Porto Cesareo, rinvenuto un relitto d’imbarcazione risalente al 900 d. C.

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Relitto a Porto CesareoPorto Cesareo (Le) – In questi giorni a Porto Cesareo, tra i lidi balneari Hookipa e Belvedere, si stanno esplorando da vicino i resti di un’imbarcazione segnalati due anni fa dal sub Salvatore Gubello.

Il relitto è  situato nella cosiddetta “Zona dei Bacini “ e si trova a circa 2 metri di profondità. Si tratterebbe, nello specifico, di una nave da carico del 900 d.C.  trasportante molto probabilmente olio. Al suo interno sono state ritrovate numerose anfore ma il materiale rinvenuto non risulterebbe italiano, la sua provenienza è attribuibile alle coste orientali del Mediterraneo.

Solo lo studio dei campioni organici della nave da carico, che si otterrà per mezzo dell’AMS Accelerator Mass Spectroscopy del CEDAD, Centro di Datazione e Diagnostica di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, potrà fornire informazioni utili per una precisa datazione.

Nonostante il passare dei secoli, il relitto si è mantenuto in buono stato di conservazione grazie anche alla  posidonia marina formatasi sul fondale sabbioso.

I sedimenti, il fango ed i detriti che  ricoprivano l’imbarcazione sono stati risucchiati con una sorbona, strumento semplice ed utile nel recupero di reperti subacquei. A questa scoperta archeologica si è molto interessato il dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento che  ha preso in mano il progetto di ricerca del relitto sotto  la coordinazione della Prof.ssa Rita Auriemma, docente di Archeologia Subacquea e del Dott. Giuseppe Mastronuzzi del Dipartimento di Geologia dell’Università degli Studi di Bari. Il tutto coadiuvato dall’Associazione Culturale Galea.

Le acque di Porto Cesareo sono ricche di sorprese, basti ricordare che nei pressi di Torre Chianca venne rinvenuta una navis lapidaria proveniente dall’isola greca di Eubea -nell’Egeo-, trasportante un carico di colonne realizzate in marmo cipollino. Le cinque colonne monolitiche del II secolo d.C. giacciono  4 metri e mezzo di profondità e ad 80 metri di distanza dalla costa.
Questo è un sito archeologico sommerso, che ricade nella Zona C dell’Area Marina Protetta e che secondo  la Prof.ssa Auriemma è bene valorizzare.

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