Un permaloso che non dimentica …

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Qui comando io

La scrittura dal calibro grande denota un senso ipertrofico dell’IO e superficialità di giudizio. Inoltre il soggetto è suscettibile, con tendenza ad imporre il proprio stile di vita agli altri.

Il margine destro sul foglio, in questo caso, esprime un’ansia nel raffronto con l’interlocutore, disagio e sfiducia, stato di apprensione nel procedere in modo disinvolto verso gli altri. Il saggio evidenzia questo perché lo scritto non va oltre un certo limite, non riempie il foglio.

Una forte sollecitazione sul foglio, determinata dalla pressione, indica un soggetto concreto che vuole affermarsi, attenzione, nel suo mondo, nelle relazioni affettive e sociali.

La scrittura pendente indica calore affettivo, cordialità, talvolta poco coraggio, ricercatezza e cura dell’aspetto esteriore.

Ogni pausa di riflessione, sul foglio, spinge il soggetto tracciante a formare fronzoli e ricci per alleviare la tensione e combattere lo stress; tali abbellimenti a volte sono inoltre espressione di personalità.

La larga tra parole, evidente in questo saggio, esprime un’ampia visione mentale, un forte senso critico: ci si trova dinanzi ad un soggetto controllato e poco impulsivo.

Gli occhielli doppi, tagliati a metà, indicano spesso un atteggiamento di ambiguità con sé stessi e con gli altri; la prevalenza di tagli bassi delle “t”, esprimono democraticità, focosità nel pensare e nell’agire che spesso si tramuta in impazienza.

Le aste ritorte inferiori, ben evidenti, ci descrivono uno stato di diffidenza ed infine le asole  illegittime presenti nelle “n/m”, tracciate a festoni, evidenziano un soggetto con permalosità non indifferente: guai a fargli un torto, non dimentica… Così come non supera mentalmente fatti dolorosi vissuti o subiti.

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