Lecce-Benevento: l’analisi. Il Lecce è lì

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Lanalisi copiaLecce – Una vittoria emozionante, raccolta con ardore e tenacia, e una pescata vincente dagli altri match di cartello. Il turno pre-pasquale della Lega Pro riporta il Lecce nella zona play-off, temporaneamente quarto a pari punti con il Matera, sconfitto in casa dal Foggia, in attesa del recupero della sfida tra la Casertana (sesta a quota 56 punti) ed il Martina.

Pokerissimo Foggia – Proprio il Foggia ha rimescolato le carte dell’alta classifica, imponendosi con un sonoro 2-5 al “XXI settembre” di Matera impedendo allo stesso tempo la fuga dei lucani e rimettendosi in lizza per il post-season, infatti i Satanelli con il roboante successo sulla squadra di Auteri ha accorciato il distacco dal quarto posto a sole tre lunghezze; le chance di successo dei dauni ora dipenderanno dalle prossime due giornate, quando la truppa di De Zerbi affronterà prima la Casertana allo “Zaccheria” e poi il Lecce al “Via del Mare” in un derby dalla temperatura sicuramente calda. In alto è riuscita a spuntarla la Juve Stabia, prima rimontata dall’Aversa e poi capace di rimettere le cose a posto con il gol di Nicastro.
Attacco leggero – La partita contro il Benevento, ora lontano dalla vetta di ben cinque punti a causa della contestuale vittoria della Salernitana a Pagani, ha consegnato ai tifosi un Lecce da battaglia forse mai visto in questa stagione. L’assenza dei piedi buoni di Davide Moscardelli, mista alle altre defezioni per squalifica degli stantuffi Daniele Mannini e Checco Lepore, ha dato a Bollini la possibilità di schierare un Lecce tutto cuore, corsa e sacrificio, diretto dall’estro del rientrante Mariano Bogliacino, collante tra i reparti nell’inedito 3-5-2 chiuso in avanti dall’attacco “leggero” formato da Gustavo Vagenin e Abdou Doumbia; i due hanno svolto una partita difficile contro l’arcigna difesa beneventana, incappando nel, più che fisiologico, problema a finalizzare le tante azioni offensive una volta arrivati al limite dell’area. In verità il franco-maliano ha avuto delle interessanti palle gol, poi sciupate, ma va evidenziata anche l’esponenziale volontà, utile a creare i presupposti poi concretizzati con lo stacco vincente di Romeo Papini, imperioso nel rompere gli indugi sul cross di Eric Herrera.
Sliding doors – Il match di mercoledì consegna anche agli annali del football giallorosso il debutto di Tommaso Scuffia, in rampa di lancio dopo l’infortunio alla mano di Nicolas Caglioni, guaio che terrà fuori il portiere bergamasco per almeno due settimane. L’approccio alla gara dell’ex guardiano della porta del Catanzaro è stato positivo; due uscite sicure hanno fatto da prologo alla bella parata, quasi da calcetto, sull’incursione di Eusepi. Unico, rischiosissimo, neo della prima partita con la maglia del Lecce la disattenzione che alla fine del secondo tempo poteva costar cara in occasione dell’uscita non perfetta che per poco non ha favorito la spizzicata di Marotta.
Occhio al Melfi – La situazione di classifica non deve assolutamente permettere voli pindarici o calcoli; tralasciando che alla Casertana manca l’impegno del “Tursi”, la strada per i playoff è ancora tutta da percorrere, con 15 punti in palio che devono indurre l’ambiente a ragionare partita dopo partita. Alla ripresa dopo la Pasqua, il Lecce affronterà il Melfi, compagine alla ricerca di punti salvezza che mercoledì si è imposta proprio a casa della Casertana, a riprova dell’incertezza che questo campionato di Lega Pro sembra avere in tutte le partite, match che annullano punti e distacchi in classifica. Il Lecce è lì, ora è questo che conta, ma il successo col Benevento, oltre alla giusta linfa di punti, deve trasmettere al gruppo di Bollini il giusto animus da sfoderare nei restanti impegni.