Il Quartetto Partenope in Concerto

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Domenica 18 dicembre 2022 alle 21:00, presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Vivaio), ad Incisa Valdarno (nota per il soggiorno nei primi anni di vita di Francesco Petrarca), si è tenuto un concerto degno di rilievo.

Protagonisti 4 professori dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nella formazione dal nome Quartetto Partenope: Leonardo Matucci e Carmela Panariello, violini; Andrea Pani, viola; Michele Tazzari, violoncello. L’evento, realizzato grazie al Maggio Metropolitano 2022, in collaborazione con la Città Metropolitana di Firenze e con la Città di Figline e Incisa Valdarno, ha visto una buona partecipazione di pubblico ed è stato un autentico concerto prenatalizio.

Dopo i saluti e ringraziamenti del parroco don Riccardo Nepi (anch’egli musicista), il primo violino, Leonardo Matucci, ha introdotto il programma lasciando poi la parola alla grande musica.

Ad aprire la serata il Quartetto n. 2 in la maggiore op.13 di Felix Mendelssohn (1809–1847), composto all’età di 18 anni, ove se da un lato non è sfuggito il lascito beethoveniano dall’altro sono emersi elementi di autentica ispirazione romantica. In tale contesto liturgico (tempus ante natale Domini) mi piace ricordare, a riguardo di questa interessantissima partitura cameristica, la citazione iniziale del suo lied op. 9 n. 1 «ist es wahr?» (È vero?) come meraviglia e stupore per ciò che, nell’ottica della ciclicità, sta per accadere, ovvero la nascita di Gesù.

La seconda parte del concerto ha offerto un ritorno alla musica sacra del Settecento, quasi reminiscenza di quelle Musiche & soavi Concerti che ‘adornavano’ le chiese nei secoli XVII-XVIII. Bastava guardarsi intorno per cogliere tanti elementi che potevano contrappuntarsi alla musica eseguita, allo stupore della natività e alla ‘maraviglia’ del Barocco: oltre al bel presepe (rappresentazione della nascita di Gesù), l’antico organo ligneo dorato (strumento princeps per la musica sacra) senza tralasciare la fitta presenza di angeli, quasi custodi della stessa chiesa.

In realtà alcuni di loro sono presenti anche nella tela dell’artista fiorentino Fabrizio Boschi che rappresenta l’Allegoria dell’Immacolata Concezione. Trattasi di angeli musicanti, collocati intorno alla figura dell’Immacolata, che in una percezione più sensibile e devota sembrava che gli angeli, ognuno con il proprio strumento, si unissero al concerto del Quartetto.

Abbiamo poi ascoltato l’Ouverture (Sinfony) tratta dall’Oratorio Messiah HWV 56 di Haendel (1685- 1759): autentico ‘trittico’ di ispirazione biblica nell’interpretazione del librettista Charles Jennens. Composizione in stile francese di ispirazione lullyana ove al Grave solenne (caratterizzato da figure ritmiche puntate) è seguito un Allegro moderato, ben scolpito in stile contrappuntistico, guardando al modello della fuga.

A chiudere la serata il Concerto grosso n. 8 in sol minore op. 6 (fatto per la notte di Natale) di Arcangelo Corelli (1653-1713), esempio efficace di dialogo fra il concertino e il concerto grosso con l’ultimo dei sei movimenti (Pastorale: Largo) dall’evidente richiamo alla scena sonora dei pastori davanti al presepe.

Pur dovendo rinunciare, per ovvie ragioni, agli oboi nella composizione di Haendel e al basso continuo anche in Corelli il Quartetto Partenope, con tanta duttilità, sensibilità ed esperienza, ha offerto una  lettura convincente, sicura e colma di emozioni in entrambi i repertori.

Concludo non prima di sottolineare che l’intero concerto ha espresso l’intenzione di offrire momenti di bellezza e spiritualità, valori insiti anche nel mistero del Natale.

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Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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