Giusto l’essenziale …

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Giusto lessenziale 1La grafia, in questo saggio, presenta una variabilità ed un pluristile che sembra non uscire di getto dalla stessa mano. La scrittura è snervata: si osservi il centro del foglio in cui le lettere sembrano subire un andamento ed un assetto diverso sul rigo. È comprensibile che l’autore di tale saggio fatica ed è svogliato nello scrivere; trattandosi di un tema libero, si accinge ad esprimere con il mezzo scrittorio, giusto l’essenziale…

Quando un adolescente non riesce a realizzare una normale prestazione grafica, senza ragioni né intellettive, né organiche, senza turbe cioè neurologiche o intellettive, viene definito disgrafico.

Scrivere è un’attività complessa che richiede padronanza motoria, visiva e uditiva. Anche se possono essere coinvolte difficoltà motorie, queste non sono sempre all’origine del disturbo. Talvolta la disgrafia è causata dalla dislessia. Infatti il dislessico-disgrafico scrive male: pronunciare in modo errato una parola porta a scriverla con lo stesso errore. In questo caso sarà necessario prima intervenire sulla dislessia e, una volta risolto il problema, intervenire sulla disgrafia attraverso un percorso di rieducazione della scrittura.

La disgrafia è un disturbo specifico di apprendimento che presenta una scrittura eccessivamente lenta e faticosa, maldestra e poco leggibile, con un livello grafomotorio generale che non corrisponde né all’età, né alla scolarizzazione dell’alunno. La disgrafia si manifesta come difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici che quelli numerici; essa riguarda quindi esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche, sebbene influisca negativamente anche su tali acquisizioni a causa della frequente impossibilità di rilettura e di autocorrezione. Problemi affettivi e di adattamento sono spesso generatori di patologie infantili e in particolare di disgrafie.

È tipico nella disgrafia:

1. la mancanza di organizzazione nell’impaginazione

2. la maldestrezza

3. gli errori di forme e proporzioni

Come si manifesta:

POSIZIONE E PRENSIONE

Giusto lessenziale 2

La scrittura è irregolare, la mano scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura è spesso scorretta. Anche la posizione del corpo è in genere inadeguata: il gomito non è appoggiato sul tavolo, il busto è eccessivamente inclinato.

ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO GRAFICO

La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è molto ridotta, il soggetto non possiede adeguati riferimenti per orientarsi, non rispetta i margini sul foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e le parole; non segue la linea di scrittura e procede in “salita” o in “discesa” rispetto al rigo..

PRESSIONE SUL FOGLIO

La pressione della mano non è adeguatamente regolata, talvolta è troppo forte, talvolta è troppo debole, in quanto è spesso presente un’alterazione In eccesso od in difetto del tono muscolare. Sono inoltre frequenti le sincinesie, cioè atti motori in eccesso o, comunque, non direttamente implicati nell’attività grafica.

DIREZIONE DEL GESTO GRAFICO

Vi sono spesso le inversioni nella direzionalità del gesto che si evidenziano sia nell’esecuzione dei singoli grafemi sia nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra.

DIMENSIONE DEI GRAFEMI

Si evidenzia uno scarso rispetto delle dimensioni delle lettere; esse vengono riprodotte o troppo piccole o troppo grandi e, frequentemente, in modo irregolare alternando microdimensioni a macrodimensioni.

UNIONE DEI GRAFEMI

La mano non scorre adeguatamente sul foglio e lo scrivente fa fatica a seguire con lo sguardo la propria scrittura, anche la fluidità del gesto sarà limitata, dando origine a una legatura inadeguata tra le lettere.

RITMO GRAFICO

Il ritmo è alterato o velocità eccessiva o estrema lentezza, i movimenti della mano sono ”a scatti”, senza armonia del gesto e con frequenti interruzioni.

Le cause della disgrafia possono essere individuali e/o sociali:

A. Cause individuali:

1. disorganizzazione motoria (ritardo nella deambulazione)

2. difetti dell’organizzazione spazio-temporale

3. attenzione instabile

4. difficoltà linguistiche, di pronuncia (linguaggio parlato non completamente organizzato)

5. lateralizzazione ancora infantile (confusione tra la destra e la sinistra, preferenze laterali incrociate o incerte)

6. carenze intellettive (ritardo nello sviluppo intellettivo)

7. mancinismo

B. Cause sociali

1. turbe affettive

2. difficoltà dovute al metodo di insegnamento

3. difficoltà provocate da una realtà socio-economica-ambientale

Tutto ciò ritarda o blocca la capacità di seguire il ritmo d’insegnamento scolastico e necessita di interventi individualizzati. La causa motoria è la più comune. L’impossibilità di rilassamento volontario del muscolo è il segno più sensibile di queste reazioni. La scrittura è un apprendimento e come tale esprime anche un rapporto di affettività fra il soggetto che deve apprendere e chi è in rapporto con lui durante questo apprendimento (genitori-insegnanti).

I SEGNALI D’ALLARME

I segnali di allarme sono indipendenti dalla cultura, dalla lingua e dal modello grafico.
Riguardano le varie categorie grafiche: SPAZIO – FORMA – MOVIMENTO – TRATTO.

Soprattutto le alterazioni rispetto allo spazio e al tratto, quando sono accentuate, destano preoccupazioni. Le stranezze e anomalie nella ripartizione bianchi/neri, i bruschi contrasti tra afflosciamento e restringimenti, il tratto incerto, molto ritoccato, “sporco”, sono tutti segnali di grande disagio.
L’intervento del grafologo può essere allora molto utile per non rischiare di scambiare per incapacità allo studio ciò che è invece inibizione e insicurezza, evitando all’alunno il circolo vizioso delle frustrazioni e dello smarrimento intellettuale. L’insegnante potrà leggere le difficoltà dell’attenzione, l’insicurezza, la solitudine, sotto un’altra luce ed essere, per la sua calma e la capacità di comprensione, un modello ed un’immagine direttrice.

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