Addio all’Istituto “Vitina Donno”: da oggi si chiudono per sempre i suoi cancelli

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Istituto Vitina DonnoCaro Direttore,

dopo 23 anni di servizio ai piccoli, alle famiglie, all’intera comunità, la Scuola  “V. Donno” di Novoli, chiude per sempre! 
La campanella suona, è l’ ultimo giorno di scuola per quest’anno, ma per te scuola mia, oggi è proprio l’ultimo addio perché mai più sarai svegliata dalle urla gioiose dei bambini nei tuoi corridoi  vuoti e nelle aule oramai deserte. 

Con il pianto nel cuore ti saluto e, immaginando di poterti abbracciare, ti stringo forte forte  perché per tanti anni, sei stata la mia seconda  casa. Mi hai accolta nel profumo dei tuoi silenzi e nella frescura dei tuoi verdi giardini, mai stanca di fare il lavoro di maestra che ho scelto e che ho vissuto fino alla fine come una vera missione alla quale mi sento chiamata da sempre.

Di te, tanti hanno scritto e molti personaggi illustri negli anni sono passati; basti ricordare il grande poeta Erminio Giulio Caputo ormai scomparso, che di te disse: “Sono nato in questo paese, ma Novoli mi ha dimenticato… oggi mi sento di nuovo a casa, in questa scuola che porterò nel cuore e dove ritornerò quando avrò bisogno di riflettere e di pensare!”

E così fu,come per tanti altri. 

Quante vittorie hanno ottenuto i nostri bambini, quanti premi, quanti riconoscimenti… E poi le recite, le commedie in dialetto, nel nostro amato dialetto, tutto per darti lustro e vanto,  per salvaguardare il patrimonio, le radici e la nostra identità culturale, quella di un popolo radicato alla sua terra, come gli ulivi secolari arsi dal sole del Salento.

Quante riviste, quanti articoli e quanta notizia hai fatto scuola mia! Sfogliando l’enorme album dei ricordi, con tanta amarezza, ti rivedo sempre lì, imponente, elegante, maestosa.

Ora è giunto anche per me il momento di lasciarti, proprio io  che ti ho vista nascere e che con te ho gioito e sofferto; saluto tutti e vado via in punta di piedi e con il cuore colmo di emozione e di infinita gratitudine.  
Mentre percorro per l’ ultima volta il lungo corridoio che conduce all’ uscita, mi soffermo a guardare le tante fotografie rimaste attaccate alle pareti  e, come se le vedessi per la prima volta, riguardo i visi di tanti bambini, i nostri bambini, felici insieme alle loro maestre, mentre una lacrima silenziosa mi bagna il viso, pensando che quei bellissimi momenti vissuti con tenerezza, con tanta passione, e quegli anni, non ritorneranno più! 

Se hai avuto tanto successo Scuola mia, ciò è stato senza dubbio  merito di tutti coloro che ti hanno voluto bene e ti hanno amata, facendo sacrifici pur di farti crescere e darti prestigio. Le suore, le insegnanti con la loro preziosa opera, gli autisti, le bidelle, le cuoche,  a cui sento di dover esternare un apprezzamento particolare, per il meritevole lavoro svolto negli anni.

I genitori dei nostri alunni e  i bambini stessi che in te hanno sempre creduto e lo hanno fatto fino alla fine, lottando a denti stretti contro il volere di chi ha deciso implacabilmente che bisognava chiudere, dopo un’esperienza educativa ventennale! 

Tu fiore all’ occhiello tra  molte  scuole del comprensorio, tu che hai scritto le  pagine più belle della storia di “V. Donno”, tu che davvero sei stata la “BUONA SCUOLA”…. Tu che, nonostante gli anni, sei rimasta quella di sempre, l’ambiente sano, gioioso, familiare in cui tante generazioni di alunni sono cresciuti e si sono formati…

Papa Francesco nel suo ultimo saluto agli studenti ha detto: “Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola e non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla. Questo è il primo motivo perché io amo la scuola.”

Oggi questa è l’ unica certezza che mi resta, mi consola e mi rende felice; questo mi piace pensare: che tu Scuola mia, possa continuare a vivere nel ricordo di tanti bambini oramai grandi che di te e di noi insegnanti sono certa, serberanno un ricordo bellissimo, il ricordo di chi li ha formati alla vita, educandoli ed istruendoli con pazienza, amore, dedizione…

E tutte le volte che, passando, ti rivedremo, ciascuno di noi, con immenso orgoglio, dirà: “Quella è stata la mia Scuola elementare  e lì ho conosciuto per la prima volta nella mia vita, la mia Maestra!”

Grazie Scuola mia e…. addio per sempre.                      

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