I nuovi diritti dei bambini nella società dei consumi

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Tino e Rina“Lasciate che i bambini siano bambini” (Let children be children) è lo slogan di una famosa campagna internazionale per la tutela dei diritti dell’infanzia e anche il messaggio che campeggia – insieme ai simpatici gatti Tino e Rina – sui coloratissimi manifesti affissi nelle scuole già raggiunte dal percorso di “formazione a doppio binario” promosso dall’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) con il coinvolgimento degli alunni e dei loro genitori.

“In qualità di messaggeri dei più piccoli, Tino e Rina richiamano noi adulti al rispetto dei nuovi diritti dei bambini nella odierna società dei consumi” – dichiara Primalba (nome d’arte di Manuela Pulimeno), dalla cui fantasia sono nati i personaggi della serie per bambini “Tino e Rina – La fantastica Avventura della Vita” (visitabili nell’area giochi del Parco Filosofico di Corigliano d’Otranto) e della saga fantasy per ragazzi “Myrian contro Raymond – La ragazza del destino e il principe del mondo”, presentati all’ultima edizione di Città del Libro a Campi Salentina.

“Bambini e ragazzi non sanno più come impiegare il tempo libero – vera grande conquista dell’infanzia in epoca moderna – tempo che una volta era occupato dal lavoro minorile o in altre forme di sfruttamento – prosegue Primalba. Dall’incontro con oltre tremila studenti nel corso dei progetti svolti nelle scuole salentine negli ultimi tre mesi, emerge che la stragrande maggioranza dei giovanissimi trascorre il proprio tempo libero tra i muri di casa, quasi sempre da solo, navigando in Internet o davanti a videogiochi e TV”.

“I nostri ambienti di vita, le città e persino i piccoli centri non sono quasi mai luoghi a misura di bambino. Diciamo la verità: i bambini sono considerati come l’anello debole su cui far leva per guidare i consumi degli adulti, generare nuovi bisogni da appagare… insomma il bambino non è considerato soggetto di diritto ma oggetto di consumo, da avviare a un processo di adultizzazione sempre più precoce, in modo che diventi quanto prima parte del sistema. Oggi più che mai, gli adulti e le istituzioni devono garantire ai bambini spazi adeguati per ritornare al gioco libero e spontaneo, all’aria aperta, nei cortili degli oratori o a contatto con la natura, per poter interagire con i coetanei al di fuori dei contatti virtuali”, denuncia la scrittrice Primalba (con alle spalle una Laurea in Filosofia e un Master americano in Politica Internazionale).

I bambini di oggi nascono in ambienti ipertecnologici, sono nativi digitali dotati di abilità multitasking (la capacità di svolgere più compiti nello stesso tempo), richieste dalla società moderna, ma l’esposizione troppo precoce (già a partire dai due anni!) e prolungata a Tv, videogiochi, computer, tablet e smartphone collegati ad Internet è causa di assuefazione, dipendenza psicologica, postura scorretta, sedentarietà e obesità, come dimostrato da numerosi studi scientifici internazionali (inclusi quello dell’Università Abertawe Bro Morgannwg (UK) – in cui il 64% dei ragazzini tra 7 e 14 anni mostrava di soffrire di mal di schiena – e le ricerche dell’Università La Sapienza di Roma, le Università di Washington, Stanford e Chicago sul legame tra esposizione televisiva e perdita di sonno, cattivo rendimento scolastico e deficit di sviluppo cognitivo). A ciò si aggiunge il potenziale cancerogeno delle micro-onde elettromagnetiche di cellulari, tablet e wi-fi, riconosciuto ufficialmente dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che ha invitato ad evitarne l’utilizzo al di sotto dei 13 anni a causa del maggior contenuto d’acqua nel cervello dei più piccoli (che amplifica l’effetto “forno a micro-onde”). “È necessario che i genitori acquisiscano competenze e familiarità con il Pc e col mondo di Internet, un ambiente pensato per gli adulti, ma sempre più frequentato da bambini e adolescenti, al fine di proteggere i nostri figli dai molteplici pericoli che si annidano in rete: adescamenti, pedofilia, ludomania, pornografia, dipendenze, cyber bullismo…”. Queste le tematiche trattate nel Programma di Formazione a Doppio Binario per fare in modo che famiglia e scuola remino nella stessa direzione per una crescita integrale degli uomini e delle donne del futuro.

Il progetto è replicabile senza costi nelle scuole che ne facciano richiesta (in base alle disponibilità) contattando l’ISBEM (chitano@isbem.it).

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