò ospita la mostra dell’artista Fabrizio Fontana, “Mostra personale all’insaputa del gallerista” ( in modo da non dargli nulla in caso di vendita).

Dunque l’artista diviene più che un ospite, un incursore contemporaneo, che con determinazione occupa uno spazio, giocando, prima che con le sue opere, con il meccanismo complesso del mercato dell’arte, portandoci ad una riflessione su quelle dinamiche che determinano la visibilità e il successo di un artista.

Il ruolo del gallerista, del curatore e del pubblico sono marginali rispetto al processo creativo, ma da vari decenni sono diventati i veri protagonisti, sostituendosi spesso al creatore delle opere, l’artista appunto. E tuttavia, Fontana, riallinea tutti, mette in ordine e sequenzia le “cose” dell’arte, appropriandosi dello spazio galleria.

Cosa vorrà dirci? Che il potere è nelle mani dell’artista? Oppure più semplicemente in modo ironico prepara una sorpresa per stupire e spiazzare, rimescolando le carte dell’arte e lanciandole in aria, pronto ad un nuovo inaspettato gioco. La sua arte da sempre indaga la dimensione ludica lasciando a noi la scelta di riassemblare e vedere ciò che più ci interessa, con simpatia, ironia ed onesta ci avvicina all’opera scegliendo materiali e colori accattivanti, ci fa tornare bambini catturandoci con un abile mossa da prestigiatore per poi lasciarci scoprire il senso più profondo della sua ricerca, aprendoci a nuove letture e interpretazioni. Come ci racconta il curatore della sua mostra Nico Carone: “Un susseguirsi di strani crocifissi e icone pop ci parlano del complesso approccio dell’artista al mondo odierno e del suo modo di confrontarsi la sua quotidianità e complessità.  Tutte le opere sono permeate dall’estetica e dal linguaggio del gioco e dallo scherzo, dai colori e dalla lucidità della plastica. Questo ammiccante linguaggio ha come scopo principale chiedere al pubblico lo sforzo di avvicinare l’orecchio alla bocca dell’artista, che deve sussurrargli una serie di segreti su come a suo modo funziona il nostro mondo”.