Donne e musica, un binomio affascinante e sconosciuto: la ricercatrice Maria Rosaria Teni in un convegno a Lecce il 18 gennaio

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Una donna e la sua musica Bianca ChiriattiNovoli (Le) – “Una donna e la sua musica: Maddalena Laura Lombardini Sirmen e la Venezia del XVIII secolo”: questo il titolo del convegno che si svolgerà domenica 18 gennaio, a partire dalle 19, nei locali dell’ex Convento dei Teatini di Lecce.
Un appuntamento che parte da un omonimo lavoro di ricerca, effettuato in questi anni da parte della professoressa Maria Rosaria Teni, la quale da esperta storica della musica ha sentito il bisogno di indagare nel patrimonio storico e artistico della nostra Italia, in cui sono esistite tante figure, specialmente femminili,  interessantissime ma poco conosciute, poco sviscerate.

La Lombardini è una di queste: vissuta nel 1700, ma con lo spirito avventuroso e determinato di una donna moderna.

Noi di Paisemiu.com abbiamo incontrato la professoressa Teni, che ci ha raccontato la genesi del suo volume, pubblicato qualche anno fa ma ancora oggi fondamentale per chi vuole intraprendere ricerche in questo campo, e ci ha spiegato le ragioni che l’hanno spinta a cercare di diffondere la figura di questa donna così affascinante.

Iniziamo col parlare di lei: chi è Maria Rosaria Teni e da dove nasce la sua attività di storica della musica, una professione così poco nota in Italia?

La mia attività nasce dai miei studi universitari: mi sono laureata con una tesi in Storia Moderna, e da qui è partito anche il mio amore per la musica, e precisamente per la storia della musica. Il panorama di Venezia e degli Ospedali Veneziani è stato ispiratore da questo punto di vista, perché all’interno di esso c’era una fiorente attività di musiciste, caso molto particolare perché in quei tempi, nel XVIII secolo, la musica era proibita alle donne. Quello che succede negli Ospedali Veneziani, che sono i moderni conservatori, e quello che succede nelle strade di Venezia, ma anche di Napoli, Bologna, e altre città, procede di pari passo.

Quali sono stati i territori in cui ha svolto la sua attività di ricerca?

Io non ho studiato fuori, ma l’attività di ricercatrice l’ho svolta a Ravenna, a Bergamo, a Venezia, a Mantova. Il marito di Maddalena Laura Lombardini, questa figura su cui ho concentrato la mia attenzione, era un musicista ravennate, ed è stato molto importante per la carriera della donna, dal momento che all’interno del conservatorio non poteva produrre nulla da sola. Le sue prime pubblicazioni portano la firma di “Ludovico e Maddalena Sirmen”, che era il cognome del marito, ma questi quartetti erano esclusivamente di proprietà della donna. La mia attività di ricerca è durata circa sette, otto anni: è stata abbastanza difficile dal momento che non c’è molto materiale in Italia. Sono stati fatti importanti studi a riguardo a Oxford e all’Università del Michigan, ma attualmente le Università italiane non sono troppo disposte a finanziarie ulteriori sviluppi a lavori di questo tipo.

Com’è nato l’interesse per la figura di Maddalena, interessante ma sconosciuta ai più?

L’interesse è nato circa quindici anni fa, perché studiando gli Ospedali Veneziani mi sono resa conto della quantità di musiciste che c’erano al loro interno: erano le “putte” dei cori, svolgevano le loro mansioni, ma una volta chiuse nelle loro stanze componevano musica. E Maddalena è stata una delle più importanti. Il progetto editoriale su di lei, da me redatto, è stato pubblicato nel 2007 dalla Biblioteca Minima, con il patrocinio di varie fondazioni, tra cui la Regione Puglia e il Comitato Pari Opportunità.

Come sarà strutturato l’evento che si svolgerà domenica 18 gennaio nel chiostro dei Teatini a Lecce?

Il volume è stato presentato all’interno di convegni “tecnici”, interenti prettamente all’argomento, con l’esecuzione dal vivo dei quartetti di Maddalena Lombardini. Quello che proveremo a fare domenica è un percorso di diffusione, per far sorgere interesse da parte di quelle persone che non operano in questo campo. Il convegno è stato fortemente voluto da Achille Arigliani, presidente dell’Associazione “Li Scumbenati” di Lecce: quello di domenica sarà un primo esperimento per vedere la reazione del pubblico. Sarò affiancata dalla prof.ssa Annamaria Mazzotta, docente del conservatorio, che si preoccuperà di spiegare la musica di Maddalena dal punto di vista tecnico, a cavallo fra il neoclassico e il preromantico. E ovviamente verranno fatti ascoltare i quartetti. È una donna moderna a tutti gli effetti, Maddalena, e sarà interessante scoprirla: si è separata dal marito, ha viaggiato tantissimo anche a Mosca, San Pietroburgo. Una vera businesswoman del 1700.

Da storica della musica a musicista e ascoltatrice: quali sono i suoi gusti musicali?

Ascolto tantissima musica classica, pur non disdegnando i Pink Floyd e i Genesis, i cantautori italiani come De Andrè, De Gregori, Guccini, e tra i moderni anche i Coldplay, che stanno intraprendendo una bella strada. Amo la musica, la ascolto molto, e suonavo, in altri tempi, il pianoforte.

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