L’Unione Europea brandirà provvedimenti immediati contro il batterio killer, il cosiddetto “Xylella fastidiosa” che ha già contaminato migliaia di ulivi nel Salento.
Tale agente patogeno provoca il disseccamento rapido della pianta causando l’appassimento delle chiome. Sono stati coinvolti sin ora più di seimila alberi, concentrati soprattutto nella zona di Gallipoli, anche se altre zone sono tenute, al momento, sotto osservazione per verificare il possibile propagarsi del virus.
Dopo l’intervento del CNR e dell’Università di Bari, che hanno dato la disponibilità a studiare il caso, cercando di individuare le caratteristiche genetiche del batterio e le possibili soluzioni per distruggerlo, arrivano i provvedimenti dell’Europa, che reputa il batterio una minaccia anche per la stessa. Lo ha assicurato il commissario UE alla sanità Tonio Borg, replicando ad una missiva inviata all’Esecutivo, dal Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro e dall’eurodeputato Sergio Silvestris, nella quale si chiedeva di sbloccare in tempi rapidi i fondi per intervenire sulla questione. “La Commissione – dice Borg – sta valutando di prendere misure d’emergenza contro la Xylella fastidiosa per provare a debellarla o prevenire la sua diffusione all’interno dell’Unione”. E continua “nel rispetto degli impegni finanziari, la richiesta dell’Italia per ottenere il contributo Ue dovrebbe essere accettata”.
Per questo motivo, gli uffici di competenza del commissario Borg, hanno richiesto un parere all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che raccoglierà informazioni sulle piante attaccate dal batterio e i possibili provvedimenti per ostacolarla.
I membri del Parlamento europeo, De Castro e Silvestris, si dicono soddisfatti del tempestivo riscontro ottenuto dall’UE, augurandosi che quest’ultima si attivi prontamente al fine di sbloccare i fondi nell’immediato futuro.
Non si può che sperare, che si arrivi nel breve tempo possibile ad una soluzione della vicenda, perché in caso contrario ciò provocherebbe il tracollo dell’economia agricola salentina, soprattutto perché l’ulivo è considerato il fiore all’occhiello dello scenario enogastronomico regionale.
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